C'è una regola non scritta che vuole che i libri più belli che capita di leggere vengano scelti per caso. Questo l'ho appunto pescato a caso, senza pensarci troppo, nel reparto dei libri in attesa della mia libreria, attirato dal titolo (una citazione di Borges. La versione completa è: "Noi siamo già l'oblio che saremo"). L'ho trovato splendido.
Siamo a Medellin, Colombia, anni Ottanta, un paese devastato dalla violenza generata dalle diseguaglianze tra una piccola parte di persone ricche e la massa di persone povere e disagiate, strette nella morsa dei narcotrafficanti e di una classe politica reazionaria complice. Il 25 agosto 1987 Héctor Abad Gòmez, medico, professore universitario e presidente del Comitato per i diritti umani, viene trucidato per strada da un commando dei famigerati squadroni della morte.
Vent'anni dopo suo figlio decide di raccontare la sua storia e nasce questo libro, questa sorta di "memoriale del dolore", come lo definisce lui. Qui racconta la sua infanzia e il legame d'affetto profondo che fin da piccolo l'ha legato a suo padre. Un padre che per lui è stato un eroe, non tanto per aver pagato col prezzo più alto il suo battersi contro la violenza, la prevaricazione, i suoi tentativi di scardinare interessi consolidati di una classe politica e di una chiesa cattolica fortemente collusi con lo status quo imperante, ma un eroe per essere stato un faro nella sua formazione intellettuale e morale.
È stato infatti suo padre a trasmettergli la passione per il pensiero critico, la razionalità, il dubbio costante attorno a verità che altri danno per certe. Soprattutto, è stato suo padre a insegnargli il senso di giustizia, l'idea che in una società tutti devono essere uguali, avere accesso alle stesse possibilità e alle stesse opportunità.
È un romanzo di formazione, poetico, profondo, coinvolgente, che fotografa impietosamente la società colombiana degli anni Settanta e Ottanta, schiacciata dall'eterno conflitto tra un'anima minoritaria liberal-democratica e un nucleo inossidabile della più reazionaria conservazione. Ma è anche un libro sull'uomo, sulla sua psicologia e il suo rapporto con la morte, con Dio, col dolore, con la perdita degli affetti, col senso della vita e con "l'oblio che saremo".
Splendido.
E splendida la tua recensione
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