martedì 15 dicembre 2020

"Se qualcuno morirà, pazienza"

Andando un po' (molto) contro corrente, io ho apprezzato ciò che ha detto il presidente di Confindustria Macerata Guzzini, e cioè che bisogna riaprire tutto e se ci saranno morti, pazienza. Non mi riferisco, naturalmente, al concetto in sé, che rigetto in toto, mi riferisco al fatto che Guzzini ha detto pubblicamente, fuori da ogni ipocrisia, ciò che la stragrande maggioranza delle persone (politici compresi) pensa ma, per vari e abbastanza intuibili motivi, non dice apertamente.

E l'ho apprezzato soprattutto perché quell'assunto, quell'idea, quella visione sono la descrizione perfetta del modello su cui oggi è imperniata la nostra società: prima viene l'economia, poi, in subordine, l'uomo. Non sto qui a entrare nell'annosa e forse eccessivamente banalizzata questione morire di covid o morire di fame, su cui pure io non ho certezze, mi preme solo sottolineare il fatto che qualcuno, finalmente, abbia ammesso apertamente come è strutturata la nostra società. E cominciare a prendere coscienza di un male è il primo passo da fare in caso si voglia tentare di porvi rimedio.

23 commenti:

  1. Frase infelice ma veritiera, purtroppo, che è alla base della società umana da che mondo è mondo.
    Cri

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    1. Beh, magari non da così indietro, ma oggi indubbiamente è così.

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  2. Mi fa venire in mente il cannibalismo. Se non c'è più cibo si uccide qualcuno e poi lo si mangia. Forse siamo ancora lì vicino e siamo meno progrediti di quel che normalmente pensiamo.

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    1. Mi hai fatto venire in mente che una volta Bukowski disse: "Il capitalismo ha sconfitto il comunismo. Bene, ora il capitalismo divora se stesso".

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  3. L'assunto sfiora l'ovvio, purtroppo.. si riparte (e si riapre) dopo una guerra mondiale.. figuriamoci ora.. appena i dati daranno una minima possibilità ..nessuno potrà opporsi... :(

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    1. Credo di questo passo passerà del tempo prima che i dati diano qualche possibilità. Vedremo.

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  4. Questo capitalismo non ha proprio futuro. Ha già durato fin troppo. Cosa ci aspetti dopo nessuno lo sa.

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    1. Noi non vedremo cosa ci aspetta, purtroppo o per fortuna, ma le prossime generazioni temo di sì.

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  5. Già, agghiacciante ma vero.
    Purtroppo bisogna anche farsi due conti, lo pensiamo bene o male tutti.
    La verità è che la vita vale sempre più di tutto, ma chissà... La soluzione da trovare dovrebbe tenere a mente ogni aspetto.

    Moz-

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    1. Hai detto bene: bisogna anche fare due conti. Non si scappa.

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    2. Io ovviamente sono per la vita, in primis; anche prima della libertà (forse).

      Moz-

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  6. Il problema è che questo 'male"ai piani alti non lo vede nessuno, anzi, si affannano a inseguire quel modello economico.

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  7. razionalmente mi rendo conto che bisogna entrare nell'ottica che non possiamo restar fermi ancora per molto e lasciare che il governo giochi a colorare l'italia di arancio-rosso-giallo, quindi per carità, bisogna aprire, andare avanti.

    Però al contempo non nego che a me questa dichiarazione ha dato fastidio perché trasuda di un realismo un tantino cinico e "anti-empatico", che mi è risultato sgradevole.

    Credo anche io che guzzini abbia espresso un'opinione che in tantissimi pensano ma, per questioni di "politically correct", tengono per sé; sono argomenti delicati su cui non ci vuol nulla a cadere in polemica..., e ci sta pure che chi abbia perso dei cari in questo periodaccio, trovi certe dichiarazioni inopportune e prive di sensibilità.

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    1. Sì, concordo. Credo che mai come nella questione salute vs economia ci sia stata negli animi una tale lacerazione.

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  8. Giusto questo pomeriggio un tale mi diceva "D'accordo l'economia, ma quando sei morto sai quanto te ne frega dell'economia?"
    Un punto di vista diametralmente opposto...

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    1. Vero. Anche a me capita spesso di sentire entrambe le campane.

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  9. Io la penso esattamente come lui. Non è chiudendo a fasce orarie che ci si salva da questo virus. Ma sicuramente ne usciremo distrutti

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    1. Distrutti non so, ma mi pare di capire che tutta la retorica del "ne usciremo migliori" sia rimasta a livello di auspicio.

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  10. Il pensiero nudo e crudo di Confindustria e, come hai sottolineato tu, non solo. Il problema è che se una frase del genere esce dalla bocca del barista sotto casa, non succede nulla. Se esce (ufficialmente) da quella di uno come lui... insomma.

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    1. Vero. Ma probabilmente neppure lui, che in fondo parlava a un circolo ristretto di persone, si aspettava che le sue parole raggiungessero notorietà nazionale. Se ne avesse avuto idea, magari avrebbe calibrato meglio ciò che voleva dire.

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  11. Le cose stanno così, come dice Guzzini ma se non è ben articolato, se non si parla a un pubblico attento, se la gravità della questione lo permette, un discorso simile è ben pericoloso perchè instilla, promuove l'idea, che per adesso ci fa inorridire, della vita umana come fatto secondario, a favore di economia e profitto.
    Un saluto e tanti auguri per le Feste in arrivo.

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    1. La vita subordinata all'economia è già realtà, da tempo. Un esempio banale: in molti paesi africani si muore per malattie che qua da noi sono perfettamente curabili, e solo perché là non si possono permettere gli stessi farmaci che qua si possono acquistare senza sforzi. È solo un esempio tra i tanti che si potrebbero fare, ma che spiega bene perché ormai la vita è secondaria all'economia.
      Buone feste anche a te, Sari.

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