giovedì 17 dicembre 2020

San Gennaro

Non posso non notare come la mancata liquefazione del sangue di San Gennaro compaia in prima pagina su molte testate nazionali ma non su Avvenire, fatto che testimonia come dalle parti di Oltretevere (Avvenire è l'organo ufficiale della CEI) si tenda a mantenere la giusta distanza tra fede e superstizione. Poi, che questa distinzione sia ignorata tranquillamente da buona parte del popolo cattolico, poco importa, ciò che conta è il risultato finale. 

È interessante notare, a tal proposito, come la notizia tenda a comparire con maggior rilievo sulle prime pagine dei quotidiani più popolari e con meno pretese intellettuali. Tra questi non poteva certo mancare Il resto del Carlino, il quotidiano più diffuso qua in Emilia Romagna e tradizionalmente rivolto a un target di lettori poco inclini all'approfondimento critico. Qui, il mancato miracolo occupa gran parte della prima pagina, a conferma della "indole" del giornale.

Per quanto riguarda il fenomeno in sé, non credo ci sia molto da dire. Si tratta di una delle tante superstizioni popolari a cui la gente tende ad affezionarsi e va bene così. Una volta guardavo con un misto di compassione e derisione chi credeva a queste cose, poi, col tempo, ho maturato un atteggiamento più condiscendente. In fondo, come ebbe a dire una volta il buon Galimberti, già la vita a volte è insopportabile: se si riesce a trovare qualche forma di consolazione in queste cose, perché no?

26 commenti:

  1. La vedo come te, anche io ho maturato un percorso analogo, come visione della cosa riferita agli altri.
    Fa, comunque, colore.
    Rosso, in questo caso.

    Moz-

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    1. Tra l'altro, a rigor di logica, non si capisce neppure dove stia il problema del mancato miracolo. L'anno scorso il "sangue" si sciolse e ci siamo ritrovati un 2020 da dimenticare. Vabbe'...

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  2. A me fa ridere, senza pietà.
    Il fatto che la gente creda in un MIRACOLO che avviene in un giorno preciso e, addirittura, ad un orario determinato, mi fa venire la pelle d'oca.
    Sarà che non amo il genere fantasy, quindi non posso proprio essere clemente verso chi si dispera per la mancata liquefazione di questo "sangue"...

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    1. Sì, vabbe', ma tu non sei empatica per niente, eh!

      Scherzo, dài :-)

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    2. Hai ragione.
      Il problema è che sono senza cuore.
      :))))

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  3. Forse, come per i numeri al Lotto, ci sono altri due giorni per far sciogliere il sangue.. al terzo tentativo, poi, accenderanno tutte le pompe di calore della Chiesa.. come si dice, aiutati che Dio ti aiuta.. ;)

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    1. Diciamo che l'idea di andare a tentativi non ha molta attinenza con lo spirito del miracolo, ma con un po' di fantasia... :-)

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  4. Diciamo che ogni popolo nella sua provincia ha una sua superstizione e va bene così. Queste cose alla fine fanno bene e creano comunità... si crede in quello che si vuole credere. Amen

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  5. Non tutti hanno la possibilità di affinare le propria razionalità. Ci si dimentica spesso che esistono contesti familiari, sociali e culturali che impediscono o rallentano l'esercizio della facoltà razionale. Non è facile uscirne.

    Detto questo, però, il culto dei santi patroni è molto più importante di quanto si creda, e riguarda tutti, credenti e non, perché costituisce la cosiddetta "religione civica", cioè un misto di riti religiosi e laici che, insieme, fondano e rinsaldano l'identità cittadina e il patriottismo civico.
    In ogni città il culto del santo patrono è accompagnato da manifestazioni religiose (in genere offerta di ceri nella cattedrale o messa) e manifestazioni profane (fiere, gare podistiche, ecc). A Napoli, che è una città molto estroversa, il culto di San Gennaro è interpretato in modo molto vivace e pittoresco, assumendo coloriture particolari, nel pieno spirito partenopeo. Ma ovviamente è pieno di napoletani che non credono alla questione del sangue: anche per loro è solo una tradizione.

    Modena è una città molto laica e le chiese sono ormai in buona parte chiuse, proprio sbarrate. Alcune aprono solo per la messa della domenica. Però non puoi toccare a un modenese la festa di San Geminiano, il 31 gennaio. Non è superstizione in senso negativo e non è neppure un modo per sentirsi meglio; è soltanto una questione di identità cittadina, un mezzo di aggregazione sociale. E va benissimo così.
    Storicamente questi culti laico-religiosi si sono formati nel Medioevo, nell'ambito del movimento comunale.

    P.S. Non è sbagliato coltivare anche credenze irrazionali. Se fossimo soltanto freddamente razionali saremmo esseri orribili, dei robot senza sentimenti. In realtà, la saggezza consiste nel conciliare razionalità e irrazionalità, entrambe presenti in ciascuno di noi, anche negli scienziati e nei divulgatori scientifici. ;)

    Ciao, Andrea.

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    1. Faccio una precisazione doverosa. Nel post si è parlato della liquefazione del sangue di San Gennaro, mentre io, nel commento, ho anche accennato alle feste patronali. So di essere andata oltre l'argomento del post, ma l'ho fatto per semplice associazione d'idee: la questione del sangue mi ha riportato alla mente il discorso più ampio del culto dei santi. :D

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    2. Io ho trovato interessantissima la tua digressione, credimi.

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    3. Concordo con te, Romina, quando dici che non tutti hanno la possibilità di affinare la propria razionalità. Conosco persone nate e cresciuti in ambienti familiari talmente asfittici, da questo punto di vista, da risultare impermeabili a qualsiasi sollecitazione di tipo razionale, e questo, allargando un po' il discorso, lo ricollego a quanto scriveva Bertrand Russell in un suo libro letto di recente, dove diceva che il discorso religioso che intende la fede come dono non ha alcun senso. La fede è frutto di condizionamenti ambientali (famiglia, società ecc.). Salvo rarissime eccezioni, infatti, chi nasce in un paese cristiano abbracci mia la regione cristiana, chi nasce in un paese musulmano abbraccia l'islam e così via. Stesso discorso per il contesto familiare: chi nasce in una famiglia religiosa probabilmente seguirà una religione, chi nasce in una famiglia laica probabilmente non sarà interessato a seguire una religione. Per questo a me viene sempre da sorridere quando sento parlare di fede come dono. Ma mi sa di aver allargato eccessivamente il discorso.
      Per quanto riguarda le feste patronali, anche qui concordo, e qua a Santarcangelo guai a chi ci tocca San Martino! :-)

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  6. Sono molto affascinato da qualsiasi fenomeno religioso, una delle mie passioni è proprio lo studio (...diciamo che leggo tanti libri, via, non esageriamo ^___^) delle varie religioni e, come dice qui sopra Romina, le feste patronali sono un fenomeno molto interessante e che non mi permetto di definire "miracolo", "superstizione" o via dicendo.
    Mi ricordo - e ricordo a chi legge - che ci sono moltissime persone razionali, scianziati/e pure, che non sono atee. Non credo, infatti, che non essere tetragonamente (si dice?!?) "razionali" equivalga a essere dei semi-idioti.
    Personalmente coltivo, come posso e come riesco (non essendo religioso né formalmente "credente") la mia parte spirituale, che considero importante quansi quanto la parte "razionale". Anzi , di più.
    P.S. Avvenire, in questi ultimi anni, su certe tematiche è cento volte più "a sinistra" della cosiddetta "sinistra". Per dire.
    Ciao!

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    1. D'accordo con te. Esistono fior di studiosi e di studiose che non sono atei e atee. Questo va detto, perché comunemente si ritiene che l'ateismo sia segno di cultura e di superiorità intellettuale. Non è così, ma proprio no. Il punto è che i media presentano soltanto la solita "compagnia di giro" (Odifreddi, ecc), per cui nella massa si è consolidata l'idea che questa sia l'avanguardia culturale. Non è così, per fortuna.

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    2. Anche a me, Orlando, il fenomeno religioso ha sempre affascinato, e la mia libreria lo può testimoniare. Intendo naturalmente il fenomeno religioso dal punto di vista storico, antropologico e sociale, dal momento che sono ateo.
      Non credo neppure io che "non essere tetragonamente (si dice?!?) "razionali" equivalga a essere dei semi-idioti., infatti non l'ho mai scritto da nessuna parte.
      Aggiungo che, a mio parere, la razionalità non esclude la spiritualità. Io mi considero una persona molto razionale, estremamente critica verso tutto, ma ciò non significa che non mi curi della mia parte spirituale e che non sia affascinato e attirato da essa. Anzi. In generale, mi sembra abbastanza radicato il luogo comune che una cosa escluda l'altra, quando ovviamente non è così.
      Ciao Orlando.

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  7. Grazie dei contributi che avete lasciato, tutti molto interessanti. Purtroppo sono al lavoro (pausa pranzo) e uscirò a notte fonda. Domani, con calma, replicherò più approfonditamente.
    Ciao a tutti.

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  8. Sposando anch'io il pensiero di Galimberti ho sempre invidiato, infatti, i creduloni religiosi. Sono fermamente convinto che vivono con molti meno pensieri di quelli che ho io; ergo... mi sa che vivono meglio di me. Amen.

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    1. Certo. D'altra parte sul potere lenitivo della religione è stato scritto un mare di libri.

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  9. Sorrido sempre perché nel mio palazzo viveva una famiglia originaria di Napoli che aveva la statua di San Gennaro col volto di Maradona al posto del cuore e Antonio, il capofamiglia, la usava per benedirmi dall'ultimo piano per proteggermi per la vita che facevo. Non sono un credente anche se poi tanti anni fa una mia israeliana mi diceva che avevo la classica faccia e ironia da ebreo e che prima o poi mi sarebbe toccato convertirmi per vivere una vita serena.

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  10. Il discorso si è costruttivamente allargato a vari aspetti della dimensione religiosa. Gli eccessi esistono dappertutto, figuriamoci in un ambito dove moltissimo poggia le sue basi esclusivamente su atti di fede. Spesso cieca. ;)

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    1. Beh, per sua natura la fede è cieca, altrimenti non sarebbe fede ma verità. Ad esempio, io so che due più due fa quattro, quindi non ho bisogno di crederci appunto perché lo so. Che due più due faccia quattro non è materia di fede perché è verità provata e verificabile. Viceversa, io non so se Gesù Cristo è risorto, quindi ci devo credere, mi occorre la fede. Se avessi la prova provata che Gesù Cristo è risorto, la fede non avrebbe senso, lo saprei e basta. Ecco perché la fede è per sua natura cieca, perché non può vedere la verità. Ed è il motivo per cui a me viene sempre da sorridere quando sento parlare di verità di fede, uno dei più divertenti e diffusi ossimori oggi in circolazione :-)

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  11. Se credere nei miracoli fa star bene le persone e le aiuti a superare i momenti difficili della vita, ben vengano.
    Ciao

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    1. Casualmente, sono capitato ora su questa bellissima pagina di un libro che sto leggendo. Mi pare riassuma bene il concetto espresso.

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