mercoledì 29 ottobre 2008

Stefano Bazzo e compagni, forse si poteva fare qualcosa prima?

Si sono tenuti ieri, in forma strettamente privata (per espressa richiesta della famiglia), i funerali di Stefano Bazzo (foto), il capitano dell'Aereonautica deceduto insieme ad altri sette compagni nell'incidente accaduto giovedì scorso nei pressi di Strasburgo. Col passare del tempo si fa sempre più verosimile - almeno stando a quanto riporta la stampa - l'ipotesi del guasto tecnico, e precisamente un'avaria al rotore di coda che avrebbe reso impossibile governare l'elicottero in fase di atterraggio.

Ora, per precauzione, i vertici dell'Aereonautica hanno disposto il fermo di tutti i velivoli dello stesso tipo, almeno finché non saranno terminati gli accertamente tecnici predisposti dall'inchiesta avviata dalle Forze Armate. Fin qui i fatti. Ma il pensiero mio, come penso quello di molti altri che hanno seguito la vicenda, è: "Ma non si poteva fare qualcosa prima? Non era possibile prevedere che forse prima o poi sarebbe successo?".

Istintivamente, forse, non viene subito in mente questo pensiero, ma molti siti continuano a pubblicare notizie di un certo numero di segnali premonitori che forse (ripeto: forse) non sono stati tenuti nella dovuta considerazione da chi di dovere, e che, chissà, se magari fossero stati ascoltati le cose sarebbero andate diversamente. Ve ne cito alcuni. Repubblica, ad esempio, ne fa menzione in questo suo articolo pubblicato ieri:

Non sono bastati gli avvertimenti, lanciati persino nella relazione del capo di Stato maggiore della Difesa, il generale di squadra aerea Vincenzo Camporini, che alla commissione Difesa del Senato, aveva preannunciato le conseguenze dei tagli al bilancio delle Forze armate decretati nel tempo dalle manovre finanziarie: «La contrazione alle prevedibili disponibilità per l´investimento, comporterebbe un forte rallentamento dell´adeguamento tecnologico della Difesa - affermava il generale Camporini nella seduta del 23 luglio scorso - peraltro legato in moltissimi settori a sistemi acquisiti negli anni Settanta e quindi giunti al limite della vita tecnica».

A questo proposito va ricordato che il modello di elicottero precipitato, e di cui l'Aereonautica ha ordinato il fermo cautelare, è stato costruito nel '77 (qui trovate tutti i dati tecnici). Prosegue Repubblica:

Testimonianza che fa il paio con le dichiarazioni, rilasciate nel giorno dei funerali, di un parente del primo maresciallo Giuseppe Biscotti: «È la cronaca di una tragedia annunciata. Mentre era in volo Peppe aveva parlato di problemi all´elicottero per i quali avevano dovuto fermarsi». Preoccupazioni confermate da Angelo Marino, un motorista in servizio al Sar per 40 anni, oggi in pensione: «Chiara Bolin, la moglie del capitano Stefano Bazzo, non è una pazza. Che gli elicotteri HH-3F avessero dei problemi lo sapevano tutti».

La testimonianza di Angelo Marino, 40 anni di servizio al SAR come motorista, è riportata ampiamente da questo articolo de La Gazzetta del Mezzogiorno:

Di storie da raccontare [Angelo Marino, ndr] ne ha tantissime. A cominciare dagli incidenti degli HH-3F. L’ultimo, in ordine cronologico, è del 7 maggio di quest’anno: «C’era una esercitazione notturna, il mezzo volava sui colli Albani e si è trovato improvvisamente ad impattare con l’acqua, inabissandosi a 35 metri. L’equipaggio si è salvato per miracolo».
[...]
«Ricordo di aver assistito a Pratica di Mare ad un blocco idraulico, un’avaria improvvisa che manda in tilt l’HH-3F». Cosa può essere successo nel cielo di Francia? «Una cosa del genere. È molto importante la testimonianza di chi ha visto prima l’elicottero impennarsi verso l’alto e poi cadere al contrario. Forse, si è trattato di un blocco delle regolazioni delle valvole idrauliche. O di un problema ai martinetti principali della trasmissione. Già verificatosi in passato ad un altro mezzo: in quell’occasione si spaccò la testa del perno».

Di fronte a queste testimonianze (compresa quella non meno importante della vedova, secondo la quale da tempo Stefano Bazzo meditava di lasciare l'Aereonautica), capite anche voi che le dichiarazioni del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, secondo cui in ciò che è accaduto non c'era niente di prevedibile, lasciano un po' perplessi. Adesso, comunque, ci sono due inchieste aperte: una italiana e una francese che tenteranno (e speriamo che ci riescano) di fare piena luce su quanto accaduto.

L'impressione, comunque, è quella che forse sarebbe il caso di aggiornare il vecchio detto "finché non ci scappa il morto..." con "finché non ce ne scappano otto...".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Si, forse si poteva fare qualcosa prima...

Anonimo ha detto...

A volte sarebbe piu' intelligente e delicato aspettare in silenzio le analisi e i dati tecnici, invece di sparare ipotesi campate sul nulla. E' altresì curioso che spesso a parlare di piu' siano persone dalle dubbie competenze tecniche , spinte per lo piu'da qualche rancore che non dalla giusta cognizione di causa. Lo dico nel rispetto delle vittime, che conoscevo, e di coloro che continuano ogni giorno a lavorare duramente al 15°.
E' solo vile polemica legare fra loro fatti che nulla centrano con quanto accaduto, non hanno valore ne per chiarire la dinamica dell'incidente, ne contribuiscono a trovare valide soluzioni a quei problemi endemici del sistema.
Basta, ogni volta cercare il mistero di qualche presunta omissione e conseguentemente lanciare pseudoinvettive adornate di molti se se se....
Vogliamo dar la colpa a qualcuno: ebbene è nostra!
Si è di tutti noi quando prendiamo le decisioni o manovriamo le cose per i nostri piccoli interessi e non nell'interesse generale. Quando ci arabbattiamo in mille compromessi e dictac per salvare il nostro misero campicello.
E' della nostra ipocrisia a gridare in piazza contro un qualcosa che noi stessi abbiamo contribuito in grande o piccola misura a creare...o che in qualche modo, comunque ci ha dato "da mangiare"...
Aliena vitia in oculis habemus, a tergo nostra sunt
bu

Anonimo ha detto...

Carissimo, io sono quello che ha messo il commento precedentemente.
anche io ho perso una persona cara in quell'incidente. e rimango sospettoso sulla manutenzione dei mezzi da parte dell'aereonautica.
In questo caso si e' tratto di un cedimento strutturale, probabilmente di una pala.
Probabilmente non si sarebbe potuta evitare la tragedia. Ma il sospetto di un mancato controllo rimane. Penso sia umano.

Andrea Sacchini ha detto...

Non so che dire. Quel particolare modello di elicottero non era nuovo a problemi di vario genere, questo è acclarato. In virtù proprio di questo, forse doveva essere soggetto, periodicamente, a una più scrupolosa manutenzione. Anche se temo sarebbe servito a poco di fronte a un cedimento strutturale.

Grazie della tua testimonianza.

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