venerdì 24 ottobre 2008
La Gelmini, Berlusconi e la polizia: tutto e il contrario di tutto in una giornata
Questa volta ci ha messo un po' di più a dire tutto e il contrario di tutto: una giornata sola. Sta evidentemente perdendo colpi, visto che in qualche occasione precedente è bastata un'ora appena:
Ieri, infatti, puntuale, é arrivata la rettifica a quanto da lui affermato appena mercoledì scorso, e cioè (il neretto è mio):
«Non consentirò l’occupazione di università e di scuole, perchè non è dimostrazione e un’applicazione di libertà, non è un fatto di democrazia ma è pura violenza nei confronti degli altri studenti, delle famiglie, delle istituzioni e nei confronti dello Stato». E annuncia la convocazione del ministro dell’Interno per dargli «istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell’ordine per evitare che questo possa succedere») .
La colpa è evidentemente - secondo lui - dei giornalisti, colpevoli di avergli messo in bocca parole non sue e di aver frainteso quanto da lui detto. Certo, come si evince chiaramente dal filmato, la parola "polizia" il premier non l'ha detta esplicitamente, ma un presidente del consiglio che dà istruzioni al ministro dell'Interno su come intervenire attraverso le forze dell'ordine, a cosa pensate faccia riferimento, ai salumieri?
Fin qui le barzellette. Riguardo a questa benedetta "riforma Gelmini", elemento scatenante del can can di questi ultimi giorni, non ho molto da dire, se non che di riforma ha secondo me ben poco: mi pare che si tratti più che altro di tagli, pensati in maniera anche piuttosto indiscriminata. Da quando in qua i tagli si considerano riforme?
Per quanto riguarda le manifestazioni degli studenti, dirò una cosa forse impopolare, ma a scuola ci sono stato anch'io e non è difficile immaginare che accanto a una (sparuta?) minoranza di studenti che sanno veramente in cosa consiste questa benedetta riforma, e protestano quindi a ragion veduta, ce ne sono molti che non ne sanno assolutamente niente e che usano la protesta come scusa per cazzeggiare un po' e magari perdere qualche giornata di lezione. Sbaglio?
Gli scioperi degli studenti e le occupazioni scolastiche non sono una novità nata con la Gelmini, anche se forse dei livelli di esasperazione come quelli attuali è difficile ricordarli. Esattamente un anno fa, infatti, se ricordate, gli studenti scendevano in piazza contro il precedente ministro, Fioroni, per protestare contro la sua riforma e per chiedere più finanziamenti per la scuola pubblica. Prima di Fioroni è toccato alla Moratti, che nell'ottobre del 2005 ha assistito alla discesa in piazza di 250.000 studenti che protestavano contro la sua di riforma, quella del riordino delle superiori. Prima della Moratti è toccato, nel 1997 (governo D'Alema), al ministro Luigi Berlinguer e alla sua riforma. E si potrebbe continuare all'infinito andando a ritroso nel tempo. Io stesso ricordo perfettamente - facevo le superiori - gli scioperi niente meno che contro la Falcucci.
Insomma gli studenti, per un motivo o per un altro, hanno sempre protestato. A volte con motivazioni più plausibili, altre volte meno; nello specifico, come dicevo prima, penso che i tagli previsti - almeno da quel poco che ho potuto leggere - siano troppi e applicati senza un preciso criterio. Certo è che alcune situazioni che riguardano alcuni nostri atenei dànno un po' da pensare:
Oltre a produrremeno laureati del Cile e del Messico, non c’è un ateneo italiano tra i migliori 150 del mondo, 5 importanti università hanno buchi di bilancio enormi (Siena, Firenze, Pisa, Camerino, Urbino) che "avrebbero portato, se fossero state aziende, al licenziamento in tronco di chi le ha gestite per tanti anni". A dimostrazione della disorganizzazione basta ricordare che ci sono 37 corsi di laurea con un solo studente;
94 università e più di 320 sedi distaccate nei posti più disparati;
327 facoltà che non superano i 15 iscritti;
5.500 corsi di laurea (il doppio della media Ue);
170mila materie insegnate rispetto alle 90mila della media europea che hanno come unico vantaggio la moltiplicazione di cattedre e di posti per professori.
Infine, va ricordato che negli ultimi 7 anni sono stati banditi concorsi per 13.232 posti da associato ma i promossi sono stati 26mila: nel 99,3% dei casi sono stati promossi senza che ci fossero i posti disponibili facendo aumentare i costi di 300 milioni di euro. (fonte)
Io non ho mai avuto a che fare col mondo dell'università, e quindi non essendoci stato dentro mi baso su quello che leggo in giro. Che ci siano università economicamente più virtuose e altre meno è comunque indiscutibile, e forse proprio per questo una manovra più mirata avrebbe evitato di arrivare al punto in cui siamo.
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Ancora su Travaglio e la disinformazione:
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/politica/08_ottobre_24/annozero_polemiche_87dcb1aa-a1cd-11dd-8e51-00144f02aabc.shtml
ciao! complimenti per il blog! tra l'altro abitiamo vicini, io sto a santarcangelo!
RispondiEliminariguardo alla riforma gelmini e le "insurrezioni studentesche"...sono uno studente (quinta liceo) e ieri ho visto una cosa veramente fantastica a scuola: in 400 (1/3 degli studenti circa) ci siamo ritrovati in cortile per discutere CIVILMENTE di questa riforma, di nostre idee e opinioni, ascoltandoci a vicenda. Ok quando ha parlato qualcuno che esaltava l'importanza delle classi a parte per gli extracomunitari si è beccato un coro di "razzista" e qualcuno gli si è accanito (verbalmente) contro, però molte molte persone hanno discusso tra loro a prescindere dal proprio indirizzo politico, senza essere spinti o strumentalizzati da nessun partito.
Magari c'entra poco, però mi sembra una cosa degna di nota :P
Oltre ciò la riforma non la disapprovo in toto, ci sono molte cose NECESSARIE per un miglioramento della scuola, ma tagliare 8 miliardi di euro (quando l'italia è tra i paesi europei che già investe meno nell'istruzoin) pare decisamente esagerato se a farlo è un membro della classe politica più pagata d'europa. La trasformazione delle università in fondazioni private comporterà necessariamente un mutamento di obiettivi (un ente privato ha inevitabilmente come fine il profitto ahimè...) e un aumento delle rette universitarie (già tra le più alte d'europa), rendendole inaccessibili a moltim, quando è sancito dalla costituzione stessa che l'istruzione deve essere accessibile a *tutti*, senza eccezione di religione, classe sociale...
Se sei arrivato fin qua grazie di aver letto!
Ciao, Fabio
Ps: se hai voglia di fare un giro sul mio blog le letture son ben accette! (c'è un intervento sulla disinformazione in data odierna...) Ciao!
> in 400 (1/3 degli studenti circa) ci siamo ritrovati in cortile per discutere CIVILMENTE di questa riforma, di nostre idee e opinioni, ascoltandoci a vicenda.
RispondiEliminaBeh, mi pare che la cosa vi faccia onore: complimenti.
> Se sei arrivato fin qua grazie di aver letto!
Figurati, leggo sempre con piacere chi ha voglia di dire la sua. E se i commenti non sono anonimi e off-topic, mi piace anche rispondere.
Ciao.