giovedì 2 ottobre 2008

E se ci comprassimo un paio di mucche?

La crisi finanziaria che sta seriamente rischiando di mettere in ginocchio l'America, e le cui conseguenze cominciano a farsi sentire anche da noi, sta spingendo molti piccoli risparmiatori a farsi qualche domanda. Tipo, ad esempio, cosa fare del gruzzoletto che si è faticosamente racimolato col proprio lavoro.

E questa domanda non viene rivolta solo alle banche - in questo periodo prese d'assalto dalle richieste di chiarimenti - ma anche ai giornalisti.

Su Il Resto del Carlino dell'altro ieri, ad esempio, un lettore chiedeva a Massimo Fini come potrebbe utilizzare al meglio i propri risparmi custoditi in banca. Riporto qui di seguito l'esemplare risposta del giornalista:
Comprare un terreno coltivabile, due mucche, qualche gallina e trasferirsi lì. Il denaro, infatti, è un concetto virtuale che esiste finché la gente ha fiducia in lui. Una mucca invece è reale e si può ricavarne latte, vitellini e bistecche. Si procuri però anche un Kalashnikov, perché quando sarà crollato il sistema del denaro le folle delle città prima assalteranno i supermercati, poi, non potendo mangiare il cemento, si dirigeranno minacciose verso le campagne alla ricerca di cibo.

Si creerà una situazione simile a quella che si verificò dopo il crollo dell'impero romano che diede origine al feudalesimo, dove nei feudi e nei monasteri si ritornò a forme di autoproduzione e autoconsumo.

Più di un secolo fa Tatanka Iyotanka, alias Toro Seduto, aveva avvertito gli arroganti occidentali: "Quando avrete ucciso l'ultimo bisonte, abbattuto l'ultimo albero, prosciugato l'ultimo fiume, vi accorgerete che non potrete mangiare il denaro accumulato nelle vostre banche".

Non gli abbiamo creduto.
Massimo Fini.

Il Resto del Carlino, 30/09/2008.

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