sabato 5 marzo 2022

Cosa dobbiamo fare con la cultura russa?


Credo che la cosa ci stia un po' sfuggendo di mano. Dopo la vicenda di Paolo Nori e della lezione su Dostoevskij saltata alla Bicocca, a Firenze qualcuno ha pensato bene di mobilitarsi per gettare nell'Arno la statua dell'autore de I fratelli Karamazov e altre immortali opere, statua che fu donata l'anno scorso al comune dall'ambasciata russa in occasione dei 200 anni dalla nascita di Dostoevskij. Il sindaco Nardella ha ovviamente respinto questa idiozia.

Dostoevskij a parte, sta prendendo piede una sorta di "maccartismo" generalizzato e insensato nei confronti della cultura russa. A Reggio Emilia è stata ad esempio cancellata la mostra di un fotografo russo, Alexander Gronsky, che era in programma al Festival fotografia europea 2022; a Macerata è stato sospeso un concerto che doveva essere diretto dal direttore d'orchestra Valery Gergiev, il quale deve scontare la gravissima colpa di essere amico di Putin. Se si spulciano un po' le cronache si scopre che sono molti, in giro per lo stivale, gli eventi culturali sospesi o soppressi perché animati da personalità legate alla cultura russa.

A mio avviso è una cosa completamente priva di senso. Ora, se può essere in qualche modo comprensibile sospendere eventi diretti da personalità russe che avallano ciò che sta facendo Putin, a mo' di segnale, se volete, o come forma di sensibilizzazione, non ha viceversa alcun senso colpire indistintamente chiunque sia espressione della cultura russa. Cosa c'entra Alexander Gronsky con l'invasione dell'Ucraina? Per non parlare poi di Dostoevskij, poveretto. 

Se basiamo il nostro agire su questi parametri, dobbiamo a questo punto togliere dalle nostre librerie anche Roth, Hemingway, Poe, Steinbeck, Bukowski, King e tutti gli altri, visto tutte le porcate che hanno fatto gli americani in giro per il mondo (dall'Iraq all'Afghanistan; dal Vietnam al colpo di stato del 1973 in Cile organizzato dalla CIA ecc.). Ma allora dobbiamo cominciare a eliminare anche Leopardi, Manzoni, Sciascia, Montale, Eco e tutti gli altri, visto cosa ha combinato l'Italia in Libia e nella guerra d'Etiopia, solo per citare le vicende storicamente più note. Ma non lo facciamo, perché sappiamo distinguere, all'interno di un medesimo contesto, ciò che è bene e ciò che è male.

Eppure sembra che adesso questa distinzione non siamo più in grado di farla. E quindi cosa facciano? Oltre a Dostoevskij mettiamo al bando anche Gogol', Pasternak, Turgenev? Andiamo nelle librerie e gettiamo al macero Il dottor Zivago? Noi non siamo in guerra con la cultura russa solo perché un autocrate con evidenti problemi psichici ha avviato la criminale invasione di un paese sovrano dando inizio a una guerra. A me non sembra così difficile capire questa cosa. Eppure...

13 commenti:

  1. Io non credo alla storia di Firenze, secondo me Nardella voleva un po'd'attenzione.
    Ho trovato grave l'esclusione degli atleti russi dalle paraolimpiadi, parliamo tanto di inclusione e del ruolo dello sport,poi vengono penalizzati dei ragazzi per i quali le Olimpiadi sono il riscatto da una grave sventura.

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    1. Boh, non so se Nardella cercasse un po' d'attenzione (di solito queste cose le fanno maggiormente Salvini o Renzi, attualmente i due maggiori politici affetti da ipertrofia dell'io). In ogni caso, la piega che sta prendendo la cosa, compreso l'episodio da te citato degli atleti russi alle paralimpiadi, è drammaticamente ridicola.

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  2. Inutile esecrare eccessi idioti quando sono, appunto, idiozia pura: quindi lasciamo stare Dostoevskij e statue varie. Quando si tratta di mettere i bastoni alla cultura corrente, invece, esclusivamente per sensibilizzare ogni russo in vita contro il suo puparo psicopatico, io sono d'accordo. Prima capiscono che gli blocchiamo l'esistenza, meglio è.

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  3. Secondo me non è inutile esecrare questi eccessi, cosa che tra l'altro stanno facendo in tanti (storici, scrittori, uomini di cultura, e pensa quanto avrebbe da dire in proposito il grande Eco se fosse ancora tra noi...).
    Serve per dare un'idea del livello di idiozia a cui siamo arrivati, e prendere coscienza di un problema è già un primo passo per provare a porvi rimedio, anche se nutro ben poche aspettative in proposito...

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  4. Si sta cominciando a esagerare.
    Anche il mondo dello sport sta risentendo di questa situazione, per esempio sono state eliminate a tavolino le squadre russe dai quarti di finale della Champions League di pallavolo femminile, e rischiano di essere richiamate in patria le giocatrici russe ingaggiate dai vari club, anche italiani.
    La guerra non può vincere sullo sport né sull'arte. Semplicemente non l'accetto!
    E sulla statua di Dostoevskij, credo che distruggere un simbolo non cambierà di una virgola la situazione in essere in Ucraina; e sicuramente non cambierà in meglio il rispetto del popolo italiano verso la cultura.
    A questo punto facciamo come suggerisci, e chi è senza peccato scagli la prima pietra, a cominciare magari dallo stesso Putin! E se andassimo a ritroso nel tempo applicando questa regola, i libri di storia avrebbero molte pagine bianche.

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    1. Certo. Non esiste nessuna grande potenza che possa dire di non avere scheletri nell'armadio. Compresa la Russia, anche se rispetto a noi, che abbiamo una storia plurimillenaria, ne ha una molto più breve che parte grosso modo dal X secolo.

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  5. Dici che esiste un limite alla stupidità umana? Io no, penso che sia davvero illimitata, tanto che a volte non riesco neppure a commentarla.
    Una piccola nota di colore, se così si può dire: sono stati esclusi anche i terribili gatti russi dalle competizioni feline internazionali.
    Ciao, Andrea, buona domenica.

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    1. Confesso che quella dei gatti non la sapevo. Sai, credo avesse ragione Einstein, quando, nel celebre aforisma che gli viene attribuito, paragonava l'infintezza dell'universo all'infinitezza della stupidità umana.
      Ciao, Romina, buona domenica (o di ciò che ne resta) anche a te

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  6. Chissà poi in quanti hanno letto davvero I Fratelli Karamazov o L'idiota. Sulla censura io detesto che a qualcuno debba essere richiesto per forza di schierarsi dalla parte del giusto o dello sbagliato. A me già succede quando dico che uno dei miei poeti preferiti in assoluto è Ezra Pound e spesso mi guardano con occhio assassino. Altrimenti pensa quanti autori, scrittori, giornalisti, musicisti che hanno appoggiato o appoggiano ancora oggi la dittatura cubana verrebbero bannati da giornali, tv, teatri, radio... Detesto la dittatura cubana ma non vieterei mai a loro di esprimere le loro idee o di far quel cavolo che vogliono.

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    1. È così, c'è poco da fare, in tanti non riescono a fare quello scalino che fa distinguere l'arte e la cultura dal contesto da cui provengono.
      Pace e amen.

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  7. Forse siamo in guerra con la cultura e l'uso del buonsenso... che tristezza

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