lunedì 24 aprile 2023

L'ombelico del (nostro) mondo

Non c'è niente da fare, le persone che hanno una competenza, in qualsiasi campo, mi affascinano. Che si tratti di uno storico, di un letterato, di un filosofo, di un teologo, di un musicista, di un fisico, di un matematico, di uno scienziato non importa, questo è. Stavo per aggiungere anche un appartenente alla categoria dei politici, ma di politici competenti e colti non mi pare ne abbiamo, o almeno a me non sovviene alcun nome, per lo meno tra quelli pubblici più noti, quindi lasciamo stare.

Pensavo queste cose mentre ascoltavo questa bellissima lezione di Dario Fabbri tenuta ieri al Festival della scienza e della filosofia, a Foligno, in cui il noto analista geopolitico smonta in un'ora alcuni dei pregiudizi più diffusi e radicati che ci portiamo dietro noi occidentali. Tra questi, il più duro da estirpare è la convinzione che il nostro piccolo Occidente sia il centro del mondo, sia il posto migliore e tutto ciò che sta fuori aneli a diventare come noi. 

In realtà siamo una piccola porzione di pianeta, circa 600 milioni di persone su quasi otto miliardi, ma tendiamo a guardare tutti gli altri, che sono la stragrande maggioranza, con le nostre "lenti occidentalistiche", e questo ci impedisce di capire come è fatto il resto del mondo, di immedesimarci in esso.

Nella lezione Fabbri spiega questi concetti sviluppando tre punti. Il primo riguarda l'idea che tutto ciò che esiste fuori dal nostro piccolo guscio aneli a diventare come noi, che esista cioè una specie di meccanismo dinamico per cui tutti gli esseri umani tendono a vivere come noi e aspirano a diventare come noi. Il secondo punto riguarda una presunta universalità secondo la quale noi occidentali siamo autorizzati, non si sa in virtù di quale mandato, a parlare a nome di tutto il resto del mondo e ciò che pensa l'Occidente dovrebbe riguardare tutti. Il terzo punto riguarda i giovani e l'idea (sbagliata) che noi occidentali abbiamo di essi. Noi non c'entriamo granché, dal momento che i giovani da noi sono pochi e sono numericamente inferiori alla componente anziana della società, ma ci sono paesi e culture dove i giovani sono la maggioranza e costituiscono una massa critica reale, e qui è possibile vedere come sono realmente, cioè molto diversi da come immaginiamo che siano.

Se avete un'oretta e vi va di mettere sulla graticola alcune delle idee incancrenite che molti di noi si portano dietro, direi che questa lezione è il modo migliore.


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