domenica 30 aprile 2023

Punti di vista differenti

Mi piacciono i punti di vista differenti da quelli in cui siamo immersi fin da quando siamo nati, gli sguardi oltre, le altre visioni. 

La nostra civiltà occidentale ha due radici, la tradizione giudaico-cristiana e la tradizione greca (oltre metà delle parole che sono nei nostri dizionari derivano dal greco), e queste due culture hanno visioni antitetiche sul senso della vita, sulla vita stessa, sulla natura, sull'anima, sulla morte, su Dio. A meno che non si sia studiata un po' di filosofia al classico, noi conosciamo solo il punto di vista della tradizione cristiana (qui intendo il cristianesimo come inconscio collettivo, cultura, non religione), ma in genere conosciamo poco relativamente alla visione dell'altra metà delle nostre radici. E invece è affascinante conoscere anche l'altra metà e uscire un po' dal nostro guscio. Anche perché più si conoscono le altre visioni del mondo e più, di riflesso, si conosce quella a cui apparteniamo. 

Una delle più belle lezioni di Umberto Galimberti (qui).

7 commenti:

  1. E' molto abile: racconta sempre le stesse cose, indipendentemente dal tema trattato. E fa sempre gli stessi esempi e ripete a memoria le citazioni dei filosofi

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  2. Un video che avevo già ascoltato di mio. Mi è sempre piaciuto Galimberti, l'ho ascoltato con interesse, ma ora questo suo ostinato grecismo mi infastidisce.
    Premetto che non sono credente ma condivido in parte la visione giudico-cristiana che ha impregnato di valori positivi la cultura occidentale. Persino la rivoluzione francese e il comunismo marxiano, pur con il loro ateismo, non ne sono esenti.
    Gli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità sono cristiani e un altro concetto cristiano è quello di "speranza" che ci dà la possibilità di andare avanti almeno fino alla fine della vita e fiducia nel progresso. Io non ho studiato greco ma so che i greci erano dei guerrafondai e non tenevano nella giusta considerazione la condizione della donna, cosa che non posso accettare.

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    1. A me non infastidisce sentire parlare di cultura greca. Anzi è il contrario, mi piace sentire campane diverse dalle solite. Non so se i greci fossero un popolo guerrafondaio, quello che so con certezza è che noi occidentali nel corso della storia siamo stati guerrafondai. Per quanto riguarda le donne hai perfettamente ragione, nella Grecia antica erano considerate inferiori all'uomo, tuttavia non mi sembra che la cultura cristiana in duemila anni di storia l'abbia considerata in maniera molto più elevata. Basta leggere qualcosa di Agostino di Ippona, giusto per citare il primo che mi viene in mente, per rendersene conto.

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    2. Popoli 'guerrafondai' ? Un po' nebulosa come categoria. Galimberti è uno dei tanti, e nemmeno fra i più presenti, strumenti culturali affinché continuiamo a seguire determinati orientamenti e modelli etici, sociali e, non ultimo, filosofici, e a sentirci parte integrante di una cultura che indubbiamente si è incanalata sui binari del criterio greco-romano (prima che giudaico cattolico), che persegue ed esporta con l' efficacia del militarismo principi di cooperazione e fratellanza, per poi insegnarci, che il fine giustifica il mezzo che lo stesso mezzo, per quanto cruento, può elevarsi a irrinunciabile strumento della espressione di una volontà superiore , o di una laicissima e illuminata moralità a seconda di come la si vuol vedere, o sotto quale gonfalone ci si vuol genuflettere, ma questo...ah già! È il grande vantaggio di vivere in un mondo 'libero'

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  3. Non so se il mio commento è stato pubblicato

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  4. Buongiorno Andrea,mi trovo in perfetta sintonia con il paragrafo iniziale del post, perché si anche io sono favorevole a quei punti di vista differenti soprattutto quanto comprendiamo che ci allargano la mente ampliando una visione che altrimenti non ci permetterebbe di mettere in discussione anche il solo nostro punto di vista.

    Una cosa però tengo a sottolineare sul pensiero di Umberto Galimberti , quel senso di incoerenza tra i suoi stessi punti di vista però, dimostrabili dagli attacchi al Cristianesimo e il rinnegare quello che lui stesso ha ereditato in vita dallo stesso Cristianesimo come sostegno agli studi e libertà di pensiero compreso.Non penso che Galimberti abbia rimosso gli studi all'università cattolica e per chi vorrebbe approfondire le radici di questa università eccone un piccolo assaggio :

    - Chi siamo
    L’Università Cattolica, secondo lo spirito dei suoi fondatori, fa proprio l’obiettivo di assicurare una presenza nel mondo universitario e culturale di persone impegnate ad affrontare e risolvere, alla luce del messaggio cristiano e dei principi morali, i problemi della società e della cultura .

    Mi chiedo quindi se "pensare" dovrebbe significare riflettere anche sulle proprie esperienze ,sui fatti e la concretezza della vita o se il "pensare" debba essere racchiuso nelle collane di libri che ne rimangono l'impronta anche dopo che il partito si è superato?!

    Grazie e buona giornata a te Andrea e a tutti i tuoi lettori.


    Linda

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