sabato 8 aprile 2023

33 anni fa

Nel mese di aprile del 1990 - il giorno preciso non lo ricordo - iniziavo a lavorare nell'azienda in cui sono tuttora. In quegli anni lì trovare lavoro era ancora facile, bastava bussare e ti aprivano, e il lavoro era generalmente di qualità e tutelato. Dovevano ancora arrivare il pacchetto Treu, la riforma Biagi, il decreto Poletti e il Jobs act di Renzi, ossia tutte quelle "riforme" che nel corso degli anni hanno introdotto ed elevato a valore la flessibilità, un nome sofisticato e un po' altisonante con cui si usava mascherare la precarietà. 

Iniziai in aprile con un contratto stagionale, poi, quando arrivò settembre, mi fu chiesto se fossi interessato a restare in organico in pianta stabile. Sì, avete capito bene, fu l'azienda a chiedermi di essere assunto con un contratto a tempo indeterminato. Io tutto sommato mi trovavo bene, il lavoro mi piaceva e accettai, riservandomi di andarmene in caso avessi trovato qualcosa di meglio. Oggi sono quindi 33 anni che lavoro nella stessa azienda. 

Avere un contratto a tempo indeterminato a vent'anni mi permise di poter pianificare un po' la vita: sposarmi, mettere al mondo figli, fare delle spese ecc. Oggi un giovane deve sapere che quel mondo lì non esiste più, o quasi. Ci sono le cooperative, i contratti co.co.co, co.co.pro, a chiamata, a tempo, contratti che non danno diritto di godere delle più basilari tutele che ai miei tempi era naturale avere. Contratti coi quali è impossibile pianificare qualsiasi cosa, fosse anche l'acquisto di una macchina a rate. 

Ecco, credo che quelli della mia generazione siano gli ultimi superstiti di un mondo che non esiste più.

11 commenti:

  1. Sintesi perfetta, condivido la chiusa dell'articolo.
    Mi piacerebbe aggiungere, che nulla è perduto, ma... chi vivrà...
    Beh, dai ti auguro buone feste.

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  2. Io ho iniziato a lavorare nel 2010, con un contratto a tempo indeterminato subito dopo uno stage. È stato con il cambio di azienda nel 2015 che ho perso le tutele dell'articolo 18. Per fortuna che nel mio settore (l'informatica) ci sono molte opportunità.

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  3. In effetti sì, le competenze informatiche aprono molte porte. In bocca al lupo per l'avvenire.

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  4. Massimiliano09/04/23, 15:38

    Mah..? Son quasi 37 anni che lavoro tra privato ( i primi anni) e pubblico .
    I giovani nel settore pubblico almeno parlo nella sanità hanno ancora molte opportunità.
    La cosa strana rispetto ai mie tempi è che alle nuove leve non importa più tanto del posto fisso e non si fanno problemi a cambiare il posto di lavoro sia nel pubblico che nel privato.
    E questo alla prima incomprensione.
    Nel privato parlo del settore ristorazione , mia moglie che gestisce un ristorante a condizione familiare fa fatica a trovare cuochi e camerieri.
    E parlo di ragazzi usciti da poco dalle scuole alberghiere.
    Addirittura molti rifiutano pure lo stage.
    Motivazione : non vogliono lavorare le feste .
    Altri settori non li conosco ma non è la prima volta che leggo nei giornali di imprenditori che offrono stipendi più che buoni per trovare personale da inserire nelle loro realtà.
    Buona Pasqua Andrea

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    1. Il mondo del lavoro è variegato, sia nella domanda che nell'offerta, e ognuno, giustamente, fa riferimento alla propria esperienza. L'unico punto fermo, credo, sta nel generale e progressivo aumento della precarietà contestuale all'erosione di diritti e tutele.
      Buona Pasqua a te, Massimiliano.

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    2. Non credo c'entri tanto il colore dell'amministrazione regionale (nelle regioni amministrate dalla destra questi fenomeni non esistono?), quanto il fatto che lo sfruttamento e il precariato sono ormai la forma economica più diffusa nel nostro paese e non solo.

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  5. Anche nell'azienda in cui lavoro io è capitato abbastanza spesso (più in passato, oggi meno) che ragazzi non abbiano accettato di lavorare a causa dell'impegno che il mio tipo di lavoro richiede e della tipologia dei turni (quando iniziai io capitavano turni notturni e festivi). Quindi è vero, da una parte molti giovani cercano il lavoro comodo, facile, possibilmente vicino a casa; dall'altra, però, è anche vero che ragazzi volenterosi si rifiutano, giustamente, di accettare lavori pesanti e turni lunghi per paghe orarie al limite dello sfruttamento.
    La realtà del lavoro è complessa e sfaccettata.
    Ciao Valeria, buona Pasqua.

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  6. Massimiliano11/04/23, 10:20

    Sullo stage , Gravo mi riferivo a studenti sotto i 14 anni me pare inviati dalle scuole per un mese e quindi senza essere pagati.
    Ma funziona con tutti così.
    Molti rifiutano lo stage appunto per non lavorare il sabato e la domenica.
    Concordo con Valeria precariato a parte molti giovani d’oggi non hanno voglia di lavorare.
    Certi lavori dove viene offerto il posto a tempo indeterminato non vengo manco presi in considerazione dai giovani.
    E parlo di lavori nel settore edile ad esempio.
    Ma pure idraulici , manutentori , saldatori .
    Camerieri e cuochi , restando nel settore di mia moglie.
    C’è da dire un altra cosa le paghi base sono stabilite dai contrati nazionali.
    Ma vengono arrotondate con il compenso in nero .
    Chi va a lavorare sabato e festivi per 1.200 € mensili?
    Un cuoco ha chiesto alla mia consorte di essere pagato completamente in nero per non perdere il reddito di cittadinanza e non scherzo.
    Chiaramente mia moglie ha rifiutato.
    Altra cosa mettendomi dalla parte dell’imprenditore cercare personale a tempo indeterminato ( parlo sempre per esperienza personale della consorte) si è rivelato un bisogno ma anche un rischio.
    Perché lo stato non tutela nel caso di licenziamento per giusta causa l’imprenditore.
    Avere una cameriera a tempo indeterminato che dopo i primi due mesi si presenta al lavoro completamente ubriaca e continua a farlo successivamente nonostante ripetuti richiami ti mette alle spalle al muro.
    E se la licenzi hai più da perderne che guadagnarne.
    Bisogna mettere sul piatto della bilancia diverse cose e se si è arrivati al precariato bisognerebbe capire dove sono le varie colpe.
    Dico solo questo.
    Amministrazioni di destra o sinistra cambia poco.
    Max

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  7. Si hai ragione ho sbagliato .
    Ma cambia poco il senso di quello che volevo dire.
    !5 o 16 anni , molti ragazzi rifiutano lo stage per il discorso sopra ,cioè non voler lavorare il sabato e la domenica.
    Sì hai ragione anche sui licenziamenti facili.
    Però per tutelari tutti anche chi non merita ( vedi licenziamento per giusta causa ) un imprenditore ci pensa non una ma due volte prima di assumere uno a tempo indeterminato .
    E quindi ne rimettono in tanti.
    Per carità il precariato è una piaga ma anche i vari furbetti che si vogliono far assumere per poi farsi licenziare apposta per non perdere disoccupazione non son da meno.
    Poi non parliamo del reddito di cittadinanza e di quanti ne hanno fatto uno stipendio a tutti gli effetti.

    E ti posso raccontare un casino di storie...come il solito bisogna sentire tutte le campane.
    E io resto della mia convinzione che molti giovani d'oggi non lavorano perché vivacchiano.

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