domenica 13 ottobre 2019

Armi ai turchi

Nel 2018 l'Italia ha venduto armi alla Turchia per oltre 360 milioni di euro, armi commerciate, chi più chi meno, da quasi tutti i paesi europei. Francia, Germania e Olanda hanno già annunciato di interrompere questo mercanteggiamento e domani Di Maio andrà in Europa ad alzare la voce (non ridete, eh) chiedendo che lo facciano tutti gli altri paesi europei.

Nel frattempo quel gentiluomo di Erdogan continua tranquillamente, anche con le nostre armi, a massacrare i curdi, popolo senza patria storicamente abituato a essere ciclicamente massacrato dal prepotente di turno; curdi che fino a ieri erano stati risparmiati dalla furia sterminatrice del mastino turco solo perché nel territorio dove erano situati, il nord della Siria, c'erano un centinaio di soldati americani (americani e curdi hanno combattuto insieme l'Isis. In realtà i curdi, gli americani si sono limitati a dare una mano).

Poi, improvvisamente, Trump decide di levare le tende, sapendo benissimo quali sarebbero state le conseguenze, perché, dice, mica può sprecare tempo ed energie (cento soldati americani!) per queste guerrigliole del cazzo, e giustifica l'azione dicendo che i curdi sono terroristi (quando ci combatteva assieme non lo sapeva?) e nella Seconda guerra mondiale non hanno mosso un dito in supporto degli americani durante lo sbarco in Normandia (voi vi rendete conto, vero, che il tizio che dice queste scempiaggini è a capo della prima potenza del mondo?).

E così siamo tutti qua, oggi, a stracciarci ipocritamente le vesti perché Erdogan massacra i curdi con armi vendutegli dall'Europa. Europa che naturalmente viaggia in ordine sparso e senza fare troppo casino, perché in Turchia non ci sono solo aziende italiane ma anche francesi, tedesche ecc. Un po' come in fondo noi non abbiamo fatto troppo casino con l'Egitto per la vicenda Regeni, dal momento che l'import-export tra l'Italia e l'Egitto viaggia su numeri dell'ordine di qualche miliardo di euro.

Nel mezzo ci sono gli immancabili profughi, questa volta quelli stanziati in territorio turco, che Erdogan ha quantificato in oltre tre milioni di persone e minacciato di espellere dalla Turchia e spedire in Europa se non la smettiamo di agitarci per la carneficina perpetrata in Siria. Non so se notate: anche in questo caso i profughi trattati non come persone ma come arma di ricatto nei confronti dell'Europa; uomini, quindi, considerati come mezzo e non come fine, quindi mai come persone. Lo faceva Salvini quando li teneva imprigionati sulle navi e lo fa Erdogan con quelli ammassati nei campi profughi turchi. Con buona pace di Kant e di ogni brandello residuo di Umanesimo.

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