Se io ricevo un'offesa non posso difendermi autonomamente, perché la mia difesa non potrà mai essere proporzionata all'offesa ricevuta, e questa sproporzione è generata dal fatto che io, offeso, quindi vittima di un torto, sono emotivamente carico e ben difficilmente questo stato potrà permettermi di equiparare la mia reazione all'offesa ricevuta. Da qui la necessità della presenza di una figura terza, equidistante dalle parti, che sia in grado di valutare nel miglior modo possibile la proporzione della risposta in rapporto all'entità dell'offesa.
Quando Salvini va a solidarizzare in carcere con chi si è difeso autonomamente dalla visita di un ladro uccidendolo a fucilate, nel caso in questione praticamente a sangue freddo, atto che con la legittima difesa non c'entra niente, è come se buttasse nel cesso duemila e passa anni di diritto e di civiltà, quella civiltà che fa sì che noi, oggi, si viva in uno stato di diritto, pur con tutti i suoi difetti, e non in mezzo a un far west dove ognuno si fa giustizia da sé, che è dove qualcuno vorrebbe riportarci.
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