sabato 23 febbraio 2019

Benestanti e migranti

Tra le tante cose che non sono mai riuscito a capire, c'è il motivo per cui chi è benestante non può parlare di migranti, come se il fatto di avere un pingue conto in banca e la fortuna di una professione remunerativa impedisse automaticamente di provare empatia per chi versa in condizioni più disagiate.

Qual è l'automatismo che secondo la Meloni e altri dovrebbe scattare? Non lo so. Mi sembra una generalizzazione talmente ridicola che giusto la Meloni può concepire. Sia tra chi è benestante e chi no ci può infatti essere chi ha a cuore il problema e chi no. Non vedo il legame col conto in banca.

Faccio un esempio banale, il primo che mi viene in mente. Mettiamo che nella mia città venga per un qualsiasi motivo abolito il servizio di trasporto pubblico e inizino di conseguenza proteste e manifestazioni in piazza per chiederne il ripristino. Se anche io non facessi uso di mezzi pubblici e utilizzassi esclusivamente la mia automobile, cosa mi impedirebbe di pensare che l'abolizione del servizio di trasporto pubblico sia comunque una cosa sbagliata? E perché non potrei solidarizzare con i manifestanti affinché il servizio pubblico venga ripristinato?

È logica spicciola, secondo me. Evidentemente, per la signora Meloni no.

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