sabato 23 febbraio 2019

E il celibato?

Preghiera e penitenza, nessun contatto con i minori, sorveglianza da parte di non meglio precisati responsabili. I sistemi auspicati da Bergoglio per combattere ed eradicare il secolare e mai risolto dramma della pederastia nel clero sono questi.

Una volta terminato di ridere, anche se da ridere c'è ben poco, non si può non notare come del tabù della abolizione dell'anacronistico e insensato celibato dei preti, che permetterebbe di ottenere cospicui e reali risultati nella lotta a questa piaga (vedi anglicani e protestanti, ad esempio, da sempre anni luce avanti rispetto ai cattolici), si continui a non parlare. Guai!

Per il Cattolicesimo i preti devono continuare a restare celibi e a sfogare le loro pulsioni altrove, salvo poi doversi sorbire, noi, il prodursi, da parte di papi e vescovi, di regolari e patetici atti di scuse pubbliche e di ridicole promesse che si risolverà questo dramma, come è avvenuto nel summit vaticano qualche giorno fa.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

sei un po' a digiuno di catechesi. Nei vangeli è scritto chiaramente che il clero è sposo di Cristo e in quanto tale non può sposarsi ulteriormente.

mi pare evidente.

Andrea Sacchini ha detto...

Precisamente, in quale passo del Vangelo sarebbe esposto questo assunto?

Anonimo ha detto...

in nessuno. La teologia cristiana non è solo lettura acritica ma interpretazione apologetica delle scritture la quale si sviluppa nel corso dei secoli fino ad oggi.

le scritture vanno intepretate e l'interpretazione da luogo alla tradizione alla quale a nessuno è dato ribattere.

può non piacerti o meno ma così è e così deve essere

Andrea Sacchini ha detto...

Vanno interpretate come obbligo per sopravvivere. E non c'entra niente il fatto che a me, o a chiunque altro, piaccia o non piaccia, dal momento che da agnostico della faccenda non può fregare di meno. Quello che mi stupisce, come ho già scritto nel post, è il motivo per cui questa interpretazione non vada, da parte del cattolicesimo, nella direzione di una abrogazione di questo anacronistico e insensato obbligo.

Anonimo ha detto...

il problema è che l'insensato obbligo non può venire abrogato sit et simpliciter poiché esistono diverse correnti in seno al cattolicesimo che si oppongono con tutte le forze.
Fai conto che la Chiesa sia come un parlamento in cui ci sono tanti partiti tra di loro diversi che non fanno che discutere e - spesso - litigare. Ora: alcuni, tra cui anche io, sono un per un ammorbidimento dello stato di celibato, altri sono per una totale abrogazione, altri ancora - e non sono pochi - sono per lasciare le cose come sono. Sono gli ultraconservatori. Sono potenti e sono determinati. Il Papa, che è un moderato riformista può opporsi a loro ma entro certi limiti e progressivamente. In altre parole: le alte gerarchie ecclesiastiche sono disomogenee e spesso agiscono in maniera contrastante.
Ogni modifica all'ordine tradizionale quindi necessiterà di molto tempo, forse decenni.
Del resto un tempo era peggio: ci volevano secoli

Andrea Sacchini ha detto...

Benissimo. Alla luce di tutto questo, si evitino almeno questa patetiche sceneggiate pubbliche, dal momento che concretamente non servono a niente.

Anonimo ha detto...

Be le sceneggiate pubbliche sono per i fedeli che ci credono. Se uno non crede non è obbligato a prenderne parte.
Tra l'altro vengono fatte, qui in Italia, nella piazza prospiciente San Pietro, che, tecnicamente è Stato del Vaticano e quindi non interessa lo Stato.
Riguardo messe e celebrazioni queste avvengono in luoghi di culti tutelati dallo Stato, mentre le processioni (che personalmente considero residui di culti pagani) hanno luogo per volontà popolare. Molti italiani, che si dicono o sono atei o agnostici, non rinunciano mai alla processione, specie nei piccoli paeselli sparsi per il territorio.
Per il resto puoi sempre chiedere ai tuoi rappresentanti in parlamento una revisione del concordato (per l'ora di religione per esempio) e pregare che - se dovessero risponderti - non ti mandino i carabinieri a casa.

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