Ma c'è altro. Nel post in cui scrive tutto questo si legge:
Non può non sfuggire, qui, in riferimento agli immigrati, l'utilizzo del verbo rifilare, solitamente usato con valenza prevalentemente, anzi direi esclusivamente, dispregiativa e sempre riferito a cose, oggetti. Scrive il Treccani, ad esempio: "Di cose singole, ma sgradevoli o comunque non desiderate, affibbiare: rifilare a qualcuno un pugno, un calcio; m’ha rifilato una moneta falsa; rifila sempre a me gli incarichi più noiosi."
Ecco, tutto questo per far notare come nella scala di valori del ruspista le persone che affollano i barconi siano considerate alla stregua di fastidiosi e sgradevoli oggetti, neppure persone, ma cose indesiderate da sbattere di qua e di là, possibilmente più lontano che si può, come fossero puzzolenti sacchi di immondizia.
E tutto questo senza alcuna remora, probabilmente senza neppure la consapevolezza da parte di Salvini di essersi fatto portatore di un concetto così disumano. È difficile, dopo, sorprendersi del cinismo e della cattiveria dilaganti, dal momento che i primi diffusori di questo marciume morale sono quelli che, per la posizione che occupano, dovrebbero invece arginarlo.
2 commenti:
Della considerazione che lo schifoso ruspista ha degli immigrati eravamo ormai tutti al corrente. La tragedia è che questa sua considerazione, visto il ruolo istituzionale che tragicamente ricopre, passa per cosa normale e dà quindi permesso e libertà a masse di ignoranti di dire e pensare le stesse sue mostruosità senza scrupolo alcuno.
considerazioni chiare e ineccepibili.
massimolegnani
(orearovescio.wp)
Posta un commento