Difficile stabilire chi, fra Lega e M5S, abbia fatto più giravolte nel passaggio dalla campagna elettorale agli scranni governativi. L'ultima di queste infinite retromarce riguarda gli inceneritori, oggi tanto cari a Salvini e da sempre odiati dai Cinque stelle.
Il ruspista dice che in Campania si faranno, a costo di mandare Di Maio a quel paese e il governo a casa. Peccato che nel 2016, appena due anni fa, sempre Salvini si schierava a spada tratta contro la costruzione di un inceneritore a Terni, solidarizzando coi consiglieri leghisti che occupavano l'aula del Consiglio regionale umbro per bloccarne i lavori.
L'anno successivo, la Lega avrebbe poi vinto le comunali anche, anzi soprattutto, coi voti di chi era contrario alla costruzione dell'inceneritore di Terni.
La politica, oggi, è così. Non esistono più idee di ampio respiro, progetti in cui si crede da difendere nel tempo a costo dell'impopolarità, esistono solo piccoli e meschini calcoli elettorali utili solo per raccattare consenso in vista di una consultazione elettorale. Poi va tutto nel dimenticatoio.
E questa cosa qui la stragrande maggioranza di chi vota non la capisce, oppure la capisce ma va bene così. Qua si propende per la seconda ipotesi.
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