Come forse avrete letto, la CEI ha modificato un passaggio del testo del famosissimo Padre nostro. La frase "non ci indurre in tentazione" è diventata "non abbandonarci alla tentazione". Manca ancora la parola finale della santa sede ma dovrebbe essere questione solo di tempo, dal momento che è stato lo stesso Bergoglio a sollecitare la modifica.
Leggendo questa notizia mi è venuto in mente che il Padre nostro è sempre stata la preghiera che da bambino preferivo, e per un motivo molto semplice: era il preludio alla fine della messa. Cioè, ipotizzando sessanta minuti la durata di una messa, la recita del Padre nostro arrivava più o meno a un quarto d'ora dalla fine, quindi il grosso era fatto e si cominciava a intravedere la luce in fondo al tunnel.
Oh, lo so, qualcuno aveva magari inizialmente pensato a motivi più nobili che giustificassero il mio fanciullesco apprezzamento della suddetta preghiera, ma pazienza. D'altra parte, questo era.
Per quanto riguarda la modifica in sé, trovate una esauriente spiegazione qui.
Riassumendo brutalmente, comunque, è stato il cambiamento nel corso dei decenni dell'accezione del sostantivo tentazione a fare scattare la decisione di modificare la frase, sostantivo che aveva all'epoca della stesura del testo una valenza molto più positiva di quanto ne abbia oggi.
Riassumendo brutalmente, comunque, è stato il cambiamento nel corso dei decenni dell'accezione del sostantivo tentazione a fare scattare la decisione di modificare la frase, sostantivo che aveva all'epoca della stesura del testo una valenza molto più positiva di quanto ne abbia oggi.
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