mercoledì 6 aprile 2016

Non è solo colpa di Hamer

In genere non me la prendo più di tanto con i criminali come questo Rike Geerd Hamer, ex medico (è stato radiato dall'albo) tedesco attualmente latitante; né, fondamentalmente, me la prendo troppo con chi ci resta secco perché ha scelto scientemente di restarci secco. Me la prendo di più con la dilagante convinzione che rifiutare le cure tradizionali, testate e sperimentate, in favore di approcci terapeutici più "spirituali", totalmente campati in aria e privi di qualsivoglia validazione scientifica, sia una strada percorribile. No, non è percorribile, in primo luogo perché, come abbiamo visto, spesso ci si lasciano le penne, e in secondo luogo perché figlia di un generale e progressivo rimbecillimento collettivo, a sua volta figlio di una dilagante e collettiva refrattarietà all'uso della normale capacità di discernimento, quella che dovrebbe fare suonare almeno un campanello d'allarme quando un cretino qualsiasi ti dice che per vincere il cancro devi sgombrare la mente dai pensieri e dai sensi di colpa.
La progressiva refrattarietà all'uso della normale capacità di discernimento è in sostanza il terreno fertile su cui fioriscono e prolificano la maggior parte delle cretinate pseudoscientifiche che da tempo vanno per la maggiore, come l'affermazione dell'omeopatia, le cure "alternative", il rifiuto dei vaccini perché si dice facciano male, il caso Stamina e via di seguito. La domanda vera è quanti morti saranno necessari ancora prima che la gente si svegli, ma non mi sembra che l'andazzo offra validi motivi di ottimismo in questo senso.

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