sabato 23 aprile 2016

Giornata mondiale del libro



Tra le tante giornate mondiali di qualcosa che ci vengono propinate ogni giorno, oggi c'è quella del libro. Non ho mai capito fino in fondo il senso di queste celebrazioni (ufficialmente sono una forma di sensibilizzazione su un tema specifico), dal momento che dal giorno successivo ogni traccia della suddetta sensibilizzazione svanisce come polvere al vento, ma questo è. Leggo su Wikipedia che l'istituzione di questa giornata il 23 aprile non è casuale, ma scelta perché nel 1616 morirono tre grandissimi scrittori: Miguel de Cervantes, William Shakespeare e tale Inca Garcilaso de la Vega, quest'ultimo a me totalmente sconosciuto - abbiate pazienza, mica sono Umberto Eco, eh. In realtà l'accorpamento di questi tre nomi è frutto di una forzatura, dal momento che il 23 aprile di Shakespeare è riferito al calendario giuliano, ma non stiamo troppo a sottilizzare.
I libri, è noto, sono la bestia nera degli italiani, come si evince da ogni dato reperibile. Oltre il 60% della popolazione italiana sopra i sei anni non ne apre neppure uno all'anno, e non è che ci sia granché da commentare. Sì, lo so, leggere richiede tempo, un certo impegno e una propensione abbastanza elevata a tenere desta l'attenzione, e capisco perfettamente che chi arrivi a casa la sera dopo una giornata di lavoro, magari portando sul groppone incazzature e scazzi con colleghi e superiori, preferisca di gran lunga buttarsi nel dopo cena sulla televisione, che non richiede al cervello alcuno sforzo particolare. Però è una giustificazione che regge fino a un certo punto, probabilmente è più un alibi, dal momento che non penso che tutti quelli che non leggono perché non hanno tempo abbiano i weekend sempre impegnati. La verità è che la lettura, come ogni altra cosa, è una passione, e se non si ha non si ha, specie se fin da piccoli non si è stati abituati a prendere con essa confidenza. Come infatti scrive l'Istat, "La propensione alla lettura è fortemente condizionata dall'ambiente familiare: leggono libri il 66,9% dei ragazzi tra i 6 e i 14 anni con entrambi i genitori lettori, contro il 32,7% di quelli con genitori che non leggono libri."
L'aspetto curioso, a tal proposito, è che l'istituto di statistica classifica come "forti lettori" quelli che leggono un libro al mese, dal che deduco che la mia non sia più una passione ma una patologia, da cui ovviamente non voglio guarire.

6 commenti:

  1. Un libro al mese nei periodi proprio bui (leggasi durante il matrimonio).Per la festa del libro mi sono regalata un secondo e-reader, con la lucetta :-) Cristina

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  2. forti lettori un libro al mese? io ne leggo, in media 5 o 6 al mese (visto che non ho lavoro di tempo ne ho parecchio).
    Sono oltre la patologia credo.
    Forse sono da camicia di forza.

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    1. Io purtroppo (si fa per dire) lavoro, quindi ho una media più bassa. Comunque sia, ogni momento libero è buono per prendere un libro in mano :-)

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  3. Il mio matrimonio si :-) decisamente :-)

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