Niente di plateale, si intende. La notizia esce in sordina (per ora), nascosta tra la ormai stucchevole vicenda Alitalia, il nuovo filmato su Meredith e i 5 italiani rapiti in Egitto, e si appresta a diventare argomento di discussione delle prossime "priorità" della banda che abbiamo mandato a governarci. In sostanza i parlamentari "normali" si sono detti: perché loro sì e noi no? Detto, fatto. Ecco in arrivo il suddetto lodo Consolo, che servirà a prendersi cura anche di loro (e in particolare di uno), poverini, abbandonati al loro destino (giudiziario) come pecore mandate al macello.
Un lodo Alfano per il premier Silvio Berlusconi. Per bloccare i suoi processi Mills e Medusa. Quello è già fatto. È alle spalle. Adesso serve un lodo Consolo per il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, di cui Consolo è pure avvocato. Aennino il ministro, aennino il proponente. Tutto in famiglia. Com'è stato per il lodo Alfano. Uno scudo protettivo per fermare i processi alle alte cariche dello Stato fresco di pochi mesi. Un disegno di legge, pensato e scritto dal deputato Giuseppe Consolo, affidato alle cure del capogruppo di Forza Italia Enrico Costa, nelle prossime "priorità" della commissione Giustizia della Camera.Lo stralcio dell'articolo che ho riportato qui sopra, ha fatto la sua comparsa ieri pomeriggio in un angolino di Repubblica, quasi a non voler dare fastidio, preludio al fatto che alla vicenda verrà presumibilmente dato il minor risalto possibile. In caso contrario sentiremo la solita tiritera: serve a tutti, è urgente, serve a difendersi dalle toghe rosse, bla bla bla...
Una nuova porta aperta verso il definitivo ripristino dell'immunità parlamentare in stile 1948 per tutelare e mettere al riparo chi è già nei guai con la giustizia. In comune con il lodo Alfano la solita norma transitoria, quella che disciplina l'utilizzo di una legge, e che, anche in questo caso come per tutte le leggi ad personam, stabilisce che il lodo Consolo "si applica anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della presente legge".
Giustizia di casa nostra per tutto il governo Berlusconi. Stavolta per i suoi ministri. Per Matteoli in particolare, visto che a Livorno c'è un suo processo per favoreggiamento. Ma vediamo prima la proposta e poi la persona e il processo a cui si applica. Che si va a inventare Consolo per il suo cliente? Una leggina, due articoli in tutto, che rivoluziona le regole costituzionali per i reati ministeriali, quelli commessi da soggetti che sono, o sono stati, ministri. Un giochetto facile facile.
Rendere obbligatoria la richiesta di autorizzazione anche per i reati che, a parere del tribunale dei ministri, non meritano una copertura ministeriale e quindi, stando alle norme attuali, devono essere valutati e investigati dalla procura. Se, a parere dei pm e dei giudici, il delitto è stato commesso, il soggetto va a processo come un normale cittadino.
Eh no, questo a Consolo non sta affatto bene.
Anche perché c'è giusto il suo compagno di partito e legalmente assistito, il ministro Matteoli, ex capogruppo di An al Senato nella scorsa legislatura, e prima ancora ministro dell'Ambiente, che nel 2005 viene messo sotto inchiesta dalla procura di Livorno per aver informato l'allora prefetto della città Vincenzo Gallitto che c'erano delle indagini sul suo conto per l'inchiesta sul "mostro di Procchio", un complesso edilizio in costruzione a Marciana, nell'isola d'Elba.
Per ora si tratta di una proposta, niente di più, che tra l'altro pare abbia suscitato qualche perplessità (finta?) all'interno della stessa maggioranza. Ed è anche interessante notare che esce praticamente in concomitanza col famoso rapporto di cui parlavo ieri sera.
Non ci resta che aspettare. Ho l'impressione che ne vedremo (e sentiremo) delle belle.
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