giovedì 29 maggio 2008

La questione Rete4 spiegata ai semplici

Come probabilmente molti avranno avuto modo di leggere, ieri è stato stralciato, dopo accese discussioni alla Camera, l'emendamento chiamato "salva-Rete4". In pratica, tutto il terzo comma del testo di legge (quello che avrebbe consentito a Rete4 di prolungare ulteriormente il già infinito regime di "provvisorietà di trasmissione" su frequenze non sue) è stato tolto e verrà ripresentato senza le parti - definite dall'opposizione - più "scandalose".

Come probabilmente i miei lettori di più vecchia data avranno notato, ho scritto più volte in questo blog della questione, perché, a parte il fatto in sé, mi pare che sia il caso per antonomasia che meglio descrive la differenza tra l'informazione via internet e quella via televisione. Vi faccio un piccolo esempio.

Ieri, sulla versione online del Corriere, è stato pubblicato qualche commento di Emilio Fede sugli sviluppi della vicenda. Eccone un piccolissimo ma significativo estratto:
"Che il centrosinistra voglia favorire Europa7 a scapito di Rete 4 non ci sono dubbi. E anzi ci sono motivi che non dico ma tutti sanno."
In queste due semplici righe, apparentemente innocue, è concentrata tutta la differenza di cui parlavo più sopra. Perché?


Questo sondaggio, pubblicato sempre dal Corriere online (ho catturato la schermata ieri pomeriggio verso le 18), pur non avendo ovviamente valore statistico, dice chiaramente che la stragrande maggioranza dei lettori online prende le distanze dal provvedimento, o comunque non lo trova condivisibile.

Ora, secondo voi, se la stessa domanda fosse stata posta a persone che in casa non hanno un pc, e che quindi l'informazione se la sorbiscono solo dalla tv, il risultato sarebbe stato lo stesso? Io penso di no, perché ciò che ha detto Emilio Fede rispecchia esattamente il pensiero di chi si informa esclusivamente tramite il mezzo televisivo (con la differenza, ovviamente, che Fede sa esattamente come stanno i termini della questione). La classica casalinga di Voghera, per intenderci.

E non lo dico per ipotesi. Mi è capitato di parlare dell'argomento (abbiate pazienza, sono uno che chiacchiera molto) con persone che (a) o non erano addirittura a conoscenza per niente dell'intera questione, o (b) pensavano, come va dicendo da anni certa informazione di partito, che fossero effettivamente quei cattivoni di sinistra a voler mandare Fede sul satellite per motivi facilmente immaginabili.

Nessuno sapeva niente di Europa7, di Francesco Di Stefano, di bandi di assegnazione delle frequenze televisive, di legge Gasparri, di sentenze del Consiglio di Stato e della Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Per il semplice motivo che in televisione si tratta di un argomento tabù: o ti informi in rete oppure non lo sai.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non vorrei sbagliarmi, ma mi è sembrato di capire che il problema non riguardi solo rete 4.
Mi sembra che anche una delle reti Rai sia costretta ad andare sul digitale o a trasmettere senza la pubblicità.
Il 1 Agosto 2007 la cassazione he deliberato in favore di Europa 7 e condannato le due reti al digitale.
Quindi: vero che Rete4 è "clandestinamente" al suo posto, ma se non erro a questo punto il decreto Gasparri ha comunque salvato anche Rai3.
Quindi l'Italia è in mora anche per Rai3?

Marco

Anonimo ha detto...

Piccolo Aggiustamento: Non la Cassazione, ma una commissione della camera.
Scusate, ma il lavoro mi fonde!

Andrea Sacchini ha detto...

> Quindi: vero che Rete4 è "clandestinamente" al suo posto, ma se non erro a questo punto il decreto Gasparri ha comunque salvato anche Rai3.
Quindi l'Italia è in mora anche per Rai3?


Per raitre il discorso è diverso. La legge Gentiloni del 2006 prevedeva sì il passaggio di rete4 e di una rete rai dall'analogico al digitale, ma solo come misura per ridurre la dimensione del duopolio televisivo di rai e mediaset, tentando di dare più spazio alla concorrenza.

Ma per quanto riguarda rete4, a questo problema si aggiunge quello arcinoto (si fa per dire) dell'occupazione abusiva di frequenze non sue.

Ciao.

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