E' la prima volta che scrivo qualcosa sulla vicenda dell'omicidio del piccolo Samuele, almeno se la memoria non mi inganna. Il motivo è molto semplice: non sono mai riuscito, in tutti questi anni in cui la vicenda ha tenuto banco, a farmi un'idea precisa. E poi c'era già Bruno Vespa coi suoi plastici a Porta a Porta che ne parlava a sufficienza (e che probabilmente ne parlerà ancora).
A dire la verità non è che abbia seguito minuziosamente il susseguirsi degli eventi, ma mi sono solo limitato a leggere un po' qua e là ciò che riportava la stampa durante le varie tappe in cui si è snodata la vicenda. Ma perché non sono riuscito a farmi un'idea e quindi a non allinearmi né agli innocentisti né ai colpevolisti?
Probabilmente tutto ciò è dovuto al fatto che la stessa protagonista si è rivelata nel corso del tempo un personaggio estremamente ambiguo, indecifrabile quasi. Da una parte la Franzoni fredda, cinica, poco dispensatrice di lacrime tranne che in tv. E poi quel suo incolpare tutti a destra e a manca, indistintamente, compreso lo sconosciuto di passaggio, veicolando ogni volta gli inquirenti su strade che regolarmente non portavano da nessuna parte. E poi la girandola di avvocati, i giornali, i media, un processo celebrato più in televisione che in tribunale.
Dall'altra una Franzoni che continua ostinatamente a proclamarsi innocente, accusando la procura di Torino di non aver mai veramente fatto niente per cercare il vero colpevole. Una Franzoni affettuosa coi figli, animatrice in parrocchia, babysitter, e dall'altro ieri, per la legge, assassina di suo figlio.
Quel figlio che nonostante sia stato la vera ed unica vittima, è stato anche l'unico del quale non si è mai parlato.
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La telenovela è appena cominciata. Rifondazione ha chiesto la grazia per la Franzoni.
RispondiEliminaGià, forse avrei dovuto titolare il post "la telenovela infinita". Tra proposte di applicare l'indulto, buona condotta, cronaca minuziosa della vita in carcere, e adesso la grazia, il gossip per i prossimi anni è assicurato.
RispondiEliminaVabbè...
Andrea@ "E poi quel suo incolpare tutti a destra e a manca, indistintamente, compreso lo sconosciuto di passaggio, veicolando ogni volta gli inquirenti su strade che regolarmente non portavano da nessuna parte".
RispondiEliminaTi sei risposto da solo molto bene. La Franzoni è stata anche condannata, a marzo, per diffamazione contro il pm Maria del Savio Bonaudo. Il fatto è pubblico, lo trovi su google, quindi si può citare.
Io ho studiato molto bene il caso, leggendo anche l'ordinanza di custodia cautelare del 2002, tanti documenti e studiando dettagli di cui i media non hanno mai parlato volontariamente, ossia per lasciare il pubblico nel dubbio.
Oltretutto sul web modero un forum famoso che si occupa di casi di omicidio, ecco perché m'interesso di questi fatti.
Come ho detto, ti sei ben risposto da solo.
Ciao!
Andrea@ "Quel figlio che nonostante sia stato la vera ed unica vittima, è stato anche l'unico del quale non si è mai parlato".
RispondiEliminaAnche qui ti sei risposto in maniera perfetta. Direi che non occorre aggiungere altro.
Grazie delle precisazioni, Romina.
RispondiEliminaMi pare di aver capito da quanto scrivi - correggimi pure se sbaglio - che tu condividi quindi la sentenza della cassazione. Giusto?
Ciao.
Giustissimo!
RispondiEliminaAnzi, si potrebbero dire tante cose circa i diversi modi di operare della giustizia, nel senso che i "poveracci" non ottengono le stesse infinite coccole e delicatezze che allietano la vita di determinati imputati, i quali possono invece permettersi tutto, anche di farsi beffe della legge.
La Franzoni, suo marito e Taormina sono stati anche denunciati per frode processuale (il Cogne-bis), cioè a causa delle impronte false nel garage della casa di Cogne. Anche queste sono notizie pubbliche, se ne può parlare.
E siccome sai già anche tu che la giustizia non è proprio uguale per tutti, non ho bisogno di spiegarmi oltre. ;)
Saluti :)
> E siccome sai già anche tu che la giustizia non è proprio uguale per tutti
RispondiEliminaLo so, abbiamo esempi di questo fin troppo frequentemente...
Ciao.