sabato 11 ottobre 2025

Tregua

Chi cerca di capire e di interpretare gli avvenimenti del mondo basandosi su quanto dicono e scrivono gli esperti e gli studiosi (in questo caso di geopolitica), non capisce bene cosa ci sia da festeggiare riguardo al raggiungimento della tregua tra Hamas e Israele. C'è sollievo, ovvio. Si vedono le immagini dall'alto delle centinaia di migliaia di sfollati palestinesi che tornano a casa loro e queste immagini commuovono. Sfollati che tornano perché immaginano che durante questa tregua nessuno gli sparerà più addosso mentre sono in fila per un piatto di minestra e nessuno bombarderà più le loro case. Quelle case che non esistono più, dal momento che il 90 per certo del territorio di Gaza è raso al suolo. Letteralmente.

Ma la tregua raggiunta, che non si sa quanto durerà, è il primo passo di altri cento che ci sono da fare prima di essere sicuri che si arrivi a qualcosa di definitivo. Siamo all'uno per cento del percorso da fare.

Personalmente gioirò quando Netanyahu sarà tradotto in galera per il resto della sua vita per ciò che ha fatto, assieme ai suoi ministri della destra religiosa radicale che non hanno firmato gli accordi e si rifiutano di farlo. Festeggerò quando si comincerà ad andare oltre il primo punto di partenza che è questa tregua, estremamente fragile e dagli esiti incerti. Festeggerò quando la Cisgiordania sarà liberata dalle violenze brutali dei coloni israeliani, che la occupano illegalmente da decenni in barba a ogni risoluzione ONU. Festeggerò quando finalmente i palestinesi potranno vivere nel loro territorio senza essere circondati da ogni lato dai carri armati israeliani. Ma ce n'è di strada da fare, ancora.

Festeggerò quando anche l'Europa risponderà dei due anni di connivenza silenziosa con lo sterminio dei palestinesi. La donnetta urlante a capo del nostro governo è già salita sul carro dei vincitori (vincitori di cosa?) dichiarando che per il raggiungimento di questa tregua l'Italia ha svolto "un lavoro silenzioso". Falso. L'unico lavoro silenzioso che ha fatto l'Italia è stato supportare in tutto e per tutto il genocidio dei palestinesi per due anni. Nient'altro. Festeggerò anche quando questa fabbricatrice seriale di menzogne se ne sarà andata a casa e, in un sussulto di dignità e orgoglio, la maggioranza degli italiani rassegnati e sfiduciati manderà al governo qualcuno che sia veramente degno di rappresentarli. Ma anche qui c'è ancora il 99 per cento di lavoro da fare.

17 commenti:

  1. concordo, i festeggiamenti sono quanto meno prematuri e non sono sicuro che ci sia davvero la volontà di cambiare le cose. La liberazione di Barghouti sarebbe stato un gesto potente di cambiamento, ma nè Hamas nè Israele lo vogliono libero.
    massimolegnani

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    1. In effetti la sua liberazione sarebbe stata un gesto eloquente. Speriamo comunque che alla fine da questa tregua si sviluppi qualcosa di più per i palestinesi. Ma io sono fondamentalmente un illuminista e coltivo sempre il dubbio, e in merito a questa vicenda di dubbi ne ho tanti.

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  2. In ambito palestinese gioirò anch'io con te, e per le stesse ragioni, alle quali aggiungerei la sparizione dall'orizzonte di potenti generi immobiliaristi.
    Quanto al campo nazionale, concordo con te sul fatto che per gioire non basterà che la donnetta urlante levi le tende insieme alla sua trista schiera di fabbricatori seriali di menzogne; bisognerà che i nostri connazionali prendano atto di quella che è la realtà, che se ne rendano conto. E qui, sarà il mio innato pessimismo, ma la vedo davvero dura.
    Confidiamo possa avvenire, come a volte succede (vedi giustamente le manifestazioni per la Palestina di dimensioni fino al giorno prima inimmaginabili), l'inaspettato e l'inspiegabile.
    Ciao Andrea, buon week-end ;-))

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    1. Condivido il tuo pessimismo per quanto riguardo i nostri connazionali, pessimismo corroborato dalla enorme mole di documentazione a supporto.
      Buon weekend anche a te, siu ;-)

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  3. in realtà io credo sia semplicemente stata una resa di Hamas. Tutto ciò, per un tempo.

    podi-.

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    1. Alcuni analisti sostengono che l'accettazione della tregua da parte di Hamas è stata una mossa che ha preso in contropiede Netanyahu, il quale invece sperava in un rifiuto per poter addossare all'organizzazione stessa la responsabilità della continuazione del massacro.

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    2. Anch'io l'ho pensata così nei primi momenti.

      podi-.

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  4. penso che la Meloni rimarrà a lungo al governo. Del resto le elezioni sono guastate dai suoi sodali che ti controllano se voti e per chi voti. Da me almeno funziona così... e a volte ci si mette pure la digos

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    1. Non ho capito: dalle tue parti c'è chi controlla come si vota?

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    2. dalle mie parti tra sit in di protesta e digos dilangante sei scoraggiato ad andare a votare per i referendum. Purtroppo siamo in dittatura

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  5. Festeggerò con te... ma ci sarà tanto da aspettare.

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    1. Speriamo di fare in tempo.
      (Sai com'è, comincio ad avere una certa età :-)).

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  6. Prova a indovinare quando e chi ha scritto le seguenti parole ;-) :
    "Nessun trattato di pace deve essere ritenuto tale se stipulato con la tacita riserva di argomenti per una guerra futura. Infatti sarebbe in tal caso solo una semplice tregua, una sospensione delle ostilità [...]"
    Che, tenendo conto che Israele non vuole nessuno stato palestinese e che Hamas dubito voglia veramente consegnare le armi (più molte altre riserve da ambo le parti), la dice lunga sulla possibile durata di questa pace...

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    1. Che poi, tecnicamente, non stiamo neanche parlando di pace ma di semplice cessate il fuoco, checché ne dicano Trump e i giornali. Quindi Kant aveva ragione. Credo che il suo più grande orrore fosse pensare che l'uomo deve sempre essere considerato come un fine e non come un mezzo.
      Ma secondo me in fondo in fondo non ci cedeva neppure lui :-)

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    2. Bravo!! è proprio Kant, "Per la pace perpetua" del 1795...

      A proposito: sto cercando del materiale sull'odio e, in particolare, su come si propaga nella società fra più generazioni: ti è per caso capitato di leggere niente al riguardo?

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    3. Mi pare di no. Ho letto tempo fa un libro che spiega la questione della maggiore o minore conflittualità tra gli esseri umani ma sulla propagazione dell'odio tra generazioni, no.

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