Come ho già scritto altre volte, oltre a questo blog, che gestisco ormai da vent'anni, ho solamente un account su Facebook che mantengo attivo perché per alcune cose mi è utile. Tuttavia mi capita spesso di leggere di persone che per vari motivi (tra cui appunto la tossicità, qualunque cosa si intenda con questo termine) chiudono tutto e se ne vanno. Alcune le conosco anche di persona.
Boh, non so. Forse sta lentamente prendendo piede la consapevolezza che effettivamente ormai il mondo della comunicazione digitale non è più uno strumento a nostra disposizione ma siamo noi a sua disposizione. Molti stanno forse scoprendo che i meccanismi con cui sono strutturati i social, i quali guadagnano in proporzione al tempo con cui riescono a tenere gli utenti incollati agli schermi degli smartphone, sono diventati eccessivamente pervasivi e si comincia a prendere coscienza di questa pervasività. Forse molti di quelli che prendono simili drastiche decisioni vogliono semplicemente riappropriarsi del proprio tempo, vogliono utilizzarlo in maniera più proficua.
Forse c'è anche altro. Anzi, sicuramente c'è anche altro.
Io sono sempre in lotta con l'utilizzo dei social, anche perché molte volte mi rendo conto come siano loro a utilizzare me.
RispondiEliminaLavoro come social media manager quindi devo conoscerli bene e approfonditamente. Anche per questo mi è facile capire le dinamiche "ingaggianti" che ci sono dietro, e nonostante ciò, io stesso fatico a tenere le giuste distanze. Insomma, una dinamica complicata.
Un paio d'anni fa ho sperimentato una settimana totalmente senza social. I benefici si vedono molto in fretta ma ho comunque avvertito il rischio di rimanere isolato, nell'informazione per esempio, così come in alcuni scambi sociali che oggi, vuoi o non vuoi, è lì che avvengono. La mia soluzione perciò, al momento, è tenerli controllati il più possibile, darmi un tempo limite, usare blocchi alle app con dei timer, disinstallare i social che sono più nocivi per la mia attenzione (vedi tiktok).
Non funziona sempre, ma ci provo. E poi, oltre a questo, ho cercato di renderli più informativi e utili e meno dediti al pettegolezzo. In soldoni: ho smesso di seguire gran parte dei miei conoscenti su instagram, così non vedo tutta la loro vita ogni giorno, e favorisco pagine di informazione, libri, cultura. Da un lato mi permette di non "sprecare" tempo, dall'altro, quando incontro qualcuno, sono davvero interessato a sapere cos'ha fatto nel tempo in cui siamo stati distanti, perché non mi sono visto spiattellata tutta la sua vita giorno per giorno. Così come io, lato personale, non sto più postando inutili aggiornamenti su cosa faccio e dove vado. Alla fine... perché farlo?
Meglio il blog, davvero, dove dare spazio a pensieri più approfonditi e lenti e soprattutto ai miei esperimenti di scrittura.
La soluzione di tenerli controllati pur continuando a usarli immagino sia una di quelle più gettonate ed è così anche per quanto mi riguarda. In ogni caso, il mio vero punto fermo rimane sempre il blog. Nel corso degli anni ho aperto e chiuso più volte account fb e twitter, ma l'unico spazio che non ho mai chiuso e che ho sempre utilizzato regolarmente è questo. E credo sarà sempre così, nonostante i blog siano ormai da tanti anni utilizzati da pochi e ostinati disperati :-)
EliminaSolo il mio blog buongiorno e non smanetto per niente, certe volte mi allontano per X motivi, infatti mi hanno data per morta, le linguacce biforcute. Ma per me è uno diario, e così lo definisco e tengo. Giorno
RispondiEliminaNon so se nel mio caso si possa definire diario in senso stretto, diciamo che è uno spazio che uso per dire la mia su ciò che vedo intorno.
EliminaGiorno
Andrea, tu sei l'unico blogger che seguo, per motivi tecnici,(non so perché non mi compaiono gli altri) .
RispondiEliminaComunque devo dire che ti leggo con interesse.
Sei partita così così quando hai scritto che segui il mio blog solo per motivo tecnici, poi hai chiuso bene scrivendo che mi leggi comunque con interesse.
EliminaSto scherzando, ovviamente.
Ciao Paola, grazie :-)
Ti leggo da poco ma devo riconoscere che il tuo blog è uno dei più interessanti tra quelli che leggo.
RispondiEliminaPierre
Grazie Pierre, troppo buono.
EliminaI social li trovo caotici prima ancora che tossici. Non capisco anzi chi tratta la propria pagina come fosse un blog, non abbia piuttosto un blog vero e proprio. E poi, su Facebook, la ripetitività e il riciclaggio di notizie che ormai non sono più nemmeno tali: il fatto che Joaquin Phoenix sia vegano e perché, la filantropia di Angelina Jolie, l'intelligenza dei polpi...: e non parlo di condivisioni ma di post creati ex novo. E i server si intasano di duplicati.
RispondiEliminaLa mia attività su Facebook è la seguente:
- apro le notifiche ed eventualmente rispondo
- scorro il social, eventualmente interagisco
- al primo "già visto" esco.