Dall'inizio del suo pontificato ha già incontrato Salvini, lo stesso Salvini che Bergoglio si è sempre rifiutato di ricevere, e il presidente israeliano Herzog, che papa Francesco non incontrò mai di persona.
Oggi Leone fa una dichiarazione che se riferita al 24 febbraio 2022 potrebbe essere etichettata come una verità di La Palice, se invece la contestualizziamo in una visione storica un po' più ampia e meno infantile fa ridere.
Notare che, a proposito di Nato, papa Francesco la accusò di abbaiare alle porte della Russia, aggiungendo anche - forse la lezione più bella che ci ha lasciato - che non esistono imperi buoni e imperi cattivi, gli imperi fanno gli imperi, punto e basta, e se qualcuno gli avesse voluto spiegare come si fa a capire la differenza tra un impero buono e uno cattivo sarebbe stato il benvenuto.
C'è stato un momento, prima dell'elezione di Leone, in cui sembrava avere qualche chance il cardinale Zuppi, ma era troppo in gamba, quindi aveva già perso in partenza.

Alla fine credo sia giusto che ogni papa faccia la sua politica e imprima alla chiesa la sua "direzione". In fondo la chiesa fa politica da sempre.
RispondiEliminaPierre
Verissimo. Ma naturalmente rimangono "direzioni" criticabili su cui ognuno può dire la sua.
EliminaBuongiorno, Andrea. Da non credente, ammetto che papa Francesco mi manca molto. Mi mancano le sue parole chiare, nette, la sua sincera preoccupazione per il destino dei popoli e la sua enorme capacità di lavoro, perché non si è mai risparmiato, nonostante i gravi problemi di salute.
RispondiEliminaMi manca perché ha avuto il merito di ricordare, sottolineare e rinforzare gli ideali di pace, umanità e accoglienza senza fare sconti a nessuno. In questo senso, al netto di alcune posizioni sui temi etici, è stato una sorta di leader di centrosinistra "supplente", che ha ispirato e attirato a sé chi si sentiva smarrito a causa dell'ambiguità del centrosinistra politico. Non a caso, è stato apprezzato anche da molte persone non credenti. Per cui sì, io oggi mi sento più sola. E non mi vergogno di dire che a lui penso spesso, immaginando anche cosa direbbe oggi vedendo lo strazio di Gaza.
Pertanto concordo con il tuo post.
Buona giornata. :)
Buongiorno Romina. Hai perfettamente ragione e ogni volta che sentivo papa Francesco dire qualcosa di chiaro e netto sulle storture del capitalismo, sui migranti, sulle guerre, sullo sfruttamento degli esseri umani, mi chiedevo perché certe cose chiare e nette non riesce più da tempo a dirle il centrosinistra.
EliminaCiao :-)
Lo accusavo di chiacchierare molto e agire poco, Papa Francesco. Questo però neanche chiacchiera, e se lo fa, spesso è a sproposito.
RispondiEliminaIn effetti Leone fa poche uscite e sono tutte uscite tranquille, che non scuotono, non graffiano, non sollevano dibattiti. Tipo un colpo al cerchio e uno alla botte, quasi non volesse disturbare.
EliminaFrancesco aveva ben altra caratura.
Ah, Zuppi... magari!
RispondiElimina"Continuità addio. Su pedofilia, lgbt e diaconato femminile si inizia a registrare il divario totale tra Francesco e Leone XIV. È quello che emerge dall’intervista a Prevost pubblicata nel volume León XIV. Ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI della vaticanista di Crux, Elise Ann Allen. Posizioni che fanno comprendere maggiormente perché i cardinali conservatori, acerrimi nemici di Bergoglio, in conclave si sono schierati fin da subito a favore della candidatura di Prevost. Quelli stessi porporati che oggi, all’interno della Curia romana, vengono visti come gli “azionisti di maggioranza” del pontificato di Leone XIV. La distanza notevole tra i due ultimi papi si registra innanzitutto sul tema della pedofilia. Un Prevost molto “garantista”, soprattutto nella gestione delle denunce."
(da Il Fatto Quotidiano di ieri)
Ecco.
EliminaSono d'accordo con te ma secondo me manchi il bersaglio principale.
RispondiEliminaSi può valutare Leone XIV secondo tanti criteri che, in effetti, comunque suggeriscono qualcosa: chi incontra, le posizioni teologiche, la sua opinione sull'origine della guerra in Ucraina.
Questi criteri a mio avviso sono imperfetti e danno una valutazione solo parziale della persona.
A volte può essere giusto incontrare persone che non ci piacciono per capirle, perché quella è la base del dialogo. Sulle posizioni teologiche poi bisognerebbe essere a nostra volta teologhi per valutarle ma credo che tutto e l'incontrario di tutto sia sostenibile.
Sulla guerra in Ucraina aveva già l'opinione che citi appena fu eletto (sarebbe quindi interessante sapere se l'ha ribadita o se è stata semplicemente rilanciata) comunque non la condivido ma ci può stare sebbene la trovi estremamente semplicistica e riduttiva...
Secondo me però il criterio principale, forse l'unico, che dovresti usare per giudicare il Papa è la sua posizione sul genocidio palestinese: qui non ci sono "se" né "ma" da un Papa, cioè da un buon Papa, mi aspetterei solo una denuncia totale e diretta.
Di sicuro un Giovanni Paolo II non se ne starebbe zitto e forse anche Benedetto XVI, nonostante la "pecca" di essere tedesco, avrebbe fatto qualcosa...
La mia, in realtà, non voleva essere né una valutazione né un giudizio di merito su papa Leone. Ho solo voluto mettere in rilievo le differenze di orientamento tra l'attuale papa e il suo predecessore e il fatto che personalmente mi sento più in assonanza con Francesco rispetto a Leone.
EliminaÈ perfettamente normale che ogni papa abbia una sua "direzione". Nella storia abbiamo avuto papi che, pur tenendo più o meno la barra dritta per quanto riguarda i temi etici, sulla loro visione politica sono stati piuttosto differenti. E da un certo punto di vista ci sta. D'altra parte Francesco veniva dall'America Latina, si potrebbe dire dai confini del mondo rispetto a tutti gli altri. Papa Leone è statunitense, è perfettamente organico all'Occidente e alla nostra visione del mondo, non avrebbe mai potuto avere la stessa visione politica del suo predecessore.
Sì, che non fosse un Francesco bis era piuttosto prevedibile.
EliminaIo invece ero curioso di scoprire che tipo di papa sarebbe stato e, in particolare, se sarà una guida più "politica" o "morale" (tanto per capirci).
La sua posizione, a mio avviso ambigua, sulla Palestina mi fa propendere fortemente per la prima ipotesi. Vi è comunque anche la possibilità che, essendo un matematico, stia ancora "calcolando", ovvero cercando di massimizzare la probabilità di raggiungere i suoi scopi agendo in un certo modo. Chissà, magari pensa di poter aiutare di più i palestinesi non andando a testa bassa contro USA e Israele. Io credo che, comunque, sbaglierebbe ma vedremo...
Aggiungo che la crisi etica dell'Occidente mi suggerisce che ci sarebbe maggior bisogno di un buon esempio morale che di un altro dubbio politicante.