domenica 21 aprile 2024

Pretese eccessive

Che poi vabbe', se ci si pensa un po' le pretese di Scurati per quanto condivisibili sono abbastanza lunari. Come si può pretendere che questa compagine di governo si dissoci dal fascismo e abbracci l'antifascismo? Meloni, La Russa e altri vengono da quell'ambiente lì, sono nati e cresciuti in quel brodo di coltura lì e le loro radici sono lì.

Radici non solo politiche ma anche identitarie. Perché l'appartenenza politica afferisce alla sfera dell'identità. Un po' come la religione. E all'identità non si rinuncia. Sì, si può smussare qualcosa, ma il nocciolo è inscalfibile. Ed è così per tutti, anche per me. Quindi è inutile aspettarsi che Meloni, che in altri tempi definiva Mussolini un grande statista, o La Russa (quest'ultimo tiene in casa i busti del duce: figurarsi) si presentino al 25 aprile pronunciando la parola antifascismo. Non la pronunceranno mai, e da un certo punto di vista è normale che sia così e mi stupirei se accadesse.

Quello che è auspicabile, dal momento che questa classe di governo è di questa pasta, è che se ne vada presto a casa, altro non si può fare, e per mandarla casa serve ben altro che un monologo di Scurati.

7 commenti:

  1. Avranno pure simpatie fasciste ma entrambi Meloni e La Russa sono nati in un'epoca in cui il fascismo era già morto e sepolto.

    Il governo Meloni attua politiche liberiste e atlantiste le stesse del PD seppur in maniera differente.

    Temo purtroppo che resteranno a lungo dopo circa 18 mesi di governo hanno avuto solo un leggero calo e soprattutto non ci sono reali alternative.

    https://www.filosofico.net/diegofusaro/rischio-di-ritorno-del-fascismo-luscita-surreale-di-scurati/

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  2. Sull'argomento si direbbe che il tuo post e quello del sempre ottimo Leonardo Tondelli si integrino a vicenda:
    https://leonardo.blogspot.com/2024/04/dodici-lettere-la-prima-e-a.html
    Condivido con te Andrea che questa classe di governo per mandarla casa serva ben altro che un monologo di Scurati, ad ogni modo sono stata piacevolmente colpita dalla (necessaria, eh...) durezza del comunicato dell'Usigrai, che ha anche indetto 5 giorni (!) di sciopero. Insomma, è già qualcosa...

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    1. Anche a me ha fatto piacere vedere questo sussulto di dignità dei giornalisti RAI. Segno che c'è ancora chi non ci sta. E ho ammirato molto il coraggio di Serena Bortone, la quale adesso un prezzo dovrà comunque pagarlo. Brava davvero.

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  3. Apprezzo la tua ironia e trovo grave la situazione che s'è evidenziata e sta via via impossessandosi di tutto il conquistato (a caro prezzo). Non mi hanno mai convinta le affermazioni dei media che davano voce e rassicuravano sul cosa "non era" il sistema che si era instaurato e già ora sarebbe facile smentirli. Come scrivi, per i censori è questione di radici e non possono dare altri frutti che quelli impartiti dalla loro natura. Lo stesso accade a Scurati ma spetterebbe a noi giudicarlo o scegliere di leggerlo o meno... non una censura che lo epura.
    Quel che mi preoccupa sono gli italiani che, spesso, paiono senza radici.
    Ciao Andrea.

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    1. Non è un problema solo di noi italiani. Ho recentemente letto Modernità liquida, di Bauman. La scomparsa di radici ma anche di punti fermi è un problema che riguarda da almeno un paio di decenni tutto il mondo occidentale.
      Ciao Sari.

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  4. A proposito del prezzo che la brava Serena Bortone dovrà pagare, Andrea, sei stato (facile) profeta:

    https://www.repubblica.it/politica/2024/04/22/news/serena_bortone_scurati_rai_dimissioni-422699291/?ref=RHLF-BG-P3-S1-T1

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