martedì 16 aprile 2024

Anarchici in famiglia

A volte invidio la vita "anarchica" di Francesca, mia figlia minore, anche se spesso non concordo con le sue scelte. Anarchica nel senso che la vive senza fare della pianificazione un'ossessione. Lei non sta mai in un posto, cambia lavoro spesso, va dove le pare, gira, ama conoscere posti nuovi, gente nuova, ma sempre facendo conto solo su se stessa, senza chiedere supporto o aiuto di qualsiasi tipo a nessuno. 

Anche se le sue radici sono saldamente ancorate qui, lo spirito è libero. Mi sarebbe piaciuto, quando avevo la sua età, essere come lei.

7 commenti:

  1. Proprio perchè sono l'esatto contrario, anch'io la invidio.

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  2. Penso che sono della stessa generazione di tua figlia. Comunque credere in se stessi dipende da vari fattori ma di sicuro aiuta tantissimo in questa complicata società neoliberale.
    Io sono più mentalità da PCI lavorare per sempre nello stesso posto.

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  3. Facevo un osservazione sull'uso dell'aggettivo possessivo "mia figlia" come regola di comportamento codificata che rappresenta un po tutti noi quando ci rivolgiamo ad una persona cara e la confrontiamo contraddittoriamente con la libertà spirituale.Quasi a conoscere bene la seconda senza riuscirla a scindere dal primo.

    Trattasi di oggetto empirico?:)

    L.

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  4. L., l'aggettivo possessivo "mia" va letto nella sua accezione consuetudinaria, non reale. Altrimenti anche il fatto che le mie figlie dicano "mio babbo" andrebbe sottoposto alla stessa osservazione.

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    1. Accezioni consuetudinarie che diventano realmente abitudinarie,dal momento in cui si ereditano, passando da generazione in generazione :))

      Una sorta di ricerca empirica che passa sotto la stessa osservazione/induzione/deduzione/test e valutazione.

      Perché ci si affida spesso su ciò che rivelano i dati empirici e
      nel momento in cui veniamo circoscritti in certi comportamenti sotto l'aspetto quantitativo e qualitativo dei nostri comportamenti,come in questo caso manifesto , non si riesce a sdradicare dalla mente un concetto di "possessione",che nega l' evidenza sostituendola come "accezione consuetudinaria" ?



      "Facevo un osservazione sull'uso dell'aggettivo possessivo "mia figlia" **come regola di comportamento codificata che rappresenta un po tutti noi quando ci rivolgiamo ad una persona cara ...**

      Se può consolare,dentro gli asterischi c'è un plurale a cui facevo riferimento ,che riguarda quasi tutti noi comuni mortali.

      Grazie e buona serata

      L.






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  5. allora non si usava pensare e vivere così... erano in pochi a farlo.

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