lunedì 4 dicembre 2023

Ma è ancora Crepet?

Spiace che Paolo Crepet si sia da tempo avviato su una china che a volte mi fa dubitare che sia ancora lui. A me Crepet generalmente è sempre piaciuto, al netto di certi toni paternalistici, un po' egocentrici e al netto anche di alcune, eccessive generalizzazioni. Ho seguito spesso sue conferenze, ho letto alcuni suoi libri. Ma ultimamente mi sta abbastanza scadendo.

Non mi è piaciuta per niente, ad esempio, la sua perculata ai vegani di qualche tempo fa, un'uscita abbastanza patetica ai livelli di un Salvini qualsiasi. Ancora meno mi è piaciuta la sua uscita di ieri secondo cui chi ascolta trap cade poi nel tunnel della droga, ammesso che non ci sia già.

A meno che il noto psichiatra non abbia infatti dati in grado di confortare quanto afferma, questa associazione automatica è una solenne stupidaggine. Chi cade nel tunnel della droga è infatti difficile che lo faccia a causa della musica che ascolta (ammesso che la trap si possa definire musica, ma questo è un altro discorso). Credo siano ben altri, e di ben altro spessore, i motivi che inducono molti giovani a finire nelle spire degli stupefacenti.

Si tratta di generalizzazioni, semplificazioni, quasi delle boutade che a me personalmente meraviglia sentire da intellettuali generalmente considerati seri e autorevoli. Peccato.

2 commenti:

  1. Neppure a me pare lo stesso. Ogni suo concetto espresso non è parere d'esperto ma definitivo. Su certe brutte faccende poi, ci vorrebbe più cautela e grazia.

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    1. Ma infatti. Vabbe', mi terrò le tante cose che ho imparato dai suoi libri e dalle sue conferenze e addio a tutto il resto.

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