sabato 9 dicembre 2023

Cosa resta di Mahsa Amini

Circa un anno fa veniva uccisa in Iran Mahsa Amini e quell'omicidio fu l'innesco di una grande ondata di proteste che, nell'immaginario collettivo (nostro), aveva lo scopo di ribellarsi a quel tipo di regime fino ad arrivare a rovesciarlo. Le cose, purtroppo, non sono andate così e oggi gli ayatollah iraniani sono saldamente al loro posto e le proteste si sono spente senza che sostanzialmente nulla sia cambiato.

Dario Fabbri, in questa interessantissima lezione, spiega i motivi per cui l'ondata di proteste non ha sortito effetti. Una lezione attraverso la quale si smontano molti luoghi comuni e modi di pensare (sbagliati) che noi occidentali ci raccontiamo come veri. In primo luogo l'idea che quelle proteste siamo nate perché gli iraniani, che sono i discendenti dell'antico impero persiano (gli iraniani sono persiani), vogliono vivere come noi. Questo nella ridicola convinzione che tutto il mondo aneli alla way of life occidentale, mentre nella realtà all'80% del pianeta di noi occidentali non frega nulla, anzi mediamente ci schifano proprio.

Il secondo luogo comune che Dario Fabbri smonta riguarda l'idea che quelle proteste rappresentassero il volere della totalità degli abitanti dell'Iran. Niente di più falso. I manifestanti scesi nelle piazze rappresentavano infatti una parte dei giovani che vivono nelle città maggiori. Gli abitanti dell'Iran profondo, quelli che si trovano fuori delle città e che sono la stragrande maggioranza della popolazione dell'impero iraniano, non hanno manifestato e non condividono quelle proteste. 

Fabbri spiega tutto questo analizzando la storia dell'Iran dal punto di vista antropologico, psicologico e storico, mettendo in rilievo l'abissale differenza che esiste tra la nostra cultura occidentale e quella iraniana, e soprattutto smontando l'idea a cui non riusciamo a rinunciare di essere il centro del mondo e oggetto del desiderio del resto del pianeta.

Lezione bellissima.

2 commenti:

  1. Purtroppo la nostra civiltà non si può imporre ma se si tratta di far rispettare dei diritti universali degli uomini e delle donne, quali la parità di genere, ben venga la contestazione! Un saluto!

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    1. Beh, non sono molto d'accordo. Noi la nostra civiltà l'abbiamo imposta. Partendo da Cristoforo Colombo e attraversando tutto il colonialismo, noi la nostra civiltà l'abbiamo imposta eccome.
      Per quanto riguarda la contestazione concordo con te, va benissimo che ci sia e speriamo ne arrivino altre.

      Ciao.

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