venerdì 1 dicembre 2023

C'è ancora domani


Ieri sera sono andato a vedere C'è ancora domani. Narra le vicende di una famiglia romana della seconda metà degli anni Quaranta, famiglia composta da marito, moglie (la Cortellesi) e tre figli. 

Il capofamiglia è il classico padre-padrone emblema della cultura maschilista-patriarcale dell'epoca e di cui si è tornati a parlare molto in questi giorni dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin. È un uomo rude, rozzo, che detta la sua legge in maniera autoritaria e che regolarmente picchia e umilia la moglie. 

Il film è ambientato nel periodo immediatamente precedente al 2 giugno 1946, quando per la prima volta le donne furono ammesse al voto per le elezioni politiche e il contestuale referendum sulla scelta tra monarchia e repubblica, e racconta tutta la serie di vicende e di eventi che portano la protagonista a emanciparsi e a liberarsi dalla condizione servile a cui è costretta dalla cultura imperante dell'epoca.

Mentre lo guardavo pensavo che è un film che dovrebbe essere proiettato nelle scuole per fare capire agli adolescenti il contesto culturale e sociale in cui si viveva qui in Italia fino a pochi decenni fa, in modo da poter fare un raffronto col modo in cui si vive oggi. In genere, quando si nasce in un luogo in cui esistono diritti, emancipazione e democrazia si tende a pensare che quei diritti esistano da sempre, non viene naturale immaginare che sono invece il frutto di lotte, sacrifici, anche estremi, di persone che hanno lottato perché diventassero patrimonio di tutti. 

In fondo studiare la storia è a questo che serve: capire e avere consapevolezza del mondo in cui si vive grazie al raffronto con la storia pregressa. Film come questo adempiono a questo compito in maniera eccellente.

3 commenti:

  1. leggerevolare01/12/23, 17:46

    Ho pensato la stessa cosa anche io quando sono andata a vederlo settimane fa... un messaggio forte detto con una delicatezza che solo una donna poteva avere. Elisa

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  2. E' un film meraviglioso... io alla fine mi sono commossa!

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    1. Anche io. (Siccome non brillo molto per perspicacia, avevo immaginato che alla fine lei avesse messo in campo tutti i sotterfugi per poter andarsene col meccanico, non per andare a votare. Vabbe', sono anziano :-))

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