martedì 12 dicembre 2023

Cibo naturale


Quando tu continui a ripetere una balla sapendo che quella balla è già stata smascherata da mesi i casi sono due: o effettivamente non sai che è una balla perché nessuno te l'ha ancora spiegato, oppure lo sai ma pensi: Chi se ne frega? Tanto chi mi vota non guarda 'ste sottigliezze. Siccome la Meloni è tutto tranne che una che viene da Marte, sa benissimo che dire carne sintetica è sbagliato, però la chiama così perché fa effetto e perché nell'immaginario collettivo l'aggettivo sintetico collegato al cibo impatta psicologicamente in modo piuttosto negativo. Il messaggio che vuole fare passare è quindi questo: Vedete? Là fuori c'è un "nemico" che ci vuole fare male obbligandoci a mangiare una cosa potenzialmente dannosa per la salute, ma io vi salvo da quel nemico: l'effetto sui poveri di spirito è garantito.

Ma l'eroica signora senza paura e senza macchia, che ci salva dai nemici, continua: "Più è forte il legame tra territorio, popolo, lavoro e cibo e più è forte la capacità di quel popolo di produrre cibo naturale e di qualità, di far crescere le proprie filiere, di renderle sempre più moderne e sostenibili, riducendo anche gli effetti negativi, come ad esempio l'eccessivo consumo di acqua".

Evocare il legame tra popolo, territorio e cibo fa molto effetto identitario, che ci sta, dal momento che questo è un governo dalla forte impronta identitaria. C'è in più da notare l'accostamento "cibo naturale" e "qualità". Il sotteso della contrapposizione tra sintetico (cattivo) e naturale (buono) è evidente, ma fallace. Fallace perché buona parte della normale carne che oggi arriva sulle nostre tavole non ha niente di naturale, ammesso che questo aggettivo in questo contesto abbia un senso (secondo me no), e pure sulla qualità ci sarebbe parecchio da dire. Sbarrare la strada alla carne coltivata significa infatti continuare a utilizzare carne perlopiù proveniente da allevamenti intensivi. 

Chi ha una vaga idea di cosa sono gli allevamenti intensivi capisce benissimo da sé che in questi lager per animali non c'è niente di naturale. A meno che utilizzare animali solo per la riproduzione e imbottirli di antibiotici perché altrimenti la maggior parte di essi morirebbe a causa delle condizioni infernali in cui sono costretti a vivere abbia qualcosa di naturale. Non c'è niente di sostenibile in un allevamento intensivo, è una presa in giro. Anzi, gli allevamenti intensivi sono tra i maggiori responsabili di consumo di acqua, suolo e di produzione di gas serra che impattano sul clima e sul riscaldamento globale. La realtà sta quindi esattamente agli antipodi di ciò che dice la ciarliera signora. Produrre carne coltivata, semmai, consentirebbe risparmio di acqua, risorse e azzererebbe quasi l'impatto sull'ecosistema del pianeta.

In pratica la signora Meloni ha fatto un discorso in cui ha infilato una serie piuttosto lunga di balle e di mistificazioni e le ha date in pasto con nonchance ai media in modo che venissero propalate urbi et orbi al mondo. Tanto, chi volete che si accorga che sono balle?

3 commenti:

  1. Purtroppo i suoi elettori sono ciechi e incapaci. Hanno dimenticato in fretta la promessa sull'eliminazione delle accise sulla benzina, figurati se vanno a capire la differenza tra carne sintetica e carne "coltivata"..

    RispondiElimina
  2. E' la portavoce di trogloditi ignoranti, razzisti, bigotti e figli del fascio.
    La carne coltivata salverebbe milioni di vite dall'essere brutalmente soppresse. Se è una vita non è cibo, c0gli0na!

    RispondiElimina
  3. Fare ostruzione sulla carne coltivata per favorire gli allevamenti è cattiveria e servilismo di Coldiretti.
    La carne coltivata rappresenta una valida alternativa per chi non vuole diventare vegano: il futuro arriva quando si decide di cambiare, e bisogna proporre alternative invece di osteggiarle dall'alto dell'ignoranza di questi politicanti.

    RispondiElimina

Normale e anormale

Ieri sera, da Floris, la biologa Barbara Gallavotti ha cercato di spiegare, con una chiarezza che solo i grandi divulgatori scie...