martedì 17 settembre 2019

Senza Renzi

La prima cosa che ho pensato, dopo aver letto dell'abbandono del PD da parte di Renzi, è che magari adesso potrei anche tornare a votarlo, il PD, chissà. Per il resto, conoscendo un po' il tipo, mi pare che l'unica motivazione, o quanto meno la maggiore, che l'ha indotto a provocare l'ennesima frattura a un partito già iperfrantumato non sia nient'altro che il suo stratosferico ego, che da sempre lo obbliga a non digerire in alcun modo l'idea di non essere leader di nulla e che, come conseguenza, gli fa apparire come soddisfacente l'idea di essere a capo di un movimento che gli analisti valutano avere una rilevanza politica che viaggia attorno al cinque/sei percento. Difficile pensare ad altre motivazioni.

E difficile è anche pensare che mantenga la parola con cui assicura che la sua "pattuglia" continuerà ad assicurare incondizionatamente l'appoggio al governo, specie guardando quale fine ha fatto la promessa di sparire dalla politica dopo il fallimento del suo referendum costituzionale.

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