Dopo che già l'Ocse ci aveva avvisati che il nostro paese è agli ultimi posti, in Europa, per la capacità di comprendere un testo scritto, per completare questo bel quadretto arriva adesso una ricerca dell'istituto Ipsos dalla quale si evince che, tra i quindici paesi Ocse, l'Italia è prima in Europa per distanza tra la realtà e la sua percezione, cioè tra come le cose stanno realmente e come vengono percepite. Alcuni esempi.
Nel 2014 la disoccupazione in Italia era al 12%, la percezione era invece che fosse al 49, che avrebbe significato che metà della popolazione attiva era senza lavoro. Si pensa che il nostro paese abbia un andamento economico simile a quello della Grecia, mentre invece l'intero Pil di quest'ultima è pari a quello della sola Lombardia. Ancora. I maggiori di 65 anni sono oggi il 22% della popolazione, la percezione è invece che siano il 48% (anch'io, effettivamente, pensavo fosse una percentuale più alta del 22, anche se non il 48). Vengono poi i dati che maggiormente influiscono sul senso di sicurezza collettivo, argomento questo abilmente sfruttato da certi politici cialtroni per meri fini elettorali. Un paio di esempi.
Il 64% degli italiani pensa che dal 2000 a oggi il numero di omicidi commessi sia aumentato, mentre invece sono vertiginosamente e costantemente calati, un calo di ben il 47%. Nel solo 2016, in tutta Italia, ci sono stati 397 omicidi, la metà quasi esatta di quelli avvenuti nella sola città di Chicago, ad esempio. C'è poi il sempiterno tema dell'immigrazione, riguardo al quale uno studio dell'Istituto Cattaneo rivela: "L’Italia è il Paese con la più forte distorsione della realtà anche per quanto riguarda l’immigrazione, con una differenza di ben 17,4 punti percentuali: gli immigrati extraeuropei rappresentano nel nostro paese il 7% della popolazione totale, ma per la nostra opinione pubblica sono il 25%, ovvero uno su quattro. Il 47% degli italiani crede che ci siano più clandestini che migranti regolari, mentre gli irregolari rappresentano circa il 10% del totale dei migranti."
I motivi che stanno all'origine di questa situazione sono facilmente intuibili, e il principale è che nessuno si prende più la briga di andare a verificare cosa ci raccontano i giornali o i politici. In questi giorni, ad esempio, il peggior ministro della storia repubblicana è tutto affannato a raccontarci che dall'insediamento del governo Conte due i porti sono di nuovo aperti e siamo di nuovo sotto invasione. Due balle in una, ma chi è che va a verificare? Chi andasse, riscontrerebbe facilmente (a) che i porti non sono mai stati chiusi (e quindi non è stato riaperto un bel niente) e (b) che dall'insediamento del governo Conte due non si è verificata nessuna nuova invasione, e mica perché lo dico io, figuriamoci, lo dice il ministero dell'Interno.
L'immagine che vedete qui sopra (cliccate per ingrandire) è aggiornata a oggi ed è consultabile qui. Guardando i dati degli arrivi registrati per mese (in verde), vi pare di scorgere una qualche invasione? Io no, vedo solo un leggero aumento degli arrivi nei primi quindici giorni di settembre; ma anche nei mesi di maggio, giugno, luglio e agosto, quando agli Interni c'era il cialtrone e i porti erano chiusi - dice - si vede chiaramente questa tendenza all'aumento. Quindi? Di cosa stiamo parlando? Di nulla. Quel nulla su cui giornali e politici campano con la complicità di una plebe che si beve ogni fasseria venga a lei propinata.
Buona fortuna a noi, ne abbiamo bisogno.
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