venerdì 22 febbraio 2008

Fatti, barzellette e prese per i fondelli

Sono sempre più convinto che le campagne elettorali rappresentino una specie di manna per i blogger e, in generale, per tutti quelli che per professione o per diletto scrivono. Se uno è a corto di argomenti (in genere comunque non è il mio caso), è infatti sufficiente che guardi a quello che succede durante questi meravigliosi periodi pre-elettorali per trovare sicuramente qualcosa di interessante da riportare o su cui dire la sua. E in questi ultimi giorni gli spunti non sono effettivamente mancati. Vediamone qualcuno dei più interessanti.


Le esternazioni di Fiorello

Fino a un paio di giorni fa ha tenuto banco Fiorello, il noto showman, per via di quella sua dichiarazione espressa dai microfoni di Vivaradio2 in cui invitava i cittadini a non andare a votare se non fosse stato risolto il problema dei rifiuti a Napoli. Ecco le parole precise secondo quanto riporta Repubblica:
"Quando vi arriva il certificato elettorale strappatelo e buttatelo per strada. I politici devono fare qualcosa di concreto già prima delle elezioni, e non promettere e basta chiedendo voti. Invece di chiedere devono dare. Se non risolvono il problema dei rifiuti a Napoli, non votate."
Poi, per qualche misterioso motivo, il giorno dopo ha leggermente corretto il tiro tentando di smorzare un po' i toni, pur mantenendo intatta l'idea di fondo della sua esternazione:
"Le cose dette sono dette. Sono opinioni, condivisibili o meno. L'importante - ha spiegato lo showman - è il contesto. Un conto è un podio in una piazza, un conto è la radio."
All'esternazione di Fiorello ha replicato, tra i tanti, pure Romano Prodi attraverso le colonne di Repubblica, con una lettera (questa) in cui precisa che i problemi di Napoli non devono essere motivo sufficiente per inneggiare all'antipolitica e che andare a votare è e rimane un dovere.

Ora, andare a votare certo è un dovere civico (al quale neppure io mi sottrarrò), fermo restando che poi quello che uno farà una volta entrato nella cabina elettorale saranno esclusivamente cavoli suoi, e dipenderà dalle sue convinzioni, dalle sue idee e dalle valutazioni personali riguardo a quello che hanno combinato i nostri cari eletti (destra o sinistra non importa) nel corso del tempo.

Ma in definitiva, Fiorello, cos'è che ha detto mai per sollevare la ridda di reazioni che hanno riempito pagine e pagine dei giornali? Niente. O, meglio, ha detto semplicemente quello che pensa una buona parte della gente comune, cioè quelli (e saranno tanti) che arriveranno alla data delle elezioni senza un'idea precisa: votare, non votare, oppure cercare di votare il meno peggio turandosi il naso, consci che comunque, qualunque sia la coalizione che vincerà, non ci sarà da aspettarsi grandi cose.


De Mita forever

Altra questione fresca fresca, ancora sul tappeto, riguarda Ciriaco De Mita, che si è offeso per la sua esclusione ad opera di Veltroni dal Partito Democratico. Il mio giudizio su di lui non è "cattivo" come quello di Daniele (pur trovandolo largamente condivisibile), ma, insomma, cerchiamo di dire le cose come stanno: se Veltroni aveva veramente intenzione di fare opera di rinnovamento portando ventate di "giovanilismo" e di ricambio, beh, non poteva iniziare meglio. Basta guardare la Wikipedia: uno che ha 80 anni e si è fatto 10 (dieci) legislature è ora che si cavi dalle balle (magari assieme a qualche senatore a vita).

In un'epoca che corre frenetica (forse fin troppo), che si trasforma, e in cui le notizie corrono veloci su internet libere dalla censura a cui sono sottoposte dalla servile televisione, a cosa serve uno come lui? Questo, naturalmente, se Veltroni vuole essere coerente, dovrebbe essere solo l'inizio: De Mita non è mica l'unico dinosauro in circolazione. Ma, come si dice, "chi bene inizia è a metà dell'opera". Staremo a vedere. Nel frattempo proviamo a salutare come una ventata di novità la scelta del segretario del Pd.


Candidature e procedimenti penali

Nello schieramento opposto - il Pdl del duo Berlusconi/Fini - c'è da registrare una presa di posizione di ieri di Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia, contenuta in una lettera inviata alle varie sedi nazionali del partito. Presa di posizione che è piuttosto difficile inquadrare: potrebbe benissimo infatti essere vista come una barzelletta o, come probabilmente è, una palese presa per i fondelli. Per capire i motivi basta citare un estratto del contenuto (il neretto è mio):
"In ultimo, ti ricordo [riferito ai destinatari della lettera ndr], che eventuali procedimenti penali che riguardano nostri parlamentari o eventuali candidati, esclusi naturalmente quelli che, come sappiamo, hanno un'origine di carattere politico, costituiscono un motivo sufficiente di esclusione, soprattutto per un partito come il nostro che dalla sua nascita ha sempre potuto vantare un'assoluta onestà da parte di tutti i suoi rappresentanti."
Dunque, nel caso non fosse sufficientemente chiaro (e nel caso non vi stiate già scompisciando dalle risate), vi faccio notare che l'affermazione di Bondi che ho evidenziato in neretto è stata scritta perché altrimenti il primo a essere escluso da una possibile candidatura sarebbe nientemeno che l' "inventore" del Pdl, e cioè quel Berlusconi già indagato dalla procura di Napoli per presunta corruzione nell'ambito dell'inchiesta sulla compra vendita di senatori dell'Unione. Senza contare, ovviamente, il rinvio a giudizio dello stesso cavaliere e dell'avvocato David Mills per presunta corruzione in atti giudiziari, col processo che partirà il prossimo mese di marzo.

Siccome questi procedimenti penali sono - ovviamente - di carattere politico (toghe rosse, ecc...), ecco il motivo della "precisazione" di Bondi. Adesso fate voi: barzelletta o palese presa in giro?

A margine di tutto ciò va poi segnalata un'altra perla contenuta nella famosa lettera. Questa:
"...soprattutto per un partito come il nostro che dalla sua nascita ha sempre potuto vantare un'assoluta onestà da parte di tutti i suoi rappresentanti."
A questo punto ogni dubbio è sparito: non è una barzelletta, ma ci sta veramente prendendo per i fondelli. Fate una cliccatina veloce veloce qui e date un'occhiata alle sigle di appartenenza della maggior parte dei condannati con sentenza passata in giudicato presenti in parlamento. Controllate a quale schieramento appartengono e confrontate il tutto con l'affermazione qui sopra.

Avete ancora dei dubbi?

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Quoto: "votare certo è un dovere civico". Questo è quello che ci hanno insegnato da piccoli, ma anche il non-voto ha una sua valenza politica. Non credo che votare il meno peggio sia una cosa saggia, il meno peggio in Italia non esiste. Siamo il fanalino di coda dell'Europa innanzitutto per colpa dei nostri politici che hanno fatto tutto tranne che occuparsi di politica. Non è vero che ce li meritiamo: conosco un sacco di Italiani, me compreso, che lavorano sodo e onestamente, pagano TUTTE le tasse e meriterebbero qualcosa di più.

Non si tratta di non sapere chi votare. Io non ho mai avuto le idee più chiare. Io non voglio votare per NESSUNO dei partiti/coalizioni attuali. Se vogliono portare a fondo l'Italia, lo faranno senza il mio consenso.

Romina ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Romina ha detto...

Concordo in pieno con il commento precedente.

Anonimo ha detto...

complimenti Andrea per l'articolo. anch'io condivido il primo commento

franco

Andrea Sacchini ha detto...

> ma anche il non-voto ha una sua valenza politica.

Certamente. Anzi, forse mai come in questo periodo. E' una questione di scelte personali: c'è chi ritiene che recandosi alle urne si possa fare qualcosa (oggi come oggi invidio chi ragiona così), e chi ritiene invece che sia perfettamente inutile.

Io ho già espresso in un altro mio post cosa farò il 18 aprile (mi recherò al seggio e annullerò la mia scheda), e da come stanno andando le cose, attualmente non vedo prospettive che mi portino a cambiare idea.

> Non è vero che ce li meritiamo: conosco un sacco di Italiani, me compreso, che lavorano sodo e onestamente, pagano TUTTE le tasse e meriterebbero qualcosa di più.

Lo so, ed è infatti proprio questa la cosa che più fa girare le scatole. E' il sostanziale menefreghismo di chi ci governa che ci ha portato alla situazione in cui siamo.

Faccio un piccolo esempio. Prendete un comune qualsiasi, meglio se medio-piccolo: è una comunità di persone nella quale è interesse di tutti che le cose funzionino il meglio possibile, e quindi ci sono consigli comunali e/o assemblee in cui ci si riunisce, si discute un eventuale problema e si cerca di risolverlo. Perché questo non può essere fatto anche in "grande"? Perché la sanità in Italia è quella che è, i treni sono da terzo mondo, la burocrazia ci affoga e non c'è quasi niente che funzioni? Perché non c'è l'interesse per la collettività.

Quando si dice sempre che chi ci governa è incompetente e ha a cuore soprattutto i propri interessi e la poltrona, si dice la sacrosanta verità, perché se avessimo gente che tiene veramente (non solo a parole) al destino di questo paese, metterebbe da parte quello spettacolo osceno di giochini e giochetti a cui assistiamo da una vita e si metterebbe a un tavolo.

Ma forse chiedo troppo.

> Se vogliono portare a fondo l'Italia, lo faranno senza il mio consenso.

Anche senza il mio.

Sbronzo di Riace ha detto...

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