sabato 22 dicembre 2007

Il computer nella vicenda di Garlasco

Non è che mi interessino più di tanto gli sviluppi della vicenda (telenovela) di Garlasco, ma ieri mattina, dopo aver letto su Repubblica dei file pedopornografici rinvenuti nel pc del principale indagato, mi sono detto: "Ma come, il pc è stato uno dei primi elementi analizzati dagli investigatori e questa storia salta fuori solo ora, dopo 4 mesi dal fattaccio?".

Poi, girovagando in rete, mi sono accorto che Alessandro si è posto la stessa domanda (assieme ad altre molto interessanti). Non mi resta quindi che linkare il suo post, in cui - su questi ultimi sviluppi - esprime 4 perplessità che sono anche le mie.

5 commenti:

Romina ha detto...

Premessa la mia estrema ignoranza in materia informatica, ho letto che gli inquirenti hanno in realtà fatto moltissimi controlli, ossia hanno ricontrollato più volte tutti i files per essere sicuri di non fare un'accusa poi smontabile.
In sintesi, la pista dell'omosessualità e della passione dell'indagato per il porno era battuta dagli inquirenti fin dall'inizio, ma hanno aspettato prima di dare notizie avventate, ricontrollando numerosissime volte i files.
Tieni presente che hanno a che fare con una difesa assai agguerrita, in grado di attaccarsi a qualsiasi cavillo, e quindi non vogliono rischiare di veder invalidato tutto il loro lavoro. Ecco il perché del tempo trascorso.

Mi sembra verosimile che abbiano usato molta prudenza. Tuttavia mi limito a riportare il dato legale, visto che non posso discutere d'informatica, e non oso farlo. Questa la lascio volentieri a voi esperti. ;)

Andrea Sacchini ha detto...

Grazie Romina della precisazione. In effetti è, come dici giustamente tu, verosimile (anzi, auspicabile, aggiungerei io) che gli inquirenti abbiano usato molta cautela e prudenza.

L'unica cosa che ancora mi lascia perplesso è questa specie di "automatismo" - quasi di rapporto causa/effetto (molto caro ai media anche in altre occasioni) - tra la componente pedopornografica, in cui pare essersi incanalata l'inchiesta, e il delitto.

Automatismo che non sembra reggere più di tanto, in quanto pare (relazione RIS) che l'ultimo accesso alle immagini pedofile nel pc di Stasi sia avvenuto il 20 luglio, quindi un mese prima che avvenisse il delitto.

Questo, a mio avviso, fa a pezzi ogni tentativo di utilizzare questa cosa come possibile movente.

Ciao.

Romina ha detto...

Non è proprio un automatismo, anche se giustamente può sembrare senz'altro così a chi non abbia seguito tutta la vicenda.
Ti rispondo nei dettagli con un messaggio privato.

ciao!

Anonimo ha detto...

HO letto l'articolo e penso che la notizia dei files sia tardiva solo rispetto alla stampa, ovvero hanno dato la notizia in pasto alla stampa ritardo. In compenso credo anche che, ogni computer, in mano alla scientifica, possa avere files assurdi di cui nemmeno il proprietario sia a conoscenza.
In ritardo ti auguro felice Natale :-)

Andrea Sacchini ha detto...

Grazie degli auguri, ovviamente contraccambiati. Il discorso dei files sul computer è abbastanza complesso.

In teoria ognuno sa perfettamente cosa ha sul suo computer. Esistono però particolari casi (vedi botnet, oppure trojan) in cui il pc viene utilizzato, all'insaputa del proprietario, da terze persone, le quali possono ovviamente depositarvi di tutto.

Non penso comunque che sia il caso in esame.

Ciao.

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