domenica 19 giugno 2022

Assange (forse) estradato

Alla fine l'Inghilterra ha concesso l'estradizione di Julian Assange, il quale ora, salvo accoglimenti di ricorsi dell'ultimo momento, verrà trasferito negli USA dove marcirà in galera (per usare un linguaggio caro a Salvini) finché vivrà. Là rischia infatti una pena di 175 anni di carcere per aver divulgato tramite l'organizzazione WikiLeaks documenti top secret sulle nefandezze americane compiute nelle guerre in Iraq e Afghanistan. In pratica, Assange verrà incarcerato con l'unica colpa di aver fatto il giornalista, per aver cioè fatto conoscere al mondo notizie vere e che era giusto che la gente conoscesse. A meno che si voglia porre oggetto di discussione il fatto se sia giusto o no che i cittadini di una nazione sappiano ciò che combina il governo della nazione a cui appartengono.

Sono amareggiato. Il democratico e moralista Occidente aveva la possibilità di dimostrarsi diverso dalla Russia di Putin, dove i giornalisti scomodi sono trattati come sappiamo, e invece, alla fine, è fatto della stessa pasta. 

I tanti poveretti che "ah, ma lui ha violato la legge" e balle simili, sappiano che negli USA non esiste alcuna legge che proibisce la pubblicazione di documenti segreti, non può esistere a causa del Primo Emendamento della costituzione americana. Oltrettutto, Assange è cittadino australiano e, al limite, non sarebbe neppure tenuto a rispettare leggi americane che non esistono. Restando alla questione segretezza, poi, sempre i poveretti di cui sopra devono sapere che ogni anno i media americani vincono un Pulitzer per aver pubblicato scoop nel settore "National Security Journalism", scoop che prevedono la pubblicazione di documenti di interesse pubblico classificati top secret. Che è esattamente ciò che ha fatto Assange.

Non c'è molto da aggiungere. Gli USA che faranno marcire Assange in carcere sono gli stessi che si prodigarono in ogni modo per offrire protezione internazionale ad Augusto Pinochet, uno dei più sanguinari dittatori del Novecento. Ma va bene così, in fondo, come scrivono quegli schifosi (non mi viene altro aggettivo) del Foglio, gli USA sono la patria del giusto processo, no? Quindi Assange di cosa ha paura? 

Sarebbe interessante che ci fosse fornito qualche esempio di giusto processo americano. Sacco & Vanzetti? Silvia Baraldini? Rodney King? Oppure quali altri? Così, per curiosità. E con quale faccia il fogliaccio di Cerasa blatera di giusto processo quando è dal 2010 che gli USA vogliono mettere le mani su Assange e ci sono prove documentate che la CIA ha tentato più volte di farlo fuori (ovviamente alla sua maniera)?

1 commento:

sull’amaca.it ha detto...

Una vergogna! Fra l'altro dici bene lui non è americano.

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