giovedì 2 giugno 2022

Parlare di sesso a scuola

Salvini se n'è uscito qualche giorno fa con una delle sue innumerevoli stupidaggini, confondendo (volutamente? Molto probabile) pornografia ed educazione sessuale. Non sto a riportare la vicenda, ne hanno già parlato benissimo, tra gli altri, la sempre brava Gwendalyne e Paolo Attivissimo.

Mi limito solo a fare presente, collegandomi al tema in questione, che qua in famiglia l'argomento sesso non è mai stato tabù e con le nostre figlie ne abbiamo sempre parlato liberamente fin da quando ci siamo accorti che l'argomento cominciava a destare la loro curiosità. E l'abbiamo fatto spiegando loro le cose chiaramente e senza ricorrere ad artifici retorici o espedienti metaforici di qualche tipo.

Per il semplice motivo che il sesso, nonostante gli atavici retaggi sociali di una certa cultura cattolica improntata alla sua demonizzazione, fa parte della vita, ed è giusto che venga spiegato esattamente come si spiegano tutti gli altri aspetti che ne fanno parte, nella convinzione che conoscenza è da sempre sinonimo di consapevolezza. 

L'educazione sessuale andrebbe fatta nelle scuole? Si, andrebbe fatta, in maniera seria e nelle modalità adatte e studiate in rapporto alle diverse fasce d'età. Famiglia e scuola sono luoghi preminenti per parlare di queste cose ai ragazzi, non certo YouPorn.

17 commenti:

  1. " il sesso, nonostante gli atavici retaggi sociali di una certa cultura cattolica improntata alla sua demonizzazione, fa parte della vita..."

    Più che demonizzazione io farei un bel distinguo tra una forma di pudore e decoro e tra una forma di libertinaggio atto a seguire in modo egoista i propri capricci fino alla sfrenatezza, senza considerare le regole morali dominanti..

    La tua libertà finisce dove inizia non solo la mia ma quella di tanti...una frase che deve valere in tutti i contesti no?

    Si al dialogo in famiglia e a scuola sul sesso ,No alla disintegrazione morale ...


    L.

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  2. Io credo che il momento migliore per cominciare a parlare di questi temi sia all'insorgere della loro curiosità. In ogni caso, credo che la cosa veramente importante sia parlarne, senza tabu o moralismi.
    Ciao Valeria.

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  3. Vero, ma la "disintegrazione morale" è spesso figlia della mancanza di dialogo ed educazione relativamente a questi temi.

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    1. Andrea io potrei essere d'accordo con te se non si generalizzasse ,trovando sempre un capro espiatorio su cui far ricadere una responsabilità dove sarebbe interessante proprio un apertura al dialogo e non un pregiudizio verso tutta sta demonizzazione della cultura cattolica .Spero capisca cosa intendo adesso.

      Possiamo stare qui a dibattere su tanti altri esempi di una cultura cattolica promotrice di molte belle opere...invece no la colpa è sempre delle istituzioni politiche e religiose dimenticando che è la famiglia stessa "istituzione"uno dei pilastri portanti della società.L'apertura al dialogo sul tema sesso in famiglia non vuol certo dire averne parlato ma il come se ne è parlato,perché se un argomento così delicato è stato discusso in modo diseducativo quale sarebbe l'utilità di tale apertura? ...allora è la chiesa,è lo smartphone,è la scuola tutti potrebbero essere imputabili tranne i diretti interessati: i genitori.Ma adesso sto generalizzando ,sta passando un messaggio negativo verso tutti i genitori del mondo ?Certo che no,ma che si smettesse di additare un untore che fa altri danni deresponsabilizzando maggiormente il ruolo di un genitore in crisi sul piano dell'amore più che del sesso!...le pare se non fosse proprio la mancanza del primo a non generare figli senza apertura al dialogo?
      La disintegrazione morale avviene anche facendo passare
      quelle forme di libertinaggio come esempi rivoluzionari positivi ,quasi come norma non eccezioni! Di cosa stiamo parlando ,sto delirando ,meglio farci guerra continuamente tutti ,magari queste fanno meno rumore e non meno danni però di quella tra Russia e Ucraina ...

      Grazie per la tua sempre ospitalità...


      L.

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    2. L., a mio avviso il problema principale non è come si parla di queste tematiche nelle famiglie italiane. Il problema principale è che, purtroppo, in tante famiglie italiane questo tema è tabù, non se ne parla, e uno dei motivi per cui non se ne parla è l'influenza della cultura cattolica in tutto ciò. Non occorre essere tutti Alessandro Barbero per sapere come il cattolicesimo, e più in generale il cristianesimo, hanno storicamente sempre inteso il sesso, e questo si è riflesso anche sull'educazione.
      E non sto dicendo queste cose per sentito dire, le sto dicendo perché ho esperienza diretta di molti casi.
      Per gran parte, quello che i giovani sanno di tematiche sessuali lo imparano dal gruppo degli amici, dal telefonino o da internet. Ci sono dati e ricerche che certificano questa carenza educativa da parte delle famiglie e della scuola, e negarlo è negare la realtà.

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    3. Ma guarda io più che altro non parlerei di negare una realtà,ma di avere rispetto verso chi ha una visione diversa e anche una consapevolezza di quanto sia riduttivo scaricare la responsabilità sempre e solo alle istituzioni ,guardacaso fatte da persone.Mi chiedo se davvero la mancanza di comunicazione scuola,famiglia... possa essere incentrata tutta su questa forma di tabù chiamata sesso ,di cui cattolicesimo e cristianesimo ne sono responsabili o se non sia il frutto di una mancanza comunicativa più ad ampio raggio?... È un po come quanto ti viene detto devi fare una scelta,la cosa peggiore è non scegliere!...pur di impelegarsi in conflitti che contestano un apparente dogma esercitandolo in pieno con un unica direzione di pensiero...

      A tal proposito più che Barbero io ti citerei De Montaigne:)


      "Non è meglio rimanere in sospeso che impelagarsi in tanti errori che la fantasia umana ha prodotto? Non è meglio tener sospesa la propria convinzione che impigliarsi in quelle divisioni sediziose e litigiose? «Che cosa sceglierò?» «Quello che vi piace, purché scegliate». Ecco una risposta sciocca. Alla quale tuttavia sembra che arrivi ogni dogmatismo. Il quale non ci permette d’ignorare quello che ignoriamo.

      Ultima cosa Andrea prima di ringraziarti.

      La "moralità" del cristianesimo sai qual è?... è l'Amore!...quello che mi fa portare rispetto alla tua persona ogni volta che entro qui ,soprattutto se abbiamo vedute diverse .Grazie a te e ai tuoi fedeli lettori


      L.

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    4. A dire il vero non vedo il motivo per cui mi ringrazi. Qui può scrivere chiunque, anche se di idee contrarie alle mie. Anzi, più le idee sono difformi e più l'interazione è stimolante. Se la pensassimo tutti allo stesso modo, sai che noia?

      Ciao :-)

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  4. Concordo con te.
    Durante la mia vita studentesca soltanto la professoressa di Matematica e Scienze di terza media affrontò l'argomento dedicandovi alcune lezioni ritagliate nel programma didattico, il suo predecessore (così ci riferirono...) preferì evitarlo ritenendoci immaturi per capire, che l'avremmo presa a ridere.
    Alle superiori (classe tutta maschile, bella fregatura a quell'età; a saperlo prima...) non andai oltre un professore sboccatissimo che nominava un genitale a caso tra una formula trigonometrica e una compensazione degli errori... 🙄

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  5. Ti è andata anche bene, tutto sommato. Quando sono andato a scuola io non se ne è mai parlato, né alle medie, né alle superiori. Tabù completo.

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  6. Io ho frequentato scuole cattoliche dove, in seconda media, hanno organizzato un ciclo di lezioni di educazione sessuale diretti da un medico, per i maschi, e da una ginecologa, per le femmine. Ti assicuro che furono chiarissimi, senza metafore o giri di parole, e che, alla fine, ci diedero persino un questionario per vedere se avevamo capito. In più, durante le lezioni di religione, don Taccini ripeteva con chiarezza quanto ci era stato insegnato, giusto per assicurarsi che avessimo capito. E anche lui era chiaro. Fecero solo un giustissimo, educativo appello alla responsabilità individuale, cioè alla necessità di non banalizzare troppo il sesso, cosa condivisibile anche da un punto di vista laico, perché il rispetto di sé e degli altri sono doverosi, a meno che non ci si voglia ridurre al rango di bestie.
    Pertanto, io non mi lamento della scuola cattolica.
    Ciao, Andrea.

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  7. Sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo tuo commento. Io ho frequentato solo scuole pubbliche e di educazione sessuale non ho mai visto neppure l'ombra. Sinceramente, mai mi sarei aspettato che in una scuola cattolica la questione venisse affrontata i manoera così seria e competente.
    Bello.
    Ciao, Romina.

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  8. Anche i miei genitori sono stati molto aperti su questo tema sia con me che con mia sorella e anche io ho frequentato lo Scientifico in un collegio cattolico e ho ricevuto molte nozioni sulla questione e col mio padre confessore (era obbligatorio averlo) ne parlavo spesso e lui essendo un trent'enne non si vergognava a rispondere alle mie domande. Anche se poi chi me ne parlo' per prima fu una prostituta amica dei miei genitori. Ero un ragazzino ma rispose a parecchie domande mentre mi offriva il Biscotto dell'Algida che è l'unico dolce che mi sia mai piaciuto.

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  9. Anche i miei genitori sono stati molto aperti su questo tema sia con me che con mia sorella e anche io ho frequentato lo Scientifico in un collegio cattolico e ho ricevuto molte nozioni sulla questione e col mio padre confessore (era obbligatorio averlo) ne parlavo spesso e lui essendo un trent'enne non si vergognava a rispondere alle mie domande. Anche se poi chi me ne parlo' per prima fu una prostituta amica dei miei genitori. Ero un ragazzino ma rispose a parecchie domande mentre mi offriva il Biscotto dell'Algida che è l'unico dolce che mi sia mai piaciuto.

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    1. I miei genitori, invece, non sono stati molto aperti con me e mio fratello riguardo a questi temi. Ed è il motivo per cui, forte di questa esperienza, con le mie figlie abbiamo fatto l'esatto opposto.

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  10. Ti ringrazio per la citazione assai lusinghiera! :-)
    Per la mia educazione sessuale ho potuto contare ben poco sulla famiglia. I miei genitori erano terribilmente bacchettoni e mi vergognavo io per prima ad affrontare l'argomento con loro. Quando divenni adolescente mia sorella, che aveva nove anni più di me e all'epoca frequentava un'università salesiana, mi spiegò giusto qualcosina, ma per il resto se la cavò regalandomi questo libro delle Edizioni Paoline.

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    1. Come scrivevo rispondendo ad Andrea, anche nella mia famiglia l'argomento è sempre stato tabù, quindi il e mio fratello ci siamo dovuti arrangiare diversamente (amici, compagni di scuola ecc.).
      Alla fine ne siamo comunque venuti fuori :-)

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    2. Io mi sono sempre domandata come si sarebbero comportati i miei con un eventuale figlio maschio. Mia madre probabilmente sarebbe stata ancora più reticente, forse al contrario mio padre sarebbe stato un po' più aperto. Ma senza esagerare!
      Io non so cosa farei nella (a questo punto assai remota) eventualità in cui dovessi avere dei figli. In linea di principio anch'io riterrei giusto adottare un atteggiamento opposto rispetto a quello dei miei genitori con noi figlie, ma non sono sicura che riuscirei a lasciarmi completamente alle spalle i retaggi educativi che ho interiorizzato crescendo.

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