lunedì 13 giugno 2022

Votare in solitudine

Alla fine, come avevo già accennato, ieri pomeriggio sono andato a votare i quesiti referendari. Non l'ho fatto per motivi ideologici o politici, non me ne frega nulla, semplicemente per dire la mia nel merito delle questioni. Per la cronaca, ho votato No al quesito sul decreto Severino, No a quello sulla modifica della custodia cautelare, No a quello sulla separazione delle funzioni. Sui due rimanenti mi sono astenuto perché per me sono incomprensibili e non avrei saputo dove mettere la croce: in genere non mi esprimo su cose che non capisco.

L'impressione che ho avuto è stata quella di combattere una battaglia già persa, in quanto era chiarissimo che il quorum non si sarebbe raggiunto, ma io ho sempre avuto un debole per le cause perse.
Il seggio era praticamente deserto e gli scrutatori delle tre sezioni erano tutti raggruppati in una sala a chiacchierare coi due finanzieri di guardia. Quando mi hanno visto arrivare mi hanno guardato come se fossi uno capitato per caso nel posto sbagliato, facendomi un po' sorridere.

Ho votato nella mia solitudine e sono tornato a casa. Alla fine, come ampiamente prevedibile, il famoso/famigerato quorum non è stato raggiunto. Mi pare non ci sia altro da aggiungere.

7 commenti:

  1. Io non sono andato. È la prima volta.

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    1. Beh, sei stato in buona compagnia, visti i risultati :-)

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  2. Neanch'io ci sono andata, per la prima volta in vita mia. Immaginavo di dovermi legare a un tavolo, talmente è per me una cosa inconcepibile. E' invece alla fine è stato facile, bastava pensare, tra l'altro: inqualificabili parlamentari, è rivoltante che pretendiate siano gli elettori a togliervi le castagne dal fuoco, su questioni complesse che siete stati eletti e siete profumatamente pagati per affrontare e risolvere, se solo aveste una competenza e una volontà di cui non dimostrate neanche la più lontana ombra.

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  3. Niente da aggiungere. Non fa una piega, Siu, il tuo ragionamento.

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  4. Io sono andata a votare, l'ho sempre fatto, mi peserebbe tantissimo astenermi. È un gioco al massacro che dura da anni quello di boicottare i referendum che non piacciono, ma ci perdiamo tutti se non partecipiamo.

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  5. Anche io sono andato. Occorre però dire che referendum di questo tipo sono per buona parte pretestuosi. Questo è stato lanciato dalla Lega sull'onda della scandalo Palamara non per ottenere una "giustizia giusta", come affermavano i proponenti, ma per una sorta di "ritorsione" politica nei confronti dei "nemici" magistrati. Una giustizia giusta sarebbe una velocizzazione e razionalizzazione dei processi. Se anche il referendum avesse raggiunto il quorum e i Sì avessero prevalso, il risultato ottenuto non avrebbe inciso di una virgola sul problema dei problemi che attanaglia la giustizia italiana, la lentezza dei processi.
    Quindi sì, è giusto andare a votare, ma di fronte a referendum pretestuosi come questo, il biasimo verso chi è rimasto a casa non mi sento di lanciarlo.

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