mercoledì 6 gennaio 2021

Euro 13,89

"Tutto è provvisorio: l'amore, l'arte, il pianeta Terra, voi, io. La morte è talmente ineluttabile che coglie tutti di sorpresa. Come sapere se questo giorno è l'ultimo? Crediamo sempre di avere tempo. E poi, di colpo, puf, non ci siamo più, fine del tempo regolamentare. La morte è l'unico appuntamento non segnato sul vostro organizer. 

Tutto si compra: l'amore, l'arte, il pianeta Terra, voi, io. Scrivo questo libro per farmi licenziare. Se mi dimettessi non beccherei l'indennità. Mi tocca segare il confortevole ramo su cui sto appollaiato. La mia libertà si chiama sussidio di disoccupazione. Preferisco essere sbattuto fuori da un'impresa che dalla vita. PERCHÈ HO PAURA. Intorno a me i colleghi muoiono come mosche: idrocuzione in piscina, overdose di cocaina fatta passare come infarto del miocardio, jet privati che si schiantano, capriole in cabriolet. Ora, questa notte ho sognato che affogavo. Mi sono visto affondare, carezzare le mante, con i polmoni pieni d'acqua. Lontano, sulla spiaggia, una bella donna mi chiamava. Non potevo risponderle perché avevo la bocca piena di acqua salata. Annegavo, ma non gridavo aiuto. E tutti facevano la stessa cosa. Il mare era pieno di nuotatori che affogavano senza invocare soccorso. Penso sia ora che lasci tutto perché non riesco più a stare a galla. 

Mi chiamo Octave e mi vesto da APC. Sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l'universo. Io sono quello che vi vende tutta quella merda. Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai: cielo sempre blu, ragazze sempre belle, una felicità perfetta ritoccata in Photoshop. Quando, a forza di risparmi, voi riuscirete a pagarvi l'auto dei vostri sogni, quella che ho lanciato nella mia ultima campagna, io l'avrò già fatta passare di moda. Sarò già tre tendenze più avanti, riuscendo così a farvi sentire sempre insoddisfatti. Il Glamour è il paese dove non si arriva mai. Io vi drogo di novità, e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C'è sempre una novità più nuova che fa invecchiare la precedente. Farvi sbavare è la mia missione. Nel nostro mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché chi è felice non consuma."

Forse non servirebbe aggiungere altro per descrivere questo libro, basterebbero le frasi citate qui sopra. Queste pagine sono una confessione, la storia (vera) di un pubblicitario che un giorno ha deciso, e riuscirci non dev'essere stato facile, di ravvedersi e di abbandonare tutto ciò per cui era vissuto: creare pubblicità, e di raccontare in un libro cosa era la sua vita prima di abbandonare tutto. Inutile dire che, dopo la pubblicazione, l'uomo è stato licenziato su due piedi.

I pubblicitari sono quelli che decidono come ci si veste, quali macchine guidare, quali cibi mangiare, quali saranno i desideri venturi, e lo fanno utilizzando sapientemente l'arte della persuasione. Viviamo oggi, per la prima volta nella storia, nell'epoca in cui una dittatura non si instaura con le armi, le bombe o il terrore, ma con la persuasione, e la pubblicità è il suo braccio armato. Pubblicità che non serve più, come accadeva in altri tempi, a reclamizzare prodotti, ma bisogni. Siccome viviamo in una società che è satura di prodotti, per continuare a fare girare il mercato occorre reclamizzare falsi bisogni, poi, quando il falso bisogno viene interiorizzato, ecco pronto il prodotto che lo soddisfa.

Questo libro-confessione racconta in maniera lucida, spietata, a volte delirante, cosa c'è dietro a questa nuova forma di dittatura le cui regole sono dettate esclusivamente dal consumismo e dal mercato. È una lettura che apre gli occhi su molte cose, compresi molti degli insani meccanismi su cui si regge la nostra società. Se avete una decina di minuti liberi, qui trovate un video molto ben fatto di Giandomenico Bagatin in cui l'autore aggiunge altri dettagli e legge alcune delle parti più significative del libro.

14 commenti:

  1. E’ un mondo che somiglia ad un enorme “centro commerciale” in cui siamo tutti rinchiusi e dove c’è chi può comprare e chi, invece, può solo guardare. E’ quel “Centro” che aveva immaginato Josè Saramago in un suo importante libro “La Caverna” al di sopra del quale era stato messo un enorme cartello che proclamava: “ Ti venderemmo tutto quello di cui tu hai bisogno se non preferissimo che tu abbia bisogno di ciò che vendiamo”.

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    1. Non è che somiglia: è un grande centro commerciale.
      Il libro che hai citato non l'ho letto. Di Saramago avevo letto in passato Cecità, Le intermittenze della morte, Caino, L'uomo duplicato e Memoriale del convento. I primi due che ho citato sono bellissimi.

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  2. Ma perché la gente guarda la pubblicità? Il telecomando non serve a cambiare canale quando c'è la pubblicità?

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    1. L'ideale sarebbe fare come me, che da anni non guardo più la TV (mi limito a qualche film o serie TV su internet, senza pubblicità).
      Ma il problema non è il telecomando perché la pubblicità la trovi dappertutto: manifesti per le strade, sull'autobus, sui taxi, nei treni, alla radio, sui siti internet; perfino i video suo YouTube sono interrotti dalla pubblicità, se ci hai fatto caso.
      La nostra vita è immersa nella pubblicità a tal punto che a volte non ce ne rendiamo neppure conto.

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  3. Galimberti cita spesso questo libro nelle sue conferenze. Deve averlo colpito molto. Io l'ho comprato e letto e posso dire che vale davvero la pena di averlo e magari di farlo leggere a chi ha ancora un minimo di lucidità e capacità critica.

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    1. Verissimo, infatti io l'ho comprato dopo averne sentito parlare da lui in una sua conferenza.
      Sì, sarebbe da far leggere, come tanti altri libri parimenti istruttivi in circolazione. Il problema - è noto - è che oggi in Italia non legge più nessuno.

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  4. Gran libro questo. Ho un'amica che anni fa, uscita dall'università, era finita a lavorare nel mondo della pubblicità e mi raccontava di situazioni allucinanti, soprattutto per gli studi meticolosi che si facevano sui potenziali clienti. Adesso la situazione è decisamente peggiorata con tutte le carte fedeltà, acquisti via internet, social che regalano (lo stiamo facendo anche noi in questo momento) un sacco di dati che poi vengono utilizzati in ogni modo.

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    1. Il "motto" dell'agenzia in cui lavorava l'autore del libro è: "Non date alla gente l'idea che sia stupida, ma ricordatevi che lo è". Non so se le parole siano esattamente queste, ma il concetto è chiaro.

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  5. Lo prendo. E sull'argomento, anche se in chiave più cinicamente umoristica, mi permetto di segnalare L'uomo di marketing e la variante limone, di Walter Fontana.

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  6. Non credo che sia una realtà vera per tutti... è come fare il paragone con gli avvocati. Lavoro a parte, si agisce con o contro coscienza

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    1. Può darsi, ma comunque oltre che nella pubblicità siamo immersi anche negli avvocati, se è vero che solo a Roma ce n'è lo stesso numero di tutta la Francia :-)

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  7. Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario, lei mi crede pianista in un bordello.

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