venerdì 29 gennaio 2021

L'ombra del vento


Lo so, sarò impopolare, ma non ho mai creduto troppo alla distinzione manichea tra classici e narrativa contemporanea, quella distinzione secondo cui i classici rappresentano letture "alte", di qualità, mentre la narrativa contemporanea risulta velata da quell'aurea di intrinseca mediocrità tipica della letteratura di intrattenimento.

Umberto Eco affermava che pure per lui questa distinzione aveva poco senso. Chi infatti distingue rigidamente tra i passati classici e gli attuali best sellers, diceva sempre Eco, dimentica che nella loro epoca pure i classici erano dei best sellers. Lo è stato (e lo è ancora) la Bibbia, lo è stato Madame Bovary, Delitto e castigo e via andare.

La distinzione, semmai, andrebbe fatta tra buoni libri e cattivi libri, e sia i classici che i best sellers annoverano nei rispettivi cosmi sia buoni che cattivi libri, fermo restando, naturalmente, che qui si entra nel campo della soggettività.

Pensavo questa cosa mentre leggevo le ultime pagine de L'ombra del vento, di Carlos Ruiz Zafón, un romanzo che mi ha tenuto incollato alle pagine esattamente come La montagna incantata di Mann o Il conte di Montecristo di Dumas. Ho trovato L'ombra del vento avvincente, intrigante, a tratti poetico, delicato, mai noioso; un romanzo in cui l'intera gamma dei sentimenti umani (rabbia, dolore, disperazione, delusione, gioia, amore) è espressa con una efficacia e una credibilità che non sfigura davanti ai più blasonati classici.

Ho bestemmiato? Pazienza.

16 commenti:

  1. Libro fantastico. Purtroppo i successivi neanche lontanamente all'altezza. Sorte che vagamente tocca a molti, come a Suskind dopo Il profumo, o a Barbery dopo L'eleganza del riccio..

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    1. Ero tentato di leggere anche altri libri suoi, dopo di questo, ma adesso mi hai smontato :-)

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    2. .. magari passa agli due citati, se non già letti.. ;)

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  2. pienamente d'accordo con te e con Eco, l'unica distinzione accettabile è tra buoni libri e brutti libri. Per inciso, a suo tempo, l'ombra del vento l'avevo trovato un brutto libro, ma qui entriamo nel campo dell'opinabile.
    ml

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    1. Certamente. Anche in rete si trovano pareri discordi in merito a questo libro, come del resto è normale che sia.

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  3. Tranquillo, siamo in due a bestemmiare allora! E anche a me questo libro è piaciuto moltissimo.

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  4. Da parte mia direi che in qualche modo sintetizzo i commenti precedenti, perchè questo libro l'avevo letto in effetti con un certo piacere, mentre i successivi mi avevano suscitato un'insofferenza via via maggiore, sfociata in un generalizzato senso di pesantezza che ormai retrospettivamente sono portata ad attribuire, forse un po' indebitamente, anche al primo.
    A questo punto siamo, credo, curiosi di sapere cosa ne penserai tu, dei prossimi che leggerai (se li leggerai, ma spero di sì ;-).

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    1. A questo punto, sai che non credo che li leggerò? :-)

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  5. Ha ragione Eco, ci sono solo libri scritti bene e libri scritti male, io leggo solo ciò che mi piace senza curarmi delle recensioni.
    Buon fine settimana.

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    1. Sì, generalmente anche io. Con dei limiti, naturalmente.

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  6. Lo lessi molto tempo fa, e lo diedi via perché non mi piacque proprio!

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    1. Chissà, magari potresti riprovare, visto che è passato tanto tempo.

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  7. Li ho letti tutti i libri di Zafón e questo è il più bello. Anche Il gioco dell'Angelo mi è piaciuto ma il resto, come scrive Siu, è un rimescolare nelle trame passate. Peccato avere perso lo scrittore in età tanto giovane... credo che dalla sua fantasia sarebbero potuti nascere tanti avvincenti misteri e raccontato ancora della vecchia Barcellona.
    Ciao.

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    1. Sì, è morto l'anno scorso, giovanissimo. Peccato davvero.
      Ciao, Sari.

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  8. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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