lunedì 26 ottobre 2020

Tensioni

Tendenzialmente sono di carattere abbastanza fiducioso e ho sempre considerato la tenuta sociale nel nostro paese abbastanza al riparo da rischi, anche quando nel corso del tempo, in particolari situazioni, sono comparsi segnali, qua e là, che potevano fare nascere qualche timore in questo senso. Lo sono ancora. Tuttavia non posso nascondere una certa preoccupazione per ciò che sta succedendo in queste ore nelle piazze italiane delle maggiori città.

È inutile girarci attorno: le restrizioni entrate in vigore ieri per cercare di contenere la diffusione del contagio danneggeranno apparati e categorie economiche già provati da mesi di crisi, e la storia insegna che quando le saracinesche si abbassano e all'orizzonte non si vede più alcuna prospettiva, gli scenari che vengono a crearsi non sono tranquillizzanti. 

Se ci sono momenti in cui non si può tergiversare, sono proprio questi. Non sto parlando di repressione, sto parlando di interventi immediati di sostegno economico. Metà novembre (la data in cui Gualtieri ha detto che gli indennizzi e i risarcimenti verrano accreditati direttamente sui conti correnti) è troppo tardi, va fatto oggi, domani, al massimo entro questa settimana, non oltre. C'è una polveriera, là fuori, e ci siamo tutti seduti sopra.

18 commenti:

  1. Io invece al contrario non sono mai stato fiducioso riguardo il nostro Paese. Quindi sì, anch'io sono molto preoccupato, e ho l'impressione che se, come dici tu, non si interverrà al più presto, episodi come quelli successi in questi giorni si moltiplicheranno un po' in tutto il Paese.

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  2. non mi preoccupano i negozianti e i ristoratori che protesta, quanto tutti quelli (e sono tanti, fuori e dentro il parlamento) che sfruttano la protesta per far casino e dare una spallata al sistema, o per raggranellare qualche voto all'insegna del tanto peggio tanto meglio!
    tra l'altro, vedendo le foto di certe piazze, il sicuro effetto di queste proteste è quello di moltiplicare la diffusione del contagio.
    ml

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    1. Probabilissimo, dato che nella vasta messe di chi protesta i negazionisti sono probabilmente una buona fetta.

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  3. Non solo da noi, ma in altri paesi dove ci sono state proteste, l'estrema destra è sempre stata pronta a montare sul carro e creare problemi. Sono queste persone che mi preoccupano fortemente, così come tutto il movimento dei negazionisti/complottisti (spesso coincidono) senza i quali forse la gente affronterebbe le nuove chiusure con più ragionevolezza. Sul discorso degli indennizzi mi trovi perfettamente d'accordo.

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    1. Sì, negazionisti e complottisti sono due facce della stessa mandria, quelli che io chiamo no brain.

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  4. Bisognerebbe anche essere molto precisi quando si danno indicazioni per avere autorevolezza. Ad esempio, cosa vuol dire che all'aperto dobbiamo portare la mascherina IN PROSSIMITÀ di altre persone? 2 mt, 5mt, 10 mt?

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    1. Verissimo. C'è un livello di ambiguità e di pressapochismo nelle direttive emanate che lascia stupefatti.

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    2. Il buon senso non ha bisogno del metro. E credo che se fosse in vendita - il buon senso - non troverebbe compratori. Insomma, in questo paese, qualunque cosa fai, la sbagli. Così come con la nazionale di calcio siamo tutti commissari tecnici, con il covid ognuno di noi ha in tasca la soluzione di tutti i problemi.

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    3. Vero. Tra l'altro, molti dimenticano che ci troviamo di fronte a una situazione nuova, totalmente inedita, quale appunto è una pandemia globale, evento mai successo nella storia.
      Naturalmente si tratta di una scusante fino a un certo punto. Una certa confusione nella gestione dell'emergenza sanitaria poteva infatti essere giustificata la prima volta, quando ci si è trovati di fronte all'improvviso all'esplosione dell'epidemia di un virus completamente sconosciuto ed estremamente contagioso.
      Ora non più.

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    4. Sono d'accordo sul buonsenso, figurati! Ma quando c'è panico generalizzato come adesso, comportamenti che tendono facilmente a diventare incontrollati emotivamente, c'è bisogno da parte dei governanti-genitori di avere certezze , regole precise per rassicurare e dare coordinate precise, ordine. Io parlo da un punto di vista psicologico, che però diventa anche politico. La confusione genera confusione, l'ordine genera ordine.

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  5. Non si doveva chiudere. Punto. Meglio i morti dei disperati, anche perchè i disperati saranno molto di più dei morti, poco ma sicuro. No, non si doveva chiudere. Eppoi bastava rispettare le regole... non si può punire tutti per pochi che non lo facevano

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    1. Sono d'accordo solo in parte. Cercare con ogni mezzo (comprese le chiusure) di arginare la diffusione del contagio non va a vantaggio solo di chi è colpito dal virus, ma dell'intera collettività, anche di chi non viene infettato dal coronavirus. I pronto soccorso e le rianimazioni al collasso, come è successo in marzo e aprile, significano interi reparti di ospedali riconvertiti in luoghi dedicati esclusivamente alla cura del covid. Di questo inceppamento generalizzato della sanità fanno poi le spese tutti quelli che hanno bisogno di altri tipi di cure.
      Concordo invece sul fatto che bastava rispettare le regole. Se quelle basilari (mascherine e distanziamenti) si fossero rispettate in maniera seria, forse adesso non saremmo ripiombari in questo incubo.
      Ma il discorso è complesso, le variabili in gioco sono molteplici, impossibile cercare un "colpevole" unico.

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  6. Ciao, Andrea. Le chiusure sono dolorose e suscitano tante paure, ma sono indispensabili, altrimenti è la fine di tutto, economia compresa: non si lavora e non si prospera con un popolo malato, e fra i malati includo anche tutti coloro che, non avendo il Covid ma soffrendo di altre patologie, devono rimandare visite, screening e terapie.

    Anche a casa mia è successo: mio padre avrebbe dovuto fare un esame importante lo scorso marzo, ma, a causa del Covid, è stato rimandato a giugno. Il referto è arrivato a luglio e le cure sono cominciate in ritardo di almeno tre mesi. Lo scrivo perché sono tante le persone nelle stesse condizioni, e di questo ci si dimentica quasi del tutto.
    Il governo può avere i suoi limiti, ma io continuo a pensare che, se ci fosse stata maggiore responsabilità anche da parte dei cittadini, probabilmente adesso non saremmo a questo punto. Il Covid mieterebbe le sue vittime, ma in misura minore e quindi forse non avremmo bisogno di altre quarantene e chiusure varie.
    In sintesi, non basta un governo efficiente, ma occorrono anche cittadini responsabili.

    Io ho indossato sempre la mascherina anche durante l'estate e all'aperto. Non sono brava per questo né merito di essere lodata; ho soltanto fatto il mio dovere. Peccato però che molti la pensino diversamente.

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    1. È successo anche a me. E succede tuttora. I controlli per una patologia che sto curando li sto svolgendo privatamente, pagandoli di tasca mia, perché nelle strutture pubbliche non li fanno più a causa dei ritardi accumulati quando ci fu il primo lockdown.
      Ci sono molti aspetti della pandemia a cui spesso non si pensa, e uno di questi è appunto l'incepparsi della sanità a causa del coronavirus, di cui fanno poi le spese tutti, non solo gli infettati.
      Ciao, Romina.

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  7. Io la penso come Guido , non sono mai stata fiduciosa
    riguardo il nostro Paese . Gli Italiani non sono fatti
    per ubbidire alle regole e il buonsenso non sanno dove
    sta di casa . Il loro motto è "Io faccio quello che voglio",
    degli altri se ne fregano .
    Due mesi fa ho fatto la richiesta per una visita Cardiologica ,
    concessa per il 4 di Aprile . Sono andata a pagamento .
    Ciao . Laura

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    1. Sì, è vero, ma non generalizzerei. Ci sono anche tante persone responsabili e intelligenti che si comportano in maniera seria. Il problema è che questi non fanno notizia, fanno molto più notizia gli altri.

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