sabato 10 ottobre 2020

Servizio militare

Siccome il calo di interesse attorno alla sua figura (neppure gli ascolti televisivi ormai salgono più in sua presenza, nonostante sia in video ogni giorno) sembra ormai avviato su una china difficilmente invertibile, per tentare di tenere alta l'attenzione su se stesso è costretto ogni giorno a inventare una sciocchezza diversa. D'altra parte, alle menate sulla sacralità del presepe e sui cattivoni che vogliono cancellare le nostre care tradizioni manca ancora più di un mese e nel frattempo gli tocca inventarsi qualcos'altro. Così un paio di giorni fa ha rispolverato un vecchio arnese propagandistico molto caro alla Lega: il servizio militare. Quando saremo al governo - dice - ripristineremo il servizio militare e civile. Si tratta naturalmente di una delle millemila promesse che puntualmente non si realizzeranno, buona giusto per catturare l'attenzione degli ultimi gonzi in circolazione che ancora abboccano alle sue panzane.

Detto questo, a me sinceramente non dispiacerebbe che un giorno arrivasse un governo che ripristinasse il servizio militare obbligatorio. Per il semplice fatto che il servizio di leva era forse l'ultimo rito iniziatico rimasto che consentisse di interrompere quelle adolescenze che oggi si protraggono fino a trent'anni e oltre. Intendiamoci, so benissimo che molti giovani, oggi, rimangono in casa coi genitori (spesso pure a carico loro) fino a trent'anni e oltre per reale mancanza di alternative, ma è altrettanto vero che molti, pur avendo le possibilità di emanciparsi, rimangono in casa perché in fondo mica si sta male con la mamma. E io ne conosco più di uno.

A me il servizio militare è servito. Ho imparato a cucinare, a farmi il letto, a lavarmi la biancheria; ho imparato ad affrontare da solo problematiche per risolvere le quali prima avrei dovuto rivolgermi ai genitori; ho imparato un po' di disciplina grazie alla rigidità degli orari, e soprattutto ho imparato a superare il "trauma" di venire catapultato da un giorno all'altro da un ambiente conosciuto e confortante (famiglia, amici ecc.) a un altro nuovo e totalmente sconosciuto. Insomma, è stata una buona scuola di vita che, credo, avrebbe oggi, forse addirittura più che ai miei tempi, una sua utilità.

11 commenti:

giorgio giorgi ha detto...

Sono d'accordo con te sulla necessità di riti iniziatici. E' un problema fondamentale. Il servizio militare depurato degli eccessi guerrafondai, nonneschi e gerarchici potrebbe avere un senso a fini educativo-psicoterapeutici. Si potrebbe studiarne una forma funzionale a togliere dal nido i troppi adolescenti prolungati che ci sono in circolazione, abituandoli anche a vivere, sopportare e superare qualche frustrazione. Altrimenti facciamo come facevano i popoli antichi: mandiamoli in una foresta per una settimana ad arrangiarsi, ma seriamente, non come all'Isola dei Famosi (idioti).

Andrea Sacchini ha detto...

Ricordo di aver letto in un libro di un antropologo (non ricordo più il nome) di una sua esperienza presso una tribù del Mali. Qui, i giovani che raggiungevano la maturità sessuale (13/14 anni) venivano allontanati dalla tribù e abbandonati a se stessi per un anno nella foresta. Se riuscivano a tornare senza essersi fatti divorare da un animale o vittime di altri infortuni, venivano ammessi tra gli adulti.
Ora, non dico di arrivare a questi livelli, ma è comunque indubbio che una qualche forma di iniziazione sarebbe utile. E il servizio militare, pur con tutte le pecche da te evidenziate, in qualche misura lo era.

Pino ha detto...

In linea di massima sono d'accordo con te: anche a me il servizio militare, all'epoca, insegnò qualcosa. Però, come dice giustamente Giorgio - e lui è uno psicoterapeuta - andrebbe disintossicato da certe stupide deformazioni che lo rendevano odioso soprattutto alle persone più sensibili ed educate. A proposito del romanzo epistolare che stai leggendo, ricordo la bellezza della sua scrittura. E poi quell’interrogativo che sembra percorrere l’intera trama: può un uomo perdere il senno per una donna che appartiene ad un altro, non potendo soddisfare quel suo desiderio proibito?

Andrea Sacchini ha detto...

Bella domanda, che tra l'altro è l'archetipo di interrogativo che contraddistingue più di un classico (penso ad esempio a L'educazione sentimentale di Flaubert, ma se ne potrebbero citare tantissimi altri).
In realtà avevo già letto anni fa questo romanzo, ma mi ci sono imbattuto mentre cercavo qualcos'altro nella mia libreria e mi è venuta voglia di rileggerlo. Ogni tanto mi succede :-)

Guido P. ha detto...

Io sono stato uno degli ultimi a fare il militare. Correva l'anno 2001 (l'11 settembre ero in caserma, e ti lascio soltanto immaginare cosa passammo io e i miei compagni), e a parte il periodo del CAR ho un ottimo ricordo. Al riguardo però non sono completamente d'accordo. Ho una certa, forte idea di libertà, che ciononostante non ha mai invaso il campo delle libertà altrui (come dovrebbe essere). Per questo, non riesco a concepire l'idea di qualcosa di imposto. L'idea che un giorno, mentre sei lì a leggere, a farti un giro, a cazzeggiare, arrivi qualcuno a importi di dover partire e dividere una stanza con altre 10 persone per un anno o chissà quanto altro tempo. No. Anche perché è vero che spesso dal periodo del militare si esce migliori, più maturi, più autonomi, ma allo stesso tempo, e l'ho visto con i miei occhi, altre volte ragazzi con caratteri meno adatti potrebbero uscirne completamente devastati.

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, è possibile che succeda anche questo, immagino. Tuttavia credo che ogni "passaggio" da una situazione a una diversa corra il rischio di generare traumi. Per fare un esempio, anche il passaggio dall'infanzia all'adolescenza è un trauma che può avere conseguenze gravi (sicuramente qui Giorgio può rispondere con maggiore competenza della mia).
Io penso che se uno esce devastato dall'esperienza del servizio militare, è perché probabilmente aveva già problematiche caratteriali o psicologiche precedenti, magari latenti e che il servizio di leva ha fatto esplodere in tutta la loro drammaticità, e che probabilmente sarebbero venute prima o poi alla luce anche senza il militare.
Tieni conto che oggi, in Italia, si suicidano 400 ragazzi ogni anno, e il militare non esiste più da molti anni.
Precisazione: io sto ragionando per ipotesi, non essendo assolutamente competente in materia, quindi prendi tutto ciò che ho scritto con grosse pinze.

OLga ha detto...

Certo che i nostri giovani avrebbero bisogno di un po' di disciplina,ma non di nonnismo.Devono fare pur qualcosa i graduati militari,è tutta propaganda elettorale.

Andrea Sacchini ha detto...

Quando c'è di mezzo Salvini (non solo lui, eh) tutto è propaganda elettorale.

Guido P. ha detto...

Certo, ma ragiono per ipotesi anche io, ovviamente. La differenza sul passaggio che hai giustamente citato, consiste nel fatto che quello dall'infanzia all'adolescenza non ti è imposto da uomini in giacca e cravatta che hanno firmato una legge. Tutto qua. Comunque il discorso è complesso, e per esperienza personale proprio riguardo il militare, credo che conti molto anche la fortuna: io sono stato fortunatissimo a capitare in una caserma tranquillissima a Roma, a quattro passi dalla Stazione Termini, e a un paio d'ore di treno da casa mia (ergo: ogni fine settimana ero a casa). Altri... insomma.

Laura ha detto...

Mio marito ha fatto il militare a Bra . Caserma con vetri
delle camerate , rotti . Niente acqua calda , niente
riscaldamento (solo una stufa in sala pranzo), sveglia alle
h.5 , 5.30 colazione in cortile . Un freddo , andavano a
dormire vestiti e con il berretto di lana .
Ha consolato tante reclute e fatto ottime amicizie che dopo
50 anni durano ancora . Non ci sono mai stati problemi di
nonnismo . Marito dice che , a parte il freddo , è stato un
bel periodo e "forse" lo rifarebbe .
Proporre oggi ai giovani un militare così , che direbbero ?
Dammi tu la risposta , io non la trovo .
Ciao Laura

Andrea Sacchini ha detto...

Io il servizio militare l'ho fatto nel 1989: tre mesi a Roma per il CAR, cinque a Vigevano e quattro a Rimini. Non ho patito le condizioni di tuo marito (il riscaldamento c'era e le varie caserme erano tutto sommato abitabili). Come ho scritto nel post, io penso che un ritorno del servizio di leva, al netto di tutti gli inconvenienti e i problemi segnalati nei vari commenti, sarebbe una buona cosa.
Ciao Laura.

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