martedì 13 ottobre 2020

Il secolo sbagliato


Mi sono imbattuto per caso (chissà perché nei libri più belli ci si imbatte sempre per caso) in un libro di Giorgio Bocca chiamato Il secolo sbagliato, di cui pubblico qui sopra alcuni brevissimi estratti. Bocca scriveva agli inizi del 2000, quando lo pubblicò, che il Novecento è stato un secolo che non siamo ancora riusciti a comprendere pienamente. Oggi chissà se è stato compreso. Non lo so. So solo che la storia del Novecento raccontata da Bocca è forse il modo migliore per capirlo. Si dice che per comprendere il presente sia necessario conoscere il passato, ed è indubbio che sia così, perché certi meccanismi della storia tendono a ripetersi, e se lì si conosce si può tentare di prevedere ciò che succederà. Se avete la possibilità, leggete questo libro (in questo periodo lo trovate anche in edicola), merita veramente.

6 commenti:

  1. Concordo sull'importanza del lavoro manuale, perché ha una funzione importantissima: stimola alla concretezza, a restare ben saldi con i piedi per terra, ed è fonte di autostima. Sono convinta del fatto che tutti/e dovrebbero svolgere qualche lavoro manuale, a prescindere dalla propria attività principale, anche soltanto come hobby.
    Dedicarsi esclusivamente ad attività intellettuali, infatti, può far perdere il contatto con la realtà e rendere le persone insopportabili.

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    1. Purtroppo io difetto molto in questo senso. Come Bocca, anche io non ho mai avuto particolari capacità manipolatrici. A meno che suonare il pianoforte non rientri in questa categoria. Chissà...

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  2. Un mio vecchio maestro definiva il suo lavoro di psicoterapeuta "L'artigiano della psiche". Mi è sempre rimasta in mente questa definizione e credo che sia azzeccatissima. In effetti tutte le volte che vado in studio, mi sento come un artigiano che va a lavorare nella sua bottega.

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    1. Credo che oggi il mondo avrebbe bisogno di tornare al buon vecchio artigianato, a qualunque ramo si applichi questo stile di vita. Ma temo non si possa più tornare indietro, ormai.

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  3. Il lavoro manuale perde sempre più terreno ma non è detto che quello cosiddetto intellettuale sia sempre espressione di intelligenza e creatività.

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