lunedì 21 luglio 2008

Brunetta e gli assenteisti

Sta facendo un certo rumore - avrete notato - la circolare del Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta (foto), che tra le altre cose prevede per i dipendenti statali l'obbligo della visita fiscale dopo un solo giorno di malattia.

Come ho già scritto in un altro mio post, Brunetta è uno degli appartenenti all'attuale esecutivo che tutto sommato non mi dispiace, anche perché pare seriamente intenzionato a rimettere un po' d'ordine nel marasma che regna all'interno della cosiddetta pubblica amministrazione. E, oltretutto, pare che abbia intenzione di farlo senza andare troppo per il sottile.

Leggendo un po' qua e là, però, pare che questa iniziativa, oltre a provocare inevitabili malumori tra gli interessati (e i sindacati), si scontri con i numeri, e in particolar modo con quelli riferiti al costo che comporterebbe l'attuazione di questa iniziativa. A tal proposito vale la pena citare un calcolo fatto dal Sole24Ore in un suo articolo del quale riporto uno stralcio:
In attesa di stime ministeriali più precise, proponiamo un calcolo che parte dai dati sul personale della Pa contenuti nel Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, aggiornati al 2006. In quell'anno i circa 3 milioni di dipendenti pubblici a tempo indeterminato avevano messo a segno 16 giorni medi (pro capite) di assenza per malattia. Visto che ogni visita fiscale ha un costo medio di 35 euro per il datore di lavoro che la richiede (40 euro se effettuata a casa del dipendente e 30 euro se fatta in ambulatorio), se quei 16 giorni medi coincidessero con altrettante assenze per malattia della durata di sole 24 ore, la spesa annua per controllare i circa tre milioni di dipendenti pubblici sarebbe di poco superiore al miliardo e 700 milioni. Se, com'è invece assai più verosimile, si immagina che dietro i 16 giorni di assenza pro capite ci siano tre malattie annue della durata variabile tra i 5 e i 6 giorni, la spesa per un controllo a tappeto scenderebbe a 315 milioni di euro.
Naturalmente, come è anche segnalato nel resto dell'articolo, questo incremento di spesa dovrebbe venire recuperato dal conseguente risparmio che deriverebbe dalla decurtazione delle indennità e di ogni trattamento accessorio per il dipendente nei primi 10 giorni di malattia. Rimane il problema di vedere se alla fine, tirando le somme, questo provvedimento si tradurrà in un effettivo risparmio di risorse per la pubblica amministrazione (che è poi l'obiettivo che si è prefisso lo stesso ministro) oppure se ne rappresenterà viceversa un aggravio.

Nell'attesa, si potrebbe suggerire al ministro anti-assenteisti di mandare qualche medico fiscale anche in Parlamento.

(fonte immagine: Sole24Ore)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

sarebbe interessante sapere come si comporterà Brunetta con i dirigenti, o cmq nn con gli impegati "normali": da quanto ne so molti dipendenti statali nn fanno nulla perché nn c'è nulla da fare... dopo aver mandato i controlli in parlamento, li manderei anche da loro (ma forse Brunetta non è d'accordo ;) )

Andrea Sacchini ha detto...

> dopo aver mandato i controlli in parlamento, li manderei anche da loro

Certo, e magari pure qualche giretto in certe caserme... :-)

Anonimo ha detto...

Forse che Berlusconi Silvio non si mette in malattia e grava sul nostro contributo allo stato? Forse che Berlusconi Silvio devolve l'interezza del suo compenso come Presidente del Consiglio in beneficenza? Forse che gli impiegati dello stato si sono dimostrati tra i più inaffidabili? Forse...

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