Beppe Grillo ha pubblicato sabato, sul suo blog, una lettera inviatagli da un lettore di nome Dante, un militante leghista dal lontano 1984. Un militante deluso ma nello stesso speranzoso.
Non ho particolare simpatia per la Lega (anche alla luce di quello che sta combinando nell'ultimo periodo), ma non ho problemi ad ammettere che un sottile piacere l'ho provato quando alle ultime elezioni ho visto i risultati elettorali che ha avuto. Piacere che deriva dal fatto che tale risultato è stato sicuramente frutto dell'insoddisfazione generale generata dall'immobilismo e dai deludenti risultati ottenuti dal biennio Prodi. A questo proposito penso che sia significativo il fatto che i due partiti minori che hanno raddoppiato il numero dei voti rispetto alle politiche del 2006, siano due di quelli (Lega e Italia dei Valori) che maggiormente si sono opposti all'indulto di mastelliana memoria.
Ma tornando al nostro militante leghista, una domanda sorge quasi spontanea: quanti sono i leghisti che si rispecchiano in quello che dice il lettore? Molti? Pochi? Quanti sono quelli costretti ad ingoiare il rospo di un'alleanza con l'attuale premier, quello che fino solo a pochi anni fa Umberto Bossi (foto) dipingeva come il diavolo in persona? (complimento ovviamente ricambiato con gli interessi)
In politica, si sa, tutto cambia e tutto evolve. Le geometrie e i disegni prestabiliti cambiano con una rapidità molto elevata in virtù degli scopi e degli obiettivi che si vogliono raggiungere. La Lega vuole il federalismo fiscale: l'ha imposto a Berlusconi come punto fermo per formare l'alleanza. Ma, come osserva giustamente il lettore, di questo federalismo non c'è ancora nessuna traccia; i primi cento giorni di questo disgraziato governo sono infatti per la maggior parte stati utilizzati per sistemare le magagne giudiziarie del premier (per la cronaca, ci è quasi riuscito), ma quello che interessa veramente i leghisti pare sia ancora latitante.
E il timore espresso dal lettore è proprio quello che quando l'uomo di Arcore avrà sistemato le sue grane e sarà a posto, il federalismo e la Lega tutta potranno tornare tranquillamente da dove sono venuti. Naturalmente con tanti saluti e ringraziamenti. Si tratta di ipotesi, certo, di domande che si pone il lettore e magari anche solo una piccola fetta dell'elettorato leghista. Ma, pensandoci bene, questa ipotesi è così peregrina?
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beh, secondo me sì in quanto la lega ha avuto un successo tale nel nord da essere determinante per la tenuta del governo. Difficilmente il berlusca vorrà correre il rischio che si ripeta ciò che è gia successo nel '94
RispondiEliminaSì, sicuramente. In ogni caso Bossi ha detto giusto ieri che il federalismo e le riforme le vuole fare: con Berlusconi o senza.
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