giovedì 12 aprile 2007

Gli (utili?) sondaggi del Corriere

Poco più della metà dei partecipanti al sondaggio lanciato dal Corriere favorevole a vietare i commenti anonimi nei blog. A che sopo?









Come potete vedere dall'immagine, il 54% dei partecipanti al sondaggio online lanciato dal Corriere è favorevole al divieto di postare commenti anonimi nei blog. Secondo me questo tipo di rilevazione non ha senso. Spiego brevemente perché prendendo come esempio quello che succede qui.

Nel mio blog, vi sarete accorti, i commenti sono liberi: ognuno può infatti scrivere quello che vuole, anche in maniera anonima e senza filtro antispam. Quando ho attivato il blog ero in verità un pò indeciso sul da farsi: ero infatti inizialmente tentato di attivare l'opzione di verificare i commenti prima di pubblicarli, ma non mi piaceva questa cosa, la vedevo come una forma di limitazione. Ho quindi deciso di lasciare piena libertà con riserva di verificare che piega avrebbe preso la cosa nel corso del tempo.

Eccetto qualche problema di spam, specialmente all'inizio, e qualche cretino vagante (prontamente bannato), non mi sono pentito della mia scelta (anche perché i numeri di questo blog sono lontani dal generare una quantomeno fisiologica percentuale di spam e commenti spazzatura).

Ma, tornando al sondaggio del Corriere, devo dire che lo trovo sostanzialmente inutile perché, come è noto, anche chi vuole essere anonimo in realtà anonimo non è, visto che il suo indirizzo ip è registrato. Di solito i cretini ci si limita a bannarli, ma se uno è particolarmente insistente e molesto, con ip, data, ora e minuto, si va al limite a fare una bella denuncia all'autorità locale e si risale al furbacchione (proxy permettendo, naturalmente). Ovviamente, sono rari i casi - tipo questo - in cui è necessario ricorrere a queste misure. Almeno qui da noi.

Insomma, a mio avviso non è necessario imporre l'obbligo di adottare norme di carattere generale che regolino l'andamento dei blog (e dei blogger), come auspicato anche dal fondatore della Wikipedia. Mi pare piuttosto che il Corriere abbia perso un'occasione per poter mettere in cantiere un sondaggio un pò più serio (quasi quasi preferivo quello sul ritorno dei quarti di finale di Champions League).

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Andrea.
Io frequento quasi quotidianamente il blog di Paolo Attivissimo, dove ti ho "conosciuto" e quindi adesso frequento anche il tuo blog.
Vedendo i commenti degli imbecilli dei complottisti che, invece di affrontare democraticamente ed educatamente una discussione, anche dura, preferiscono passare agli insulti, comprendo ed approvo la scelta di Paolo di impedire commenti anonimi. Nel contempo ho comunque preferito non registrarmi su Google per comunicare con te. Quotidianamente sono "costretto" a dare in pasto a vari archivi i miei dati personali, per lavoro e per diletto; per quest'ultimo caso tendo a limitarmi il più possibile, comunicando i dati solo quando non posso farne a meno. Mi fa piacere leggere quello che tu e Paolo pensate, mi fa altrettanto piacere interagire con te e mi piacerebbe con Paolo ma mi rifiuto di dare i miei dati a Google solo per poter comunicare con un'altra persona, soprattutto quando di Google non utilizzo nessun servizio ad eccezione delle ricerche (e anche su questo ci sarebbe da discutere). Frequento altri blog dove la registrazione è facoltativa e anche lì interagisco come utente anonimo, sempre comunque firmandomi con il nick. Siccome la medaglia ha comunque due facce, se tu non fossi stato registrato, non avrei potuto risalire al tuo blog; pertanto essere un utente registrato ha il vantaggio di permettere agli altri di conoscere aspetti personali che si vuole mettere in luce.
Per entrare in topic, ho l'impressione che i vari media tradizionali non apprezzino la libera informazione su internet, siano "gelosi" dei blogger e, in generale, vari esponenti dei "poteri" (economici, politici, ecc.) temano un qualcosa di non controllabile (ad es. http://www.beppegrillo.it/2007/04/
cordero_di_mont.html).
Quindi non mi stupisco di questi ed altri sondaggi. Piuttosto mi chiedo: leggendo le note in piccolo in calce al risultato del sondaggio in questione ("I sondaggi online di Corriere.it non hanno un valore statistico, si tratta di rilevazioni non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità. Le percentuali non tengono conto dei valori decimali. In alcuni casi, quindi, la somma può risultare superiore a 100"), mi viene da dire: perchè non lo permettono solo agli utenti registrati? ;)
Saluti. BigFab.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con BigFab.
E'inquietante per me pubblicare i miei dati in rete, non per "il padrone di casa" di un blog che mi apre le porte, ovviamente, ma per "la rete" in se'.
Mi registro il minimo possibile, solo ai vari provider (Vodafone, TIM, ecc., e anche Google per il blog di Paolo), ma, per fare un esempio, tempo fa dissi no anche ad un amico che voleva dedicarmi un ringraziamento su un suo sito.
Forse, per quanto mi riguarda, cio' e' dovuto ad una mia non chiara conoscenza della "rete", non so.
Circa l'introduzione di un codice di regolamentazione per i blog, e' vero che tecnicamente e' superfluo, ma se puo' contribuire a frenare anche solo in parte eventuali problemi di blog molto frequentati, per me ben venga.
Ciao
Michela

Andrea Sacchini ha detto...

> Vedendo i commenti degli imbecilli dei complottisti che, invece di affrontare democraticamente ed educatamente una discussione, anche dura, preferiscono passare agli insulti, comprendo ed approvo la scelta di Paolo di impedire commenti anonimi.

Lo so, in determinate circostanze (quale è appunto quella di Paolo) è una scelta putroppo obbligata. Dolorosa ma obbligata.

> Mi fa piacere leggere quello che tu e Paolo pensate, mi fa altrettanto piacere interagire con te e mi piacerebbe con Paolo ma mi rifiuto di dare i miei dati a Google solo per poter comunicare con un'altra persona,

Anche a me ovviamente piace interagire con i miei "affezionati lettori" :). Per il resto vedi un pò tu. Molti ad esempio utilizzano due account di posta, utilizzandone uno da dare in pasto ai vari servizi che utilizzano e uno personale per la "corrispondenza" con gli amici. In effetti, comunque, il fatto di dover attivare un account per poter commentare su un blog non è il massimo, ma, come ti dicevo, in casi come quello di Paolo non si può far diversamente.

> mi viene da dire: perchè non lo permettono solo agli utenti registrati? ;)

Quesito interessante: sarebbe da sottoporre a quelli del Corriere. :)

> Forse, per quanto mi riguarda, cio' e' dovuto ad una mia non chiara conoscenza della "rete", non so.

Secondo me si tratta solo di sana prudenza. E' infatti risaputo che - come dice anche il buon Paolo - meno si mettono in circolazione i propri dati, meglio è.

> Circa l'introduzione di un codice di regolamentazione per i blog,[...] [...]se puo' contribuire a frenare anche solo in parte eventuali problemi di blog molto frequentati, per me ben venga.

Io sono invece dell'idea che il blogger sia in grado di gestire al meglio da solo il proprio spazio. Preferisco infatti che sia chi gestisce il proprio spazio a decidere se moderare o meno i commenti in base alla sua situazione. L'idea che questa cosa sia invece imposta dall'"alto" mi lascia un pò così.

Ciao ragazzi.

schrodcat ha detto...

Beh, io ero già registrato su blogger quando ho cominciato a postare qui. Quando poi all'improvviso sono stato costretto ad iscrivermi su google per continuare non solo a postare, ma persino per avere accesso al mio stesso blog ho avuto un momento di esitazione. Mi dava fastidio questo "obbligo" quando poi il blog era mio, e chiunque avrebbe potuto infestarlo e rendermi penalmente perseguibile di qualche scemenza scritta, senza che io avessi la possibilità di intervenire.

Per fortuna ho scoperto che una tantum mi avrebbero concesso l'accesso al mio blog senza registrarmi su google se proprio volevo cancellare qualcosa (o l'intero blog), ma l'avrei potuto fare solo una tantum. Avrei dovuto chiuderlo e allora ho deciso di non farlo, anche perché ne stavo facendo una questione di principio e l'importante era per me sapere di avere almeno la possibilità di chiuderlo se volevo.

Comunque spesso ora io mi loggo fuori dopo aver usato il blog, perché mi scoccia fare le ricerche su google e veder comparire in alto a destra il mio indirizzo email. Mi sento davvero perseguitato.

Alla fine, a ben vedere, registrarsi non cambia molto, se ci si limita a fornire un indirizzo email. Io ne ho vari. Uno è totalmente anonimo, quindi conoscere quell'indirizzo non cambia molto, per il provider del blog: non aggiunge nulla alla conoscenza del mio indirizzo IP. Quindi da questo punto di vista il sondaggio del Corriere è falsato, se non inutile: se registrazione significa fornire un recapito email è un conto, se significasse scannerizzare il proprio passaporto (per dire) sarebbe tutto un altro paio di maniche. Nel primo, il caso più comune, sempre anonimo (nella sostanza) si resta. Uno si può creare una identità virtuale totalmente anonima e usare quella. Siamo daccapo a tredici, tutto quel che si vuole conoscere sull'identità necessita di un IP.

Un caso eclatante è stato quello dei forum di Repubblica, dove in anni passati partecipai spesso, Adesso devi fornire tutto di te, per iscriverti, nemmeno si fosse ad una dogana. A quello non ci sto e ho chiuso quella mia avventura, anche perché io dichiarazioni mendaci non ne voglio fare, né tantomeno fornire i miei estremi ad una società privata che opera in svariati settori dell'editoria nazionale. Per cosa poi? Per fare due commenti qui e là? Per movimentare le loro stesse iniziative a fondo perduto? Da parte loro mi sembra alquanto paranoico devo dire. Vada per l'indirizzo email obbligatorio, mi sta bene. Direttamente i dati personali, senza passare dal Via, questo no!

Infine, contro gli spam trovo molto più efficace e indolore il sistema del codice variabile da inserire col messaggio.

Andrea Sacchini ha detto...

>Un caso eclatante è stato quello dei forum di Repubblica

Sì, anch'io ho bazzicato un pò lì, poi ho lasciato perdere quando hanno cambiato (in peggio) le modalità per accedere.

>Infine, contro gli spam trovo molto più efficace e indolore il sistema del codice variabile da inserire col messaggio.

Confermo, anche se spero di non aver bisogno di utilizzarlo.

schrodcat ha detto...

Attendo anche io con trepidazione la risposta di Andrea a questa domanda. Lui ha più esperienza recente di me ma, come si dice, penso proprio di sapere la riposta giusta e gustosa a questa domanda...

Per mia esperienza posso dire quali programmi vanno lenti su Linux, o perlomeno andavano lenti un tempo: guardacaso proprio gli emulatori di pacchetti Microsoft come Office. Per ovvi motivi direi.

schrodcat ha detto...

Andrea scusa, per sbaglio un commento riguardante un altro argomento l'ho postato qui. Ho appena rimediato copiandolo di là. Puoi cancellare il mio commento precedente e questo se vuoi.

Elena ha detto...

Ciao, volevo sapere cosa intendi per "bannare" i cretini vaganti, anche io ho scelto di non moderare i commenti e ho già avuto qualche piccolo fastidio...
Grazie
Elena

Andrea Sacchini ha detto...

Se si sceglie di non moderare i commenti, come facevo io fino a poco tempo fa, qualche piccolo "fastidio" è da mettere in conto.

Quando però la cosa comincia un po' a degenerare (com'è capitato a me), la moderazione diventa una scelta quasi obbligata.

Sto comunque valutando l'evolversi della cosa, e non è escluso - se tutto va come penso - che a breve "liberi" di nuovo i commenti.

Ciao.

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