Qualche riflessione a margine delle ultime esternazioni del neo eletto presidente della CEI
"Perché dire no, oggi, a forme di convivenza stabili alternative alla famiglia, ma domani alla legalizzazione dell'incesto o della pedofilia tra persone consenzienti?".
Certo, uno ci mette tutta la sua buona volontà, ma è difficile restare indifferenti a una così lunga serie di sciocchezze messe tutte in fila.
In pratica, sempre che non abbia inteso male (ma non penso), secondo l'illustre esponente di quella che Joyce chiamava "una congiura di celibi morbosi", chi convive avrebbe serie possibilità di addentrarsi nello stesso tipo di sregolatezza morale che sotto varie forme porta all'incesto e alla pedofilia (se qualcuno ha inteso diversamente mi faccia un fischio).
Ora, per carità, come al solito ognuno (anche i monsignori) ha il diritto sacrosanto di esprimere il proprio pensiero, ci mancherebbe, ma ci sono casi in cui è difficile definire bene la sottile linea che delimita il ragionare dallo sragionare. E ultimamente le esternazioni di alcuni esponenti delle alte sfere dell'entourage papale hanno dato ampia dimostrazione di come questa linea sia sempre più sottile (ricordate, tra le tante, l'uscita di qualche tempo fa di un illustre collega del Bagnasco che affermava che nell'iPod c'è il diavolo?).
Difficile a questo punto capire bene se la sregolatezza morale di cui parlavo appartenga più a chi convive tranquillamente e pacificamente (ho alcuni carissimi amici che hanno scelto questa strada) o a chi va in giro a sparare cretinate simili.
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