Non c'è che dire, siamo un pianeta di scrittori online! Scherzo naturalmente, ma i dati riportati dallo State of the Live Web, pubblicato dal noto motore di ricerca dedicato al mondo dei blog, mi pare sia piuttosto indicativo.
72.000.000 di blog non sono pochi, considerando che nel 2005 erano "appena" 8 milioni e l'anno scorso 35. Il trend di crescita (pur con le dovute variazioni) è quindi di circa 120.000 blog che nascono ogni giorno nel mondo: più di 1 al secondo, secondo quanto riportato oggi anche da Punto Informatico.
Non è ancora ben chiaro se - come per il petrolio (un paragone un pò azzardato, vabbè) - si sia già raggiunto il "picco", la situazione cioè in cui terminata la massima espansione comincerà la decrescita, o se ancora il numero sarà destinato a salire.
Le riflessioni e le considerazioni che si potrebbero fare sul fenomeno sono molte e per certi versi complesse: perché uno apre un blog? Cosa ci scrive? Cosa spera di ottenere? Difficile rispondere a questi quesiti. Soprattutto è difficile rispondere per gli altri: in genere infatti uno tende di più a sapere perché ha attivato il proprio.
Fatto è che in rete se ne trovano di tutti i tipi: chi ci mette i propri sfoghi personali, chi vuole denunciare pubblicamente una situazione scomoda o un disagio, chi racconta cosa mangia la mattina a colazione, ecc...
E si trovano pure blog (non è il caso di questo, ovviamente) gestiti da gente che scrive veramente bene e in modo appassionato, i cui articoli non sfigurerebbero certamente su Repubblica o Corriere (cosa in verità non molto difficile, dato l'elevato numero di castronerie sintattiche e di contenuti che si leggono in giro ultimamente). E questo potrebbe essere uno dei motivi per cui in genere i blogger - come sostiene Massimo - non sono spesso ben visti dai giornalisti cosiddetti "ufficiali".
Sinceramente non so bene perché ho attivato il mio: avevo infatti già (e ho tuttora) un mio sito in cui scrivevo quello che mi andava liberamente. Probabilmente il fatto che il blog consenta un'interazione più diretta e immediata con chi legge (cosa, ovvio, difficilmente praticabile con un normale sito internet) è stato uno dei motivi principali.
Oltre a questo, almeno nel mio caso, c'è il fatto di avere una grossa passione per la scrittura e la lettura nata già sui banchi di scuola (andavo da dio in italiano e nei temi, concedetemelo). Passione che, come potete notare, persiste tuttora (anzi, a volte mi viene il sospetto che più che una passione sia una grave forma di grafomania). Cito qui di seguito un breve paragrafo - in cui mi riconosco molto - tratto dalla prefazione del libro "A volte ritornano", scritto da Stephen king:
[...] "Bisogna avere il gusto delle parole. Esserne ghiotti. Bisogna desiderare di rotolarcisi dentro. Bisogna lggerne milioni, scritte da altri. Bisogna leggere tutto con divorante invidia o con annoiato disprezzo." [...]
Vabbè, insomma, non è che "bisogna": nessuno deve essere obbligato a fare qualcosa che non gli aggrada, però l'immagine del "rotolarsi nelle parole" mi piace. Per quanto riguarda l'"annoiato disprezzo", spero vivamente che non sia l'atteggiamento di chi viene a leggere il mio blog. :-)
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