domenica 4 marzo 2007

Tributo all'asfalto

Spulciando questa mattina le varie testate online, scopro che in questo weekend 8 persone sono rimaste sull'asfalto. La settimana scorsa, invece, 9.

In gioventù ho svolto il servizio militare nei Vigili del Fuoco (c'è una piccola foto in proposito in fondo a questa pagina del mio sito): 3 mesi di addestramento alle Scuole Centrali Antincendi delle Capannelle, a Roma, 4 mesi al distaccamento di Vigevano (Pavia), e gli ultimi 5 mesi vicino a casa, a Rimini. Uno degli interventi più frequenti era dovuto agli incidenti stradali; in un solo anno di servizio militare nei pompieri ne ho viste di cotte e di crude in proposito, e ricordo che già allora (correva il 1989) si parlava e si discuteva delle "stragi del sabato sera".

Ne parlavano i giornali, la tv, e se ne discuteva tra noi in caserma: si tentava di spiegare quello che ancora oggi non si riesce a spiegare. Già: ancora oggi. Passano gli anni, anzi i decenni, e la strada continua a essere una delle prime cause di morte assieme ai tumori. Macchine troppo veloci, alcol, stanchezza, poca esperienza di guida, auto troppo potenti in mano a neopatentati: sono state analizzate tutte le possibili cause di questa guerra che si combatte ogni weekend, sono state scritte pagine e pagine (sostanzialmente inutili) e versati fiumi di inchiostro (insieme al sangue).

E non è cambiato niente. Non c'è airbag o cintura o autovelox che tenga. Accanto alle pagine di denuncia e di falsa retorica intorno al problema, continuano a esserci altrettante pagine - sui giornali, sui cartelloni, in tv, su internet - che reclamizzano macchine potenti e veloci, sempre inquadrate come soggetto principale su lunghe strade deserte in mezzo al verde e alla natura. Provate ad aprire un qualsiasi sito di informazione online: Repubblica, Corriere, Ansa, AdnKronos: ciacuno ha in bella vista nell'home page un link "motori" aprendo il quale si apre la pagina in cui vengono reclamizzati e recensiti i nuovi bolidi.

E quindi, in ultima analisi, di chi è la colpa? Boh, chissà. Per adesso mi limito a linkare questo post di Beppe Grillo che mi pare fornisca una valida spiegazione del fenomeno, chi ha qualche altra spiegazione è il benvenuto.

4 commenti:

  1. La colpa è di tutti coloro che hanno così poco rispetto per la vita, sua i di conseguenza degli altri.
    Mi ricordo che ero appena patentato, e mia madre tutte le volte che uscivo con la mia vecchia "A112" si raccomandava sempre di andare piano e di stare attento, e io rispondevo sempre con le stesse parole;
    "Io mi fido di come guido io, è degli automobilisti pazzi che bisogna stare attenti".
    E di pazzi ne vedevi tanti anche a quei tempi.

    Mi spiace per ieri sera, come va la MIki?
    Un bacio a tutti marco silvia giulia

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  2. Appena ho preso la patente io, invece, mio padre mi ha comprato una golf usata un pò vecchiotta. Nonostante non fosse una supercar, dopo appena un paio di mesi di utilizzo mi ribaltai a causa dell'eccessiva velocità in una piccola rupe mentre scendevo da Verucchio. Fui quindi costretto a ripiegare su una vecchia 127 per altri due o tre anni. Sai, sbagliando s'impara.

    La Miki oggi sta meglio e probabilmente domani andrà a scuola. Un saluto a te e famiglia. :)

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  3. Verissimo quello che hai scritto: si pubblicano articoli su articoli a proposito dei tragici incidenti che spesso avvengono, e poi si fanno pubblicità mirabolanti alle auto. Business, sempre business,e quindi pubblicità a tutto spiano che ormai domina completamente la nostra esistenza con effetti nefasti.
    Alla base di alcuni gravi incidenti ci sono senza dubbio molti fattori, spesso intrecciati, come quelli di cui si parla sempre (velocità, alcol, stanchezza, strade dissestate ecc.). Purtroppo spesso capita però che anche qualche bravo automobilista cada vittima della stupidità altrui.

    Posso soltanto dire senza voler generalizzare troppo che, in base alla mia esperienza personale e a quello che vedo, non sono pochissimi gli esaltati al volante. Mi è capitato di osservare di tutto: gente che strombazza violentemente in preda a sacri furori contro automobilisti assolutamente disciplinati, sorpassi molto azzardati, curve fatte tutte a sinistra, invadendo la corsia opposta (questa mattina, ho osservato una donna nel centro della mia città esibirsi proprio in questo discutibile show). Non si finirebbe più di fare esempi. Senza contare che alcune persone praticamente vivono in auto, correndo a tutto gas anche nei giorni festivi. :(
    In queste condizioni, secondo me i bravi automobilisti rischiano di innervosirsi parecchio e poi appunto di rimetterci.
    Ricorderò finché avrò vita un terribile incidente, avvenuto anni fa nella città in cui vivo, nel quale perse la vita un ragazzo che aveva frequentato il mio liceo. Guidava un macchinone di cui non ricordo la marca, e andava ai 160 su un cavalcavia: a causa della folle velocità, ha sbandato sbattendo fuori strada una macchina che arrivava in senso opposto, e che era addirittura occupata da alcuni suoi amici di famiglia, e ovviamente è finito violentemente fuori strada.
    Sono morti tutti, lui, che era colpevole, e quei poveretti suoi amici, del tutto innocenti.
    Questo è ciò che più mi spaventa, pensare alle vittime innocenti della follia di alcuni.

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  4. Mah, sai, Romina, le automobili sono uno di quegli argomenti sui quali si potrebbero scrivere a iosa. L'auto affascina, c'è poco da fare. Affascina i giovani per quell'idea (falsa) di libertà che dà, per l'ebbrezza della velocità, per la comodità.

    E non conta parlarne male, perché non serve a niente. Io, a 36 anni suonati, ho ormai perso l'entusiasmo e la passione che avevo a 20 anni per l'automobile, però capisco (attenzione: "capisco", non "condivido") il comportamento dei giovani al volante perché ci sono passato anch'io. Oggi, come dicevo, non me ne frega più niente della macchina, andrei tranquillamente a piedi o sui mezzi pubblici, ma in gioventù ho amato profondamente l'automobile e ho fatto anch'io le mie cazzate. Solo adesso, col senno di poi, capisco.

    Poi, al volante come nella vita normale, ci sono i cretini. E purtoppo contro quelli non ci sono rimedi.

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