giovedì 8 marzo 2007

La prima di una lunga serie

Adesso c'è da sperare che la condanna a 14 anni di carcere inflitta a questo signore (la prima in Italia di questo genere) non resti un caso isolato, ma sia la prima di una lunga serie.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

posso dirti che io invece lo trovo inquietante? Perchè delle due l'una: se le sue azioni sono un reato in Thailandia o Cambogia, è la magistratura di quei paesi a doverlo processare e condannare, se così non è... bè, non siamo noi italiani a dover paternalisticamente sopperire ai buchi legislativi di paesi esteri. Gli italiani all'estero dovrebbero preoccuparsi di rispettare le leggi locali, non quelle italiane... e la magistratura italiana farebbe meglio ad andare avanti col lavoro arretrato che ha già qui, invece che cercare casi anche all'estero. E se lo fa, perchè fermarsi solo alla pedofilia, perchè non condannare anche gli italiani che comprano canne ad Amsterdam o che fanno ricerche su staminali embrionali in Gran Bretagna?!?

Andrea Sacchini ha detto...

> posso dirti che io invece lo trovo inquietante?

Certo che lo puoi dire, anche se io non sono d'accordo.

> se le sue azioni sono un reato in Thailandia o Cambogia, è la magistratura di quei paesi a doverlo processare e condannare, se così non è... bè, non siamo noi italiani a dover paternalisticamente sopperire ai buchi legislativi di paesi esteri.

Non conosco la legislazione dei due paesi in questione, e sinceramente non credo che sia importante. Qui, secondo me, la gravità del reato commesso dal nostro connazionale va al di là della "giusrisdizione" in cui è avvenuto. Se un tribunale ha dimostrato che il tipo in questione ha commesso i reati ascrittigli (pedofilia e sfruttamento di prostituzione minorile), ha fatto benissimo a condannarlo nel nostro paese, anche se le leggi dei paesi dove è avvenuto il reato non lo contemplano come tale (anche se sono più propenso a credere che pure là sia reato, ma che sia volutamente disattesa la legge che lo punisce per ragioni "economiche").

> E se lo fa, perchè fermarsi solo alla pedofilia, perchè non condannare anche gli italiani che comprano canne ad Amsterdam o che fanno ricerche su staminali embrionali in Gran Bretagna?!?

Scusa Stefano, ma non mi sembra che - al di là di quello che prescrive la legge - pedofilia e consumo di canne siano due reati che possono essere paragonati. Se uno vuole acquistare due canne e fumarsele in santa pace, cavoli suoi, al limite ne risentirà la sua salute. Ma la piaga del cosiddetto "turismo sessuale" (pedofili che vanno in vacanza in paesi poverissimi per poter abusare di minorenni in gravissime situazioni economiche) è un reato odioso per il quale non disdegnerei la pena di morte.

E' verissimo, come dici, che i nostri tribunali sono oberati di cause e hanno già sufficiente lavoro arretrato da smaltire, ma ritengo sia infinatamente più importante "perdere tempo" per cause come questa piuttosto che per una diatriba tra condòmini.

Anonimo ha detto...

anch'io credo che ci vogliono pene molto severe contro la pedofilia... e contro parecchi altri crimini, se è solo per quello! Dopo aver letto il tuo post ho poi scoperto (o forse "riscoperto") che questa legge è del '98... secondo te se in 10 anni c'è stata una sola condanna, questa legge quanto servirà a ridurre la piaga della prostituzione minorile? Questa stessa condanna imho è un po' traballante: si basa su quello che questo disgraziato ha raccontato ad un suo amico e al giornalista de "le Iene"... ma come caspita fai a dimostrarlo?!? Dovresti mandare un magistrato con dei poliziotti in Thailandia... ma questi dovrebbero collaborare in maniera molto estesa, altrimenti i nostri non caverebbero un ragno dal buco... ma a questo punto: perché non lasciare che facciano tutto loro?

Andrea Sacchini ha detto...

> secondo te se in 10 anni c'è stata una sola condanna, questa legge quanto servirà a ridurre la piaga della prostituzione minorile?

Non lo so: lo spero. Certo è che se mai si inizia...

> Questa stessa condanna imho è un po' traballante: si basa su quello che questo disgraziato ha raccontato ad un suo amico e al giornalista de "le Iene"... ma come caspita fai a dimostrarlo?!?

Beh, per rispondere a questa domanda bisognerebbe aver seguito tutte le fasi del processo. Fatto è che questo signore (non capisco perché continuo a chiamarlo "signore") non è stato condannato in maniera sommaria da qualche misconosciuto tribunale di qualche regime dittatoriale, ma ha subìto un processo nel nostro paese con tutte le garanzie legali (avvocati, difesa, ecc...). Certo, la storia giudiziaria ci insegna che l'errore può sempre capitare, però mi pare abbastanza strano che una persona venga condannata a 14 anni di carcere senza prove più che concrete della sua colpevolezza.

Anonimo ha detto...

Io ho letto su un giornale che l'accusa si basa su due anni di indagini ed intercettazioni. Due anni, durante i quali un membro delle forze dell'ordine si è finto "pedofilo" per poter avvicinare il tizio incriminato.
Direi che se il soggetto in questione, dopo due anni di indagini di questo tipo, ha rimediato una simile condanna, qualcosa di vero deve pur esserci. Non mi sembra, almeno stando alle notizie, un caso di errore giudiziario.
Il reato di pedofilia è, a mio modesto parere, uno dei più disgustosi che esistano, e non ho alcuna pietà per chi lo commette.
Non m'interessano i discorsi degli psicologi, non me ne importa nulla: chi fa cose del genere ad un minore merita le punizioni peggiori, perché distrugge per sempre la vita di un innocente.
Posso avere pietà in altri casi, che non sto ad elencare, ma quando si tratta di atti simili non penso che vi sia alcuna giustificazione.

Andrea Sacchini ha detto...

Qualche dettaglio in più lo dà Repubblica qui.

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